Confraternite: l'anno della svolta al servizio di papa Francesco (Prima parte)

Il Presidente della Confederazione, Francesco Antonetti racconta le novità emerse a conclusione del direttivo nazionale

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Con una relazione finale del Presidente della Confederazione, Francesco Antonetti, si è concluso il Direttivo nazionale delle Confraternite delle Diocesi d’Italia che si è tenuto a Roma i giorni venerdì 31 e sabato 1 febbraio presso la Domus Internationalis Paulus VI, davanti ai dirigenti e coordinatori regionali.

Maggiore visibilità e un forte impegno alle belle parole di Papa Francesco sul ruolo e la missione della pietà popolare. Tra le iniziative annunciate: i Cammini interregionali di Bolsena per il 750° anniversario del Miracolo eucaristico, Sulmona e Monti (Sardegna).

A Monreale la confraternita locale apre un convegno sul capitano Basile ucciso dalla mafia. ZENIT ha intervistato il Presidente nazionale della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia, Francesco Antonetti.

Presidente Antonetti, a due giorni dalla conclusione dei lavori del Direttivo nazionale della Confederazione delle confraternite delle Diocesi d’Italia, una realtà che, sulla carta, conta oltre 3000 confraternite associate e un milione di aderenti, una sua riflessione sui lavori, risultati e aspettative.

Francesco Antonetti: Molto positivi ed entusiasmanti. Come lei dice, siamo la realtà aggregativa più numerosa e, quel che più importa, in continua crescita. Da qui uno degli impegni che la Confederazione ha preso è proprio quello di monitorare e completare il quadro complessivo delle altre realtà confraternali che stimiamo si aggiri in circa 3000 in più, molte delle quali pur non essendo iscritte alla nostra Confederazione pensano però di farlo. E questo grazie all’opera quotidiana dei nostri coordinatori che, presenti in tutta la penisola, hanno riacceso nella gente la bellezza della devozione e dello spirito di servizio e carità verso i più indigenti.

Sul piano della struttura e organizzazione interna, nella sua relazione finale si è soffermato molto sulla comunicazione e sulla necessità di rafforzare la rete. Ci può spiegare meglio?  

Francesco Antonetti: La comunicazione è essenziale per dialogare con tutti. Stiamo registrando uno straordinario interesse da parte dei media. Un interesse – non dico successo – finora a noi sconosciuto E non per colpa nostra. Spesso i media ci indentificavano come il mondo antico fatto di abiti e cappucci residui del Medioevo. Mentre in tutti questi anni, già con il riconoscimento nel 2000 della CEI, la Chiesa stessa aveva capito che il nostro lavoro e i nostri sodalizi svolgevano, nel silenzio e nella carità che li contraddistingue, quelle che oggi papa Francesco nell’Evangelii Gaudium chiama “la forza evangelizzatrice della pietà popolare che opere nella prossimità e nelle periferie esistenziali”. Da qui, forse, l’interesse nuovo dei media. E anche per questo abbiamo riscontrato la necessità di dotarci di un ufficio stampa e abbiamo fatto anche un restyling. In più abbiamo dato un nuovo impulso al nostro organo ufficiale Tradere. Non dimentichiamo comunque che per noi confratelli, così come per tutti i cristiani, la vera comunicazione tra noi rimane la preghiera.

[La seconda parte sarà pubblicata domani, martedì 4 febbraio]

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Antonello Cavallotto

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