don Ugo Casalegno celebra in montagna

Continua il pellegrinaggio delle Ostie della Misericordia

Le particole prodotte dai detenuti del carcere di Opera, nell’ambito del progetto “il senso del pane”.

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Continua il “pellegrinaggio” delle ostie della Misericordia prodotte dai detenuti del carcere di Opera, a Milano, che lavorano al progetto “Il senso del pane”, un laboratorio artigianale per realizzare particole donate gratuitamente alle parrocchie che ne fanno richiesta. Anche papa Francesco ha ricevuto queste ostie, consegnate nel corso di una udienza a Roma personalmente dai detenuti di Opera, e le ha consacrate nel giorno di Pentecoste.
Avviato da meno di un anno, il progetto ha interessato ormai centinaia di realtà in tutto il mondo: quest’estate, le ostie sono state portate dai volontari in molti luoghi significativi, come a Guadalupe, a Lourdes, in Congo, in Etiopia, in Cile, in Siria, a Londra. Sono state consacrate anche in Italia e, sabato scorso, si è svolto un suggestivo pellegrinaggio sul Monte Rosa, la seconda montagna più alta delle Alpi: le ostie sono state portate da alcuni fedeli, tra cui un gruppo “in cordata”, da Alagna Valsesia fino al passo dei Salati (2979 metri), dove don Ugo Casalegno, parroco di Gressoney, le ha consacrate nella messa celebrata in quota.
«Portare “in alto” le ostie fatte dai detenuti», ha spiegato Arnoldo Mosca Mondadori, ideatore del progetto, «è stato molto commuovente. La messa è stata celebrata su un semplice altare, con attorno soltanto le montagne».
Al termine, don Ugo ha scritto una lettera ai detenuti, facendola firmare a tutti i presenti, compresi i numerosi bambini che hanno partecipato alla scalata. Questo il messaggio: «Abbiamo appena celebrato l’Eucaristia con le ostie che ci avete donato. Con il corpo del Cristo Vivente abbiamo comunicato – con indicibile verità – con la vostra vita; sentivamo il dovere di dirvelo, di affermare la comunione profonda che il Cristo Vivente ci dona con voi».
 
 
 

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Agnese Pellegrini

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