"Cosa c'entra un Vescovo della Chiesa cattolica con la festa della Repubblica italiana?"

Mons. Enrico dal Covolo nella puntata del 2 giugno 2013 di “Ascolta si fa sera”

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Riprendiamo le parole di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, nella puntata del 2 giugno 2013 del programma quotidiano di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.

***

Oggi è la festa della Repubblica italiana.

Tanti auguri, dunque, a voi tutti, miei cari connazionali, che mi ascoltate!

Si parla molto di laicità dello Stato, in questi ultimi anni. E allora – si chiederà forse qualcuno –, che cosa c’entra un Vescovo della Chiesa cattolica con la festa della Repubblica italiana? Non è questo un attentato alla laicità dello Stato?

A chi mi facesse questa obiezione, risponderei anzitutto così: il Vescovo che vi parla è un italiano anche lui, proprio come voi; è un cittadino che ha diritto di voto e di parola; ed è uno che ama la sua Patria…

In secondo luogo, se per laicità dello Stato si intende il fatto che la politica e la religione rappresentano due sfere di azione differenti e autonome – senza peraltro escludersi fra loro nella promozione della vita buona; anzi cooperando entrambe,  efficacemente, per il bene comune –: beh, allora su una laicità dello Stato così intesa mi trovo perfettamente d’accordo.

Ma, una volta tanto, vorrei dire anche qualche cosa sulla laicità della Chiesa.

Lo faccio raccontando un piccolo episodio. Come dice il proverbio, “a buon intenditor, poche parole”.

Holman Hunt, il pittore inglese morto a Londra nel 1910, dipinse quel celebre quadro che si intitola “La luce del mondo”.

Esso rappresenta Gesù, che si trova di notte in un giardino. Con una mano tiene una lanterna, con l’altra bussa alla porta di una casa.

Quando il pittore espose il suo quadro, uno dei visitatori gli domandò: “Nel suo quadro la porta di casa non ha una maniglia all’esterno, e allora come può Gesù aprire e entrare?”.

Il pittore, che era un buon cristiano, rispose: “In questa casa la maniglia è solo all’interno. Questa casa rappresenta l’anima dell’uomo. L’uomo deve aprire da solo la porta della propria anima. Cristo bussa soltanto, e attende. E’ l’uomo che decide se farlo entrare o no”.

Neanche la Chiesa impone la sua presenza alle istituzioni politiche.

Ma la Chiesa non si stanca – e questo è nel suo diritto – la Chiesa non si stanca di sollecitare la libertà e la responsabilità delle persone, perché aprano la porta della loro casa alla verità, ai diritti umani, alla vita buona del Vangelo.

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ZENIT Staff

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