"Costruire su fondamenta sicure la fede cristiana in Europa"

Speciale “Insieme per l’Europa” [4/4]

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ROMA, sabato, 12 maggio 2012 (ZENIT.org).- Concludiamo il nostro speciale sulla III edizione della manifestazione “Insieme per l’Europa” con l’allocuzione pronunciata da Thomas Römer, monaco.

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Eminenze e Eccellenze, signore e signori, cari amici!

L’Europa è un bel continente. Io vivo volentieri da europeo e sono contento che possiamo lavorare insieme per un Europa umana in cui conviviamo in pace.

1. Come comunità e movimenti viviamo di un’ispirazione, del Vangelo. Il Vangelo ci indica Gesù. Le Sue parole e la sua vita ci affascinano e sono il fondamento su cui possiamo costruire la nostra vita insieme.

Prima di noi molte donne e uomini in Europa hanno vissuto della fede cristiana. Nomino solo Benedetto di Norcia, Francesco d’Assisi, Caterina della Turingia e molti altri. Il loro esempio ci incoraggia. Loro hanno avuto fiducia in Gesù Cristo e hanno vissuto il Vangelo, che 2000 anni fa fu portato da Gerusalemme in Europa. Nella storia piena di vicissitudini hanno testimoniato all’Europa una comunione e una “cultura della reciprocità”, che rispetta e stima ogni persona umana. Hanno sperimentato la propria debolezza, eppure il Vangelo ha dato loro il coraggio di agire con responsabilità e solidarietà.

Oggi vogliamo ricordare i valori del Vangelo, riprenderli nuovamente in considerazione – proprio sullo sfondo della crisi attuale dell’Europa, che esige un pensiero e un’azione nuovi e decisi.

Il Vangelo ci mostra che la libertà, la misericordia e l’amore sono la base del convivere umano.

2. Da Gesù le persone hanno sempre trovato la loro libertà. Questo ci affascina. Lui non ha giudicato l’uomo secondo la sua provenienza o per ciò che ha fatto o non ha fatto. Anche chi era colpevole non fu scartato da lui. Ha trasmesso a queste persone il perdono dei peccati e così ha aperto loro un futuro riconciliato. La riconciliazione non copre il passato, ma lo porta in superficie, come pure porta in superficie l’ingiustizia del passato. Il perdono toglie al passato la sua forza disastrosa, che potrebbe avvelenare presente e futuro. Per poter vivere oggi nella libertà abbiamo tutti bisogno di essere pronti a perdonare l’altro e di riconciliazione. Il perdono rende nuova la convivenza, crea un vivere liberato dalle “strutture del peccato”, dal male, da ogni groviglio di colpa. Ciò vale per i singoli, come per le famiglie, le città, ed anche per la convivenza di stati e nazioni. La riconciliazione ci rende liberi, l’uno per l’altro, liberi anche di condividere i beni. Questa libertà, che viene dal perdono, è la base del vivere insieme del genere umano.

3. Questo Insieme deve essere connotato di misericordia. La misericordia deve determinare la nostra cultura. Gesù dice: “Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia” (Mt. 5,7). Gesù è misericordioso, si cura dei deboli, dei malati, dei poveri, dei bambini. Si lascia toccare dalla miseria degli uomini e se ne fa carico. Noi vorremmo che fosse la misericordia a impregnare la nostra cultura, la nostra convivenza ed anche a politica e l’economia europee. La misericordia deve influenzare anche il nostro rapporto con il denaro. Così la società non ruota attorno al denaro, ma prende in considerazione la persona. E il denaro puòessere ciò che deve essere: rimane dono. I bisogni del nostro prossimo devono raggiungere il nostro cuore e muoverci ad aiutare. Noi ci impegniamo per questo, con tutti i limiti, ma con la fiducia che da piccoli sforzi può nascere qualcosa di grande.

4. Gesù dice: “Amatevi l’un l’altro come io vi ho amato” (v. Giov 13,34). Lo chiama il comandamento nuovo. E’ ciò che vogliamo vivere. Vogliamo accogliere ogni persona con rispetto e simpatia. Ma l’amore va ancora più in là. L’amore è il compimento e il senso di tutti i comandamenti, anche dei dieci comandamenti di Dio – ricordati da sempre da tutte le Chiese in Europa – che appartengono all’eredità culturale europea. L’amore è più di un sentimento, è concreta, consiste in fatti.

– Amare significa onorare e rispettare la generazione prima di noi (4° Comandamento).

– amare significa promuovere e proteggere la vita, dire di si alla vita in ogni sua fase di sviluppo. Significa non ammazzare (5° Comandamento).

– amare significa amare il partner ed essergli fedeli (6° Comandamento).

– amare significa rispettare la proprietà dell’altro e gestire i propri soldi e gli averi per essere d’aiuto al prossimo (7° Comandamento).

– amare significa far onore alla verità, non ingannare gli altri, calunniare o rovinare il loro nome, ma onorarlo (8° Comandamento).

5. Gesù vive quest’amore concreto. E lui la fonte da cui possiamo attingere libertà, misericordia e amore. Nella notte prima di morire in croce disse ai suoi amici cosa significava la sua morte. Disse: Questo succede “per voi”. E l’espressione dell’amore di Dio per noi uomini. La sua morte porta quest’amore nell’abbandono di Dio degli uomini e dove arriva l’amore di Gesu e viene accolta, lui opera perdono, riconciliazione, misericordia e libertà.

Quest’amore ha persino sconfitto la morte. Questo è il Vangelo che l’Europa ha ascoltato fin dai tempi degli apostoli: Gesù Cristo èrisuscitato dai morti. Vogliamo vivere con Lui in Europa, ascoltare le sue parole e viverle. Vogliamo fondare la nostra vita in Europa sulla cultura della vita; su libertà, misericordia e amore.

Insieme per l’Europa – è l’invito a vivere il Vangelo di Gesù ed è una speranza: che sul fondamento di questi valori cristiani possiamo costruire la convivenza in Europa.

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ZENIT Staff

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