Coraggiosa bella e tenace

Annalisa Minetti. Modella, cantante e campionessa alle Paralimpiadi

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di Daniele Trenca

ROMA, sabato, 15 settembre 2012 (ZENIT.org).- Probabilmente non ha ancora capito cosa farà da grande, ma di certo non le manca una grandissima forza di volontà e tanta fede per affrontare le sfide che gli si presentano davanti quotidianamente. Ammalata di retinite pigmentosa  e degenerazione maculare, Annalisa Minetti vede soltanto le ombre, ma riesce ad osservare proprio tutte le sfumature che la vita gli presenta.

Dopo il terzo posto agli Europei di Atletica di quest’anno, può fregiarsi del bronzo dei1500 metri, riservati a ipovedenti e non vedenti, vinto alle Paralimpiadi di Londra. “Io sono un Capricorno e non voglio mai pareggiare” ha commentato la Minetti. Nella manifestazione riservata agli atleti disabili, guidata dall’ex azzurro Andrea Giocondi, ha stabilito il record del mondo nella sua categoria con 4’48’’88. E pensare che se alla gara avessero partecipato solo atleti non vedenti avrebbe vinto la medaglia d’oro.

Annalisa nasce nel 1976, ma diventa popolare al grande pubblico nel 1997, quando vince il Festival di Sanremo. A distanza di quasi quindici anni sembra preferire proprio la vittoria sportiva da quella musicale. “La seconda è fine a se stessa, è un tuo successo, mentre la medaglia olimpica è di tutti. L’orgoglio italiano l’ho sentito da parte del pubblico in piedi, e sono stata immensamente fiera di aver rappresentato il nostro Paese al meglio”. La dedica è stata per il figlio Fabio di 4 anni e mezzo. Medaglia che il piccolo ha mostrato a tutti i suoi piccoli amici, lui che scherza quando la mamma gli mette i calzini di colori diversi.

Il vero filo rosso che guida Annalisa in tutte le sue scelte è senza dubbio la fede: “Sono devota a Gesù – ha detto – corro sempre con i rosari addosso, ne uno anche tatuato sul piede sinistro”. Lei non si sente migliore degli altri, ma guidata nel suo percorso da un padre provvidente: “Cantare o correre sono due diverse espressioni del comunicare. Volontariamente o involontariamente sono diventata un esempio per gli altri. Il mio è un successo sconvolgente ma coinvolgente”.

Pensando al futuro, Annalisa non smette di sognare: vorrebbe fare la conduttrice in televisione per una sera, mentre a livello sportivo non sa ancora bene se dedicarsi al ciclismo o mantenersi sulla corsa, una cosa è certa: alle Paralimpiadi di Rio 2016 non mancherà.

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ZENIT Staff

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