Industry and Air Pollution

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Cop22. Papa: "Serve risposta comune contro degrado umano e ambientale"

Nel Messaggio ai membri della Conferenza delle Nazioni Unite in corso a Marrakesh, Francesco esorta ad agire “senza indugio” per i cambi climatici, liberi da pressioni politiche ed economiche

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I governi, la società civile, il settore privato, il mondo scientifico, le istituzioni finanziarie, le autorità subnazionali, le comunità locali, le popolazioni indigene. Papa Francesco chiama tutti in causa, ognuno con i propri ruoli e competenze, ad intervenire contro il “preoccupante impatto dei cambiamenti climatici” che “incide su tutta l’umanità, in particolare sui più poveri e sulle generazioni future”.

Nel messaggio ai membri della Cop22, la Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, in corso a Marrakesh fino al 18 novembre, il Pontefice lancia l’allarme per l’attuale “situazione di degrado ambientale, fortemente connesso con il degrado umano, etico e sociale” che sperimenta quotidianamente il mondo.

Esorta quindi ad “agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolaristici”, perché questa – afferma – è una “grave responsabilità etica e morale” davanti alle popolazioni più vulnerabili che già soffrono dei disagi provocati dalla povertà.

In tale quadro, Bergoglio loda l’Accordo di Parigi, adottato meno di un anno fa ed entrato in vigore pochi giorni prima dell’avvio dell’evento di Marrakesh, il quale “ha tracciato una chiara strada sulla quale l’intera comunità internazionale è chiamata a impegnarsi”. “La sua adozione – scrive il Papa – rappresenta una forte presa di coscienza che, di fronte a tematiche così complesse come il cambiamento climatico, l’azione individuale o nazionale non è sufficiente, ma è necessario attuare una risposta collettiva responsabile intesa realmente a ‘collaborare per costruire la nostra casa comune”.

D’altro canto, evidenzia il Pontefice, “la rapida entrata in vigore dell’Accordo rafforza la convinzione che possiamo e dobbiamo veicolare la nostra intelligenza per indirizzare la tecnologia, nonché coltivare e anche limitare il nostro potere, e metterli al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale, capace di porre l’economia al servizio della persona umana, di costruire la pace e la giustizia, di salvaguardare l’ambiente”.

La Cop22 rappresenta “una tappa centrale” di questo percorso, afferma Papa Francesco. Incoraggia pertanto i partecipanti alla Conferenza a lavorare con “lo stesso spirito collaborativo e propositivo manifestato durante la Cop21”, dalla quale è scaturita la messa in atto dell’Accordo di Parigi che ha contribuito a “stimolare a promuovere strategie di sviluppo nazionali e internazionali basate su una qualità ambientale che potremmo definire solidale”.

Esso, rimarca il Vescovo di Roma, “incoraggia alla solidarietà nei confronti delle popolazioni più vulnerabili e fa leva sui forti legami esistenti tra la lotta al cambiamento climatico e quella alla povertà”. Aspetti complessi, questi, “che non possono essere delegati alla sola interlocuzione tecnica, ma necessitano di un continuo supporto e incoraggiamento politico, basato sulla consapevolezza che siamo una sola famiglia umana”.

“Non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciò stesso non c’è nemmeno spazio per la globalizzazione dell’indifferenza”, sottolinea Francesco. E con lo stesso vigore ricorda “che non si può limitare il tutto alla sola dimensione economica e tecnologica”, perché “le soluzioni tecniche sono necessarie ma non sufficienti; è essenziale e doveroso tenere attentamente in considerazione anche gli aspetti etici e sociali del nuovo paradigma di sviluppo e di progresso”.

In gioco ci sono i campi fondamentali dell’educazione e della promozione di stili di vita volti a favorire modelli di produzione e consumo sostenibili. Perciò si rende quanto mai necessario “far crescere una coscienza responsabile verso la nostra casa comune”. A tale compito “sono chiamati a dare il proprio contributo tutti gli Stati Parte così come i non-Party stakeholders”, ribadisce il Pontefice.

E conclude auspicando ancora che “i lavori della Conferenza di Marrakech siano guidati da quella coscienza della nostra responsabilità che deve spronare ognuno di noi a promuovere seriamente una cultura della cura che impregni tutta la società, cura nei confronti del creato, ma anche del prossimo, vicino o lontano nello spazio e nel tempo”.

“Lo stile di vita basato sulla cultura dello scarto è insostenibile – afferma Bergoglio – e non deve avere spazio nei nostri modelli di sviluppo e di educazione”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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