Convertiamoci a Cristo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mc 1,14-20

Lettura

In queste domeniche del tempo ordinario del ciclo liturgico B proclameremo il Vangelo di Marco, il più stringato, ma anche il più vicino alla vita e alla vicenda terrena di Cristo. Esso è eco della testimonianza eccezionale di Simon Pietro. Ed è forse proprio a lui che dobbiamo il racconto delle prime parole di Gesù e della chiamata dei primi discepoli. Gesù, come il Battista, inizia la sua missione pubblica invitando alla conversione, ma annuncia anche il Vangelo di Dio, la lieta notizia della salvezza, cui dobbiamo prestar fede. Vangelo, lieta notizia, che poi, secondo Marco, è lo stesso «Gesù Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1).

Meditazione

La coincidenza di questa domenica con la festa della conversione di san Paolo e con la conclusione dell’ottavario per l’unità dei cristiani, può e deve aiutarci ad accogliere in modo più profondo l’appello di Gesù che ci chiede di convertirci e di credere al suo Vangelo. Proprio quest’aggiunta fatta da Cristo è segno che siamo chiamati ad andare oltre una conversione di tipo solamente ascetico, fatta di penitenze e di digiuni, per aprirci a una di tipo teologico che ha come fine lo stesso Cristo. Non dobbiamo tanto convertirci da qualcosa, fosse anche dal male al bene o dal bene al meglio, ma convertirci con tutta la nostra esistenza al Signore. In campo ecumenico, non dobbiamo più chiedere che Ortodossi e Protestanti si convertano alla Chiesa cattolica, ma che tutti i battezzati e le loro Comunità, noi per primi, ci convertiamo al Vangelo di Cristo come lui l’ha annunciato e vissuto. La meta del cammino ecumenico non è quella prospettata dalla versione latina: Un solo ovile [la Chiesa cattolica] e un solo Pastore, ma: «Un solo gregge [fatto di tutti i credenti in Cristo] e un solo Pastore» (Gv 10,16). Non è importante la situazione dalla quale partiamo per convertirci, ma quella d’arrivo. Il breve racconto tratto dal libro di Giona dovrebbe aiutarci a vincere ogni integralismo e a credere che anche chi sembrava ormai perduto, come i Ninivìti, può accogliere l’appello alla conversione, fino a destare meraviglia nello stesso Dio. L’unico che non riesce a convertirsi è proprio il Profeta, primo destinatario dell’appello di Dio. Dunque, siamo tutti chiamati a convertirci a Cristo, dando a lui la signoria sulla nostra vita. Ecco il gesto radicale dei primi discepoli; ed ecco il senso delle parole di san Paolo ai Corinzi che invita a relativizzare tutto, anche il rapporto matrimoniale, perché l’unico assoluto è il Signore.

Preghiera

«Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: “Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene”. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita» (dal Salmo 16).

Agire

Per comprendere meglio i vangeli domenicali, mi farò consigliare dal parroco un buon commento al Vangelo di Marco.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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