Contestata una lettera favorevole alla ricerca sulle cellule staminali

L’Episcopato afferma che l’appello dei deputati USA è basato su affermazioni accademiche

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WASHINGTON, D.C., 4 maggio 2004 (ZENIT.org).- Un assistente della Conferenza dei vescovi ha contestato una lettera firmata da più di 200 deputati statunitensi, in cui si chiede al Presidente George Bush di favorire la distruzione di nuovi embrioni umani per aiutare la ricerca sulle cellule staminali.

“Oltre a dimostrare una mancanza di rispetto per la vita umana in via di sviluppo, la lettera poggia su dati di cui si può dimostrare la falsità”, ha affermato Richard Doerflinger, vice direttore del Segretariato degli attivisti pro-life dell’Episcopato.

Egli ha definito la lettera “una triste evidenza del livello di conoscenza dei giuristi in materia” ed ha chiesto ai firmatari di ritirare le proprie sottoscrizioni.

La lettera si basa su una notizia pubblicata nell’edizione del 25 marzo scorso del “New England Journal of Medicine”, secondo la quale scienziati di Harvard hanno utilizzato fondi privati per togliere la vita a 344 embrioni umani, producendo 17 nuove file di cellule staminali embrionali (ESC). I sostenitori delle ESC ora chiedono finanziamenti federali per la ricerca che utilizza tali file di cellule e altre che possono essere create nel futuro.

Secondo la lettera parlamentare, le file di cellule oggetto degli eventuali finanziamenti federali sarebbero insufficienti per esperimenti clinici sugli uomini, e sarebbero peraltro “contaminate” dalle cellule dei topi adibite ad alimentarle.

La lettera afferma inoltre che “più di 400.000 embrioni IVF” che in questo momento si trovano nei freezer sono disponibili per creare nuove file di ESC.

“Membri del Congresso che hanno firmato la lettera dovrebbero essere a conoscenza di alcuni dati fondamentali, ha detto Doerflinger.

Egli ha affermato che le nuove file di cellule staminali prodotte a Harvard hanno le stesse qualità delle file di cellule ritenute non idonee all’uso medico.

“Studi recenti affermano che tutte le file di cellule staminali embrionali possono sviluppare anomalie genetiche simili a quelle riscontrare nelle cellule cancerogene. Si tratta di un problema relativo alle cellule staminali embrionali in generale, tale da impedirne l’utilizzo per gli esseri umani per il prossimo futuro”, ha affermato.

Mentre nel maggio del 2003 si è stimata l’esistenza di circa 400.000 embrioni congelati negli Stati Uniti, il medesimo articolo afferma che la grande maggioranza di tali embrioni sono destinati ad un ulteriore e successivo utilizzo riproduttivo, e che il numero disponibile per la ricerca è di circa 11.000, ha osservato Doerflinger.

L’articolo afferma che 275 file di cellule potrebbero essere ottenute in questo modo, ma questo numero “sarebbe certamente inadeguato per trattare qualsiasi grande malattia negli Stati Uniti”, ha affermato Doerflinger.

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ZENIT Staff

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