Condividere gioie e speranze

Intervento introduttivo di Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, al conferimento del dottorato honoris causa al card. Bertone

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di Eugenio Fizzotti

ROMA, martedì, 24 aprile 2012 (ZENIT.org).- Apprezzando la decisione presa dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi Magna Grecia di Catanzaro di conferire sabato 21 aprile 2012 la laurea honoris causa in giurisprudenza a Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone ai numerosi presenti nel Teatro Politeama ha voluto ricordare il delicato servizio apostolico che il festeggiato svolge a livello universale nella comunità cattolica, assistendo il papa Benedetto XVI nella sua alta missione di «attenzione particolare per la vita delle comunità che in tutto il mondo sono impegnate nell’annuncio del Vangelo e, con tutte le componenti delle diverse società, nell’edificazione di una società internazionale più fraterna, collaborando vivamente anche nella funzione pastorale e sociale di perseguire, sviluppare e intensificare i rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, per il bene della Chiesa e della Società civile».

In effetti il Card. Tarcisio Bertone, «attraverso la Sua persona e la Sua riconosciuta qualificazione scientifica e accademica, oltre che pastorale ed episcopale, ha accettato di condividere oggi, con la comunità accademica dell’Università degli studi di Catanzaro e con tutti noi, il contributo proveniente da un’Istituzione, qual è appunto quella ecclesiastica, la quale mette significativamente in primo piano i più alti valori umani e, per questo, non si sente per nulla estranea ad alcun problema proprio dell’uomo contemporaneo, di cui condivide gioie e speranze, sofferenze ed angosce. L’auspicio è, infatti, quello di poter collaborare, anche spiritualmente oltre che culturalmente, alla risoluzione delle grandi questioni che l’umanità deve affrontare, soprattutto in questo tempo di grandi preoccupazioni sociali, che anche dalla comunità ecclesiale può, anzi deve, trarre più di un utile spunto di riflessione, di speranza e di dialogo per l’auspicata rinascita globale».

E riconoscendo che il card. Bertone è in grado di offrire «spunti di preziosa riflessione sui fondamenti culturali (cioè etici, giuridici, economici e politici) del Continente europeo nel più ampio orizzonte del Mediterraneo, all’interno di una più vasta azione organica di animazione ideale e ideativa, promossa dalla Comunità accademica di una qualificata Istituzione universitaria meridionale», Mons. Bertolone ha sottolineato che nell’Occidente europeo, «anche grazie alla costruzione di un comune ethos delle genti, affratellate dalla stessa lingua e dalla medesima religione pubblica, nascono e si sviluppano grandi istanze di ordine etico, giuridico ed economico».

Di conseguenza ha acquistato un particolare valore il fatto che l’Università degli studi Magna Græcia di Catanzaro, e in specie la sua Facoltà di Giurisprudenza, abbia accolto con stima e rispetto il cardinale Bertone, evidenziando «il peso della sua antichissima eredità e la sua moderna e ricca possibilità di scelta per gli studenti che vogliono compiere i propri studi in Calabria, ai quali viene assicurata un’offerta formativa rinnovata, innovativa e in linea sia con le nuove tendenze del mercato del lavoro, sia con le tradizioni classiche».

Ecco perché l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace ha evidenziato che il Codice etico dell’Università «prescrive di realizzare i valori fondamentali della legalità, della solidarietà e del rifiuto di ogni discriminazione, garantendo il rispetto e l’applicazione dei principi di correttezza, imparzialità, tutela della libertà e dignità della persona, della libertà di insegnamento, di ricerca e di studio, in una Calabria che, come il resto del Meridione, patisce ancora i risvolti negativi della questione meridionale e la sofferenza indotta dalla pervasività del fenomeno mafioso, di una criminalità organizzata che continua a utilizzare simbologie e rituali anche religiosi per giustificare un’ortodossia di facciata e fornire legittimazione alle loro azioni delittuose».

In tale prospettiva è risultato quanto mai convincente il richiamo alla necessità di un cambiamento sia personale che comunitario, finalizzato al riconoscimento dei patrimoni culturali e delle risorse umane presenti nel territorio e che, superando le devastazioni ambientali, l’illegalità e la degenerazione, «costituiscono le pietre che hanno visto momenti di splendore che permettono di dominare il male e di lenire la sofferenza» e quasi rappresentano «un laboratorio di autentico umanesimo, dove la ragione tecnica e scientifica, in collaborazione con la ragione speculativa, giuridica, letteraria e artistica, opera la propria ricerca secondo la piena misura delle potenzialità umane, applicandosi con rigore nell’analisi dei dati positivi e, al tempo stesso, lasciandosi sempre interpellare dalle grandi domande sui significati ultimi e universali dell’uomo nella storia e nel cosmo».

Dichiarando quindi che l’istituzione universitaria di Catanzaro è una base culturale sulla quale si può «realisticamente lavorare alla costruzione di una rinnovata identità europea, idonea a offrire al mondo il contributo di un’inestimabile eredità spirituale, etica e giuridica, in grado di forgiare un umanesimo razionale e universale, e per ciò stesso aperto alla rivelazione di Gesù Cristo», Mons. Bertolone ha invitato il card. Bertone ad apprezzarne gli orientamenti etici, «finalizzati a esorcizzare il temuto tramonto di un ethos comune e a favorire il vivere in conformità, anche scientifica, con la verità dell’autentica scienza e dell’autentica ricerca, che non può non essere cristiana, in evidenza e sistematica coerenza con la dottrina sociale e giuridica della Chiesa».

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ZENIT Staff

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