Corte suprema indiana: maggiori risarcimenti ai cristiani vittime dei massacri dell'Orissa

Nell’agosto 2008 un feroce assalto di estremisti indù causò esodi di massa, feriti gravi e decine di morti tra i cristiani

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Nell’agosto 2008 estremisti indù scatenarono a Kandhamal, nello Stato indiano dell’Orissa, una delle più violente ondate persecutorie contro i cristiani mai registrate nella storia. Il pretesto fu l’assassinio del leader indù Laxanananda Saraswati. Nonostante fosse stato rivendicato dai guerriglieri maoisti, gli estremisti indù scatenarono la loro rabbia contro i cristiani: 55mila fedeli costretti a migrare, 5.600 case razziate e poi date alle fiamme in 415 villaggi. I morti accertati furono 38 durante il raid e almeno altre 41 per le violenze subite; due donne stuprate, tra cui una suora; innumerevoli le persone che riportarono mutilazioni e danni permanenti.
Il Governo dell’Orissa decise di dare risarcimenti ai danni delle vittime. Ora la Corte suprema dell’India ha imposto di dare risarcimenti più elevati. “Non conosciamo ancora l’ammontare del risarcimento — ha dichiarato ad AsiaNews Ajay Kumar Singh, noto attivista — ma è importante che la Corte suprema sia intervenuta sulla questione”.
Singh ritiene “ingiusto” il risarcimento deciso precedentemente. Secondo Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), la decisione della Corte suprema rappresenta “un passo avanti nella giustizia per le vittime di Kandhamal. Si tratta — ha dichiarato all’agenzia Fides — di un segnale positivo il fatto che la Corte Suprema abbia riconosciuto l’ingiusta compensazione corrisposta. L’iter della giustizia è lento e inadeuato, ma questo è un segno di speranza”.
Come riporta l’Osservatore Romano, da qualche mese è attivo il primo sito internet (www.kandhamal.net) dedicato ai pogrom contro i cristiani. Il sito ha l’obiettivo di essere un’utile fonte di informazione, dati e documenti che possono essere usati dai gruppi di sostegno legale e dai ricercatori che lavorano con i sopravvissuti alle violenze.

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ZENIT Staff

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