Conferenza in Vaticano delle Chiese anglofone sugli abusi di minori

Rinnova la vicinanza alle vittime

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 7 giugno 2009 (ZENIT.org).- Lo scandalo suscitato da ogni nuovo caso di abuso sessuale nella Chiesa ha l’effetto positivo di dare ad altre vittime il coraggio di farsi avanti e di rinnovare l’impegno della Chiesa stessa a porre fine ai soprusi.

È una delle riflessioni sulle quali ci si è confrontati nel corso della decima Conferenza anglofona, che dal 1° al 5 giugno ha riunito in Vaticano Vescovi, religiosi, religiose e laici sul problema delle violenze sui minori nella Chiesa, informa “L’Osservatore Romano”.

Il tema è particolarmente scottante in queste ultime settimane per la pubblicazione di un rapporto governativo in Irlanda nel quale si evidenziano gli abusi commessi fra gli anni Trenta e Novanta in molti istituti di correzione, finanziati dallo Stato ma spesso gestiti da ordini religiosi cattolici.

“Quest’incontro ha dato ai partecipanti l’opportunità di consultare responsabili del Vaticano, di incontrare esperti nel campo della tutela dell’infanzia e di condividere progressi e problemi con altre Conferenze Episcopali”, ha affermato il Vescovo di Rapid City, Blase J. Cupich, presidente della Commissione per la protezione dei bambini e dei giovani della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti.

“Ci siamo trovati tutti d’accordo che occorre un piano che comprenda la prevenzione, il sostegno e la guarigione”, ha sottolineato monsignor Cupich, secondo quanto riportato dal Catholic news service. “La Conferenza anglofona aiuta le persone che lavorano per la Chiesa a trovare i modi per creare un ambiente in cui chiunque abbia subito un abuso possa uscire allo scoperto con fiducia”.

“È una questione umana, un problema umano, sebbene esso emerga maggiormente nei Paesi di lingua inglese, forse perché in essi vi è un’apertura speciale nella comunicazione”, ha commentato.

L’organizzazione che raggruppa le Chiese anglofone impegnate nel combattere il fenomeno degli abusi si chiama “National office for the protection of children and vulnerable adults“.

Il vertice, partito nel 2000, si tiene ogni anno (nel 2008 ha avuto come sede Washington). In Vaticano erano presenti delegati provenienti da Australia, Inghilterra e Galles, India, Irlanda, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Scozia e Stati Uniti, ma hanno partecipato anche rappresentanti di Italia, Cile e Ghana. L’incontro, organizzato dalla Conferenza Episcopale Scozzese, ha avuto come titolo “Looking forward – The challenge ahead” (Guardare avanti – La sfida che ci attende) ed è stato presieduto dal Vescovo di Galloway, John Cunningham.

“Il fatto positivo è che le vittime si sono fatte avanti e che abbiamo ammesso che gli abusi hanno fatto parte della nostra storia e che stiamo facendo tutto il possibile per far fronte alle conseguenze e per assicurare un nuovo modo di relazionarci all’interno della Chiesa”, ha dichiarato l’Arcivescovo di Adelaide, Philip Edward Wilson.

Dal canto suo, monsignor Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha spiegato che “la comprensione del fenomeno da parte della Chiesa e i programmi per porre fine agli abusi sono in costante evoluzione”.

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ZENIT Staff

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