Convegno a Bologna su “Rosario e martirio oggi”

Intervista a fr. Mauro Persici, promotore del Movimento Domenicano del Rosario

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 21 aprile 2009 (ZENIT.org).- Si svolgerà il 25 aprile presso la Basilica-Santuario “Madonna di S. Luca” a Bologna, il Convegno del Rosario, che quest’anno avrà come tema della tavola rotonda “Rosario e martirio oggi”.

L’incontro prevede: la Messa e l’ora mariana; la tavola rotonda con relatori Antonello Brandi (presidente della Laogai Foundation Italia) e Giacomo de Antonellis (giornalista, scrittore); la visita al Santuario, le testimonianze su “Rosario e martirio”, di Tatiana Ivanovskaia (testimone dal Kazakhstan) e Pier Luigi Bianchi-Cagliesi (testimone dalla Bosnia), con Messa e adorazione conclusiva.

La giornata è organizzata da Movimento Domenicano del Rosario (http://www.sulRosario.org/), e dalla rivista Rosarium. Si tratta di un “movimento di comunione spirituale di preghiere”, una sorta di scuola del Rosario nella meditazione del “Vangelo secondo Maria”, le cui orazioni intendono suscitare la benedizione mariana sull’umanità, a vantaggio di un rinnovamento della fede.

La giornata di riflessione e di preghiera aperta a tutti è secondo gli organizzatori “un significativo momento di comunione ecclesiale per poter dare (o ridare…) le motivazioni per testimoniare senza cedimenti, anzi con forza, Cristo nella società attuale”.

Per comprendere scopi e finalità di questo incontro, ZENIT ha intervistato fr. Mauro Persici, O.P., promotore del movimento nell’Italia Settentrionale e direttore della rivista Rosarium.

Perchè questo titolo? Che relazione c’è tra il Rosario e la persecuzione dei cristiani?

Fr. Mauro: “Dove arriva Dio, il deserto fiorisce!”: lo ha detto Papa Benedetto XVI nel corso dell’omelia, pronunciata lo scorso ottobre a Pompei sulla piazza antistante il Santuario della Madonna del Rosario.

Proprio qui il Pontefice pregò sull’urna del beato Bartolo Longo, che da persecutore, da militante anticlericale, dedito anche a pratiche spiritistiche e superstiziose, scoprì – grazie ad una personale conversione – il vero volto di Dio e divenne apostolo della fede cristiana, del culto mariano ed, in particolare, del Rosario, in cui egli trovò una sintesi di tutto il Vangelo.

Ora, la nostra speranza è che i vari deserti sparsi oggi nel mondo – macchiati dal sangue dei martiri o segnati dalle persecuzioni più o meno evidenti e pesanti nei confronti della presenza cristiana – , possano rifiorire e – sull’esempio del beato Bartolo Longo – rigenerare a nuova vita quanti siano oppressi dal peso del peccato.

Per far ciò, è necessario però – come ha ricordato ancora lo stesso Santo Padre a Pompei – “lasciarsi condurre per mano dalla Vergine Maria a contemplare il volto di Cristo”.

Ecco perché abbiamo deciso di dedicare un’intera giornata al tema “Rosario e martirio, oggi”, lasciandoci interpellare – nella preghiera, nella riflessione ed attorno all’Eucarestia – dalle ferite, che ancora oggi vengono inferte in molte parti del mondo al Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa”.

Quanti e quali cristiani sono stati e sono perseguitati perchè recitano il Rosario? Può farci qualche esempio di martiri mariani?

Fr. Mauro: Potrei farne molti. Padre Miguel De La Mora, uno dei 25 Beati tra i numerosi martiri messicani del 1926-1929, fu fucilato proprio mentre recitava il Rosario, il 7 agosto 1927. Lo stesso dicasi dei suoi Confratelli, P. Cristobal Magallanes Jara e Padre Pedro Maldonado. Padre Giuseppe Supina fu ammazzato presso il campo di concentramento di Oswiecim, in Polonia, indossando la veste talare e col Rosario in mano. Ma, mi creda, l’elenco potrebbe continuare… Senza contare i tanti martiri, di cui la Storia non ci ha lasciato traccia, ma che pure han vissuto la medesima condizione.

Viviamo nel secolo dei diritti: libertà di parola e di religione dovrebbero essere ormai diritti acquisiti nella maggior parte del pianeta, eppure sono ancora milioni i cristiani che subiscono intolleranza, limitazioni, divieto di culto, impedimenti per pregare, leggere i testi sacri o mostrare un crocifisso. Perchè?

Fr. Mauro: Secondo l’Arcivescovo di Sidney, Card. Gorge Pell, “i laici sembrano preferire strade a senso unico”. A fronte di ciò, ha esortato i Governi a non trattare “i credenti come una minoranza meramente tollerata e destabilizzante, i cui diritti debbano sempre essere al secondo posto rispetto alle istanze laiche”, poiché in una “democrazia sana le persone dovrebbero essere libere di discutere e criticare le convinzioni degli altri”.

Insomma, “la reciprocità – ha commentato – è essenziale”. Eppure manca. D’altra parte, spetta anche ai cristiani farsi sentire. Non genericamente per “alzare la voce”, ma per essere “testimoni”. Se la Chiesa Cattolica è sotto pressione, se “l’intimidazione e l’emarginazione” verso i Suoi fedeli “vengono passate sotto silenzio”, se questi vengono inevitabilmente bollati di “oscurantismo” e “reazione” ogni qual volta aprano bocca, bene, è giunto il momento –come afferma il Card. Pell- ch’essi riscoprano “il coraggio” necessario per “riscoprire il loro talento” e “dimostrare che esistono stili di vita migliori per edificare una buona società”.

Questo è ciò che lo stesso Arcivescovo di Sidney individua come “uno dei compiti cruciali per i cristiani nel XXI secolo”.

Anche nell’Europa la cui grandezza nelle arti, nelle scienze è stata generata e segnata dal cristianesimo, assistiamo al riemergere di un ateismo aggressivo. A Oxford hanno cancellato il Natale. In Spagna vietano il crocifisso nelle scuole. A Roma hanno impedito al Pontefice Benedetto XVI di parlare in una università fondata da un Papa. Che cosa sta accadendo?

Fr. Mauro: Accade quella che già Papa Giovanni Paolo II definiva una “silenziosa apostasia” e che Padre Bernardo Cerveliera – in un’intervista pubblicata sull’ultimo numero di “Rosarium”, il periodico del Movimento Domenicano del Rosario – chiama “abbandono della fede cattolica tout court”, definendolo un problema ancor più grave dello stesso rischio di protestantizzazione che l’Occidente – ‘cuore’ proprio della Cristianità – sta correndo.

I segni sono evidenti ed evidente è la fondatezza del giudizio, pure espresso dal Card. Pell alla Oxford University Newman Society, circa “la persecuzione condotta dal laicismo conformista contro la Chiesa Cattolica”. Lo stesso Giorgio Salina, Presidente dell’Associazione “Fondazione Europea”, ha denunciato apertamente “un’intolleranza, che permea parte della società europea, dimostrando l’urgenza di quella ‘nuova evangelizzazione’, di cui hanno parlato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”.

Le istituzioni europee non sono esenti “da questo contagio nichilista e relativista con manifestazioni di intolleranza verso la religione cristiana, cattolica in particolare, e contro la Chiesa ed il Santo Padre. E’ in atto una forma più subdola, ma non per questo meno violenta di persecuzione”. Nello stesso Parlamento Europeo, secondo Salina, “si riscontra un’ostilità diffusa e manifesta, tale per cui, in particolare in questa legislatura, nessuno dei fondamentali principi etici naturali promossi dalla cultura cattolica sull’uomo e sulla società, ha la benché minima probabilità di essere condiviso”.

In che modo la Chiesa si può rinnovare e il Cristianesimo diventare riferimento anche nella vita pubblica?

Fr. Mauro: Lo ha detto ancora il Santo Padre a Pompei: crescere nell’intimità con Gesù ed imparare alla scuola della Vergine Santa a compiere sempre la divina volontà. In una parola, tornare ad essere se stessa, recuperare la genuinità dell’Annuncio nella preghiera e nella contemplazione e soprattutto non temere, esser testimone, davvero e fino in fondo, senza l’’umana
prudenza’, che non porta da alcuna parte… Occorre accogliere l’invito di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura” ed ancora “Duc in altum”, dispieghiamo le vele del nostro cuore, senza incertezze, senza preoccupazioni! Per riuscire in tutto questo, Benedetto XVI ha indicato nel Santo Rosario un “prezioso mezzo spirituale”. Ma di ciò parleremo a Bologna…

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ZENIT Staff

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