"Contro i papà" di Antonio Polito… sulle tracce di Pier Paolo Pasolini

Presentato il libro alla Università Luiss di Roma per riflettere sulla generazione del ’68

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La Luiss Guido Carli in collaborazione con le librerie indipendenti Arion e con la Luiss Creative Summer School, ha organizzato un ciclo di sette presentazioni di libri dal titolo: “Questi figli! – Incontri sul futuro dei nostri ragazzi” che si svolgono la domenica mattina nella sede della Università Luiss di viale Romania a Roma (1).

Domenica 13 aprile si è tenuta quella del libro “Contro i Papà” di Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera e direttore del Corriere del Mezzogiorno (2), pubblicato nell’ottobre del 2012 ed edito da Rizzoli, alla presenza di molti genitori e degli studenti del Liceo Scientifico Avogadro di Roma che hanno avuto in dono (per i primi cento intervenuti) una copia omaggio dell’opera, autografata dall’autore (3).

Sulla quarta di copertina del libro sono presenti due affermazioni: “Ci siamo ribellati ai nostri padri, ma siamo diventati schiavi dei nostri figli”, e ancora: “Il modello educativo della generazione del ’68 ha fallito”.

Per parlare di questa opera vale la pena, però, partire dalla mostra in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma intitolata “Pasolini Roma” che sarà visitabile sino al 20 luglio e che traccia il percorso di vita e culturale dell’intellettuale friulano nella capitale, dal 1950, anno del suo arrivo, al 1975, anno del suo assassinio.   

Tra le tante fotografie e immagini di P.P.P. spicca il video del dibattito con alcuni giovani seguito ai famosi scontri della facoltà di architettura nel marzo del 1968 con la difesa, da parte di Pasolini, dei poliziotti, figli del sottoproletariato, rispetto agli studenti, figli di borghesi.

Polito scrive che il trionfo dei diritti rispetto a quello dei doveri determinato dalla generazione dei baby boomers, cioè quella nata nell’immediato dopoguerra e che ha fatto il Sessantotto, è dovuto sia al miglioramento delle condizioni di vita in confronto alla generazione precedente che ha vissuto la guerra, sia a ragioni filosofiche, con il marxismo che ha escluso la responsabilità individuale a vantaggio di processi e movimenti collettivi e, paradossalmente dice l’autore, sia alla contraccezione facile che ha fatto sì che i figli fossero tutti “voluti” rispetto a quelli “venuti”, cioè sino a quando la pillola non è comparsa nel regolare maternità e paternità.

Analogamente, Polito evidenzia tutta una serie di privilegi nonché la mancata audacia da parte delle generazioni attuali, poco propense a lottare ed a rompere il cordone che li tiene legati alla famiglia, godendo del benessere accumulato dai genitori e nonni, anche tramite comportamenti che ricordano il “familismo amorale” che si trasforma, come esemplifica l’autore, nel copiare in classe dal compagno o dagli apparati elettronici o dai libri di testo, atteggiamento punito nel resto delle società dove l’istruzione è un valore fondante.

Polito ha consigliato ai presenti in sala, ma soprattutto ai genitori, di privilegiare l’istruzione dei figli rispetto all’accumulazione di case di proprietà, di facilitare i percorsi scolastici che portano i figli lontano da casa  senza continuare ad alimentare il paradosso tutto italiano di facoltà universitarie in ogni capoluogo della penisola.

Infine, di non contribuire all’incremento di quell’indice, creato dal sociologo Luca Ricolfi, denominato “dell’eredità attesa”, che determina una prassi per la quale un giovane si darà meno da fare per lavorare, quanto maggiore sarà quello su cui sa di poter contare, in quanto eredità dal padre.   

Il tema del libro di Polito si è prestato, naturalmente, anche a delle riflessioni sulla struttura e sui sentimenti familiari, sollecitate dalle domande dei partecipanti. L’autore ha affermato di ritenere  ancora preferibile la famiglia formata da genitori di sesso diverso, in quanto più completa per la formazione e realizzazione dei figli rispetto alle coppie omosessuali.

Ha infine ricordato ai genitori ed ai ragazzi in sala che compito dei primi è innanzitutto quello di esserci nei momenti di difficoltà dei figli; al riguardo ha narrato l’esperienza riferitagli da un  noto intellettuale che, vedendo la figlia in preda a gravi problemi di tossicodipendenza, aveva deciso di prendersi una aspettativa dal lavoro e di trascorrere la giornata in casa, ma aspettando solo una chiamata della figlia perché “se avesse avuto bisogno lui certamente ci sarebbe stato”.

Può aiutare ancora, per concludere, P.P. Pasolini con i versi di una sua poesia (“La poesia della tradizione”) rivolta alle generazioni del Sessantotto e ricordata nel libro “Generativi di tutto il mondo unitevi!” (4).

Oh sfortunata generazione

piangerai, ma di lacrime senza vita

perché forse non saprai neanche riandare

a ciò che non avendo avuto non hai neanche perduto:

povera generazione calvinista come alle origini della borghesia

fanciullescamente pragmatica, puerilmente attiva

tu hai cercato salvezza nell’organizzazione

(che non può altro produrre che altra organizzazione)

e hai passato i giorni della gioventù

parlando il linguaggio della democrazia burocratica

non uscendo mai della ripetizione delle formule. 

*  

NOTE

1) Gli incontri sono ad ingresso libero. Gli ultimi due si svolgeranno l’11 maggio con Bruno Vespa (presentazione di “Sale, zucchero e caffè” edito da Mondadori) ed il 18 maggio con Roberto Cotroneo (“Chiedimi chi erano i Beatles” edito da Mondadori). Per ulteriori informazioni è disponibile il sito Internet www.luiss.it/summerschool.

2) Polito è stato direttore de “Il Riformista” e vicedirettore di “Repubblica”. Dal 2006 al 2008 senatore per l’Ulivo. E’ autore, tra gli altri, di Intervista sul nuovo secolo con Eric Hobsbawm (1999) e di Dopo la Democrazia  (2003) scritto con Ralph Dahrendorf.     

3) Come confermato dal Professor Costantini, il ciclo di incontri ha principalmente, lo scopo di avviare gli studenti che frequentano gli ultimi anni delle scuole superiori ed i loro genitori, ad una scelta il più possibile consapevole che tenga conto dello scenario e della sua narrazione e che sia in grado si far apprezzare la bellezza e l’utilità non solo degli indirizzi considerati a più elevata probabilità di ingresso nel mondo del lavoro, ma anche dei percorsi umanistici che la “vulgata”, vuole meno attraenti, da questo punto di vista.

4) Il libro, edito da Feltrinelli, è opera di Marco Magatti e Chiara Giaccardi (entrambi docenti di Sociologia all’Università Cattolica di Milano), 148 pagine, 11 euro.

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Antonio D'Angiò

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