Contraddizioni nell'appello alla disobbedienza dei sacerdoti austriaci

Esposte dal Cardinale Christoph Schönborn

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VIENNA, lunedì, 5 settembre 2011 (ZENIT.org).- Il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna (Austria), ha risposto all’“appello alla disobbedienza” lanciato da alcuni sacerdoti che non condividono la teologia e la disciplina della Chiesa con un “appello all’unità”.

Il porporato, teologo di fama, ha risposto in molti modi alla “Pfarrer-Iniciative”, un manifesto pubblicato il 19 giugno e firmato da più di 300 dei 2.000 sacerdoti dell’Austria. Nel testo, i presbiteri rivolgono un “appello alla disobbedienza”, visto che il Papa e i Vescovi non hanno accolto le loro rivendicazioni.

Tra queste figurano l’ordinazione sacerdotale di donne, l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati nella Chiesa di rito latino, la comunione per i divorziati e la possibilità che ci sia un presidente laico alla guida delle parrocchie.

Il Cardinale Schönborn ha offerto delle interviste per spiegare che l’“appello alla disobbedienza” contro la gerarchia legittima della Chiesa non solo non è giustificato, ma rappresenta anche un motivo di scandalo per i cattolici.

“Molti lavoratori si chiedono come sia possibile che la Chiesa inciti a diffondere e praticare la disobbedienza, quando sanno certamente che se avessero lanciato un appello simile nei posti di lavoro avrebbero perso già da tempo il loro impiego”, sottolinea il Cardinale in una lettera nella quale ha risposto agli autori dell’iniziativa.

“Non è necessario essere sempre d’accordo con qualsiasi decisione ecclesiastica, soprattutto in ambito disciplinare, ed è anche lecito prendere in alcuni casi decisioni diverse”, riconosce il porporato.

“Quando però il Papa indica ripetutamente passi chiari, ricordando anche l’insegnamento in vigore – ad esempio per quanto riguarda i ruoli –, allora l’appello alla disobbedienza pone, di fatto, in discussione la comunità ecclesiastica nel suo insieme”.

“In ultima istanza, infatti, ogni sacerdote, così come tutti noi, deve decidere se vuole continuare a percorrere il cammino insieme al Papa, al Vescovo e alla Chiesa oppure no. E’ certamente sempre difficile rinunciare ad alcune idee e prospettive, ma chi dichiara nullo il principio di obbedienza dissolve l’unità”, dichiara.

Schönborn fa quindi notare ai promotori della “Pfarrer-Inititiative” alcune contraddizioni nel loro “Programma di disobbedienza”, come il concetto di una “festa dell’Eucaristia senza sacerdote” e ancor di più la definizione inaccettabile di “festival liturgici”.

“Sono Vescovo ormai da quasi vent’anni – conclude il Cardinale –. Il compito del Vescovo è quello dell’unità: l’unità nella propria Diocesi, l’unità con il Papa, l’unità con la Chiesa. E assumo questo compito con grande gioia. Vivo molti momenti belli, ma anche momenti di ferite dolorose. Una di queste ferite è l”Appello alla disobbedienza’”.

Per questo, lancia “un appello all’unità, a quell’unità chiesta da Gesù al padre e per la quale Cristo è stato disposto a sacrificare la vita”.

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ZENIT Staff

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