Commento del Rabbino della Comunità Ebraica di Roma sul Papa

ROMA, 15 marzo 2004 (ZENIT.org).- “Non c’è stato nessun Papa nella storia che abbia promosso così buoni rapporti tra l’ebraismo e la Chiesa cattolica come Giovanni Paolo II. Per quanto ci riguarda ci troviamo di fronte a situazioni non comuni nella storia della Chiesa e dei rapporti con la comunità ebraica”.

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Così il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha esordito in una intervista concessa a ZENIT, nella quale ha fatto un bilancio dei 25 anni di Pontificato di Giovanni Paolo II, alla luce dei gesti importanti compiuti dal Santo Padre nel riavvicinamento con i “nostri fratelli maggiori” di religione ebraica:

In che modo Giovanni Paolo II ha cambiato i rapporti con l’ebraismo?

Rabbino Di Segni: Nella storia ci sono stati diversi problemi nel dialogo ebraico- cristiano, soprattutto i pregiudizi nei confronti degli ebrei. Per secoli abbiamo avuto la percezione che c’era una diffidenza alimentata da ideologie e pratiche antiche.

Questo tipo di approccio alla diversità ebraica, è stato smantellato da una serie di gesti di Giovanni Paolo II prima ancora che nei discorsi. Mi riferisco in particolare alla visita del Papa alla Sinagoga di Roma e la visita al muro del pianto a Gerusalemme.

Giovanni Paolo II ha rimosso i sentimenti di disprezzo e ha instaurato un rapporto basato sul rispetto, e la dignità reciproca.

Tra ebrei e cristiani ci sono molti valori condivisi…

Rabbino Di Segni: Dipende dal fatto che sono due religioni che nascono entrambi dalla Bibbia. E’ nella tradizione biblica che si sottolinea l’importanza della dignità e della vita dell’uomo, il senso che la vita deve avere uno scopo ideale, il senso della solidarietà sociale.

Si tratta di valori fondanti. Valori biblici che sono intrinsechi e condivisi tra ebrei e cristiani. Da questo punto di vista I due mondi si sono sempre incontrati e anche imitati, sovente in una spirale virtuosa.

Qual è la sua valutazione sul Pontificato di Giovanni Paolo II?

Rabbino Di Segni: E’ assolutamente positiva, anche se rimangono aspetti problematici di ordine teologico. Certamente sotto questo pontificato siamo arrivati ad una piena dignità del rispetto umano e delle tradizioni religiose, ma su molte altre questioni la discussione è aperta.

Che valore darebbe a questo pontificato?
Rabbino Di Segni: Giovanni Paolo II è stato capace di dare una grande immagine positiva della sua opera e di che cosa la Chiesa fa, non so fino a che punto i fedeli prendano i suoi moniti con sufficiente assunzione di responsabilità.

Cosa intende dire?

Rabbino Di Segni: La maggior parte delle persone prova una sconfinata ammirazione per questo Papa, che ha un grande impatto personale. Un impatto mediatico, per quanto ha dovuto sopportare, la sofferenza, la capacità che ha di muovere centinaia di milioni di persone intorno alle sue iniziative.

Quanto questo poi cambi il comportamento delle persone non lo so. Non so quante persone, condividono per esempio la sua opposizione al divorzio o la non accettazione dei diversi comportamenti sessuali come indicato dalla morale cattolica.

Difesa della vita, opposizione all’eutanasia, difesa della dignità delle persona e dei diritti umani, sono temi a voi cari.

Rabbino Di Segni: Circa l’opposizione all’eutanasia siamo totalmente allineati con la posizione della Chiesa cattolica, mentre per quello che i cattolici intendono come difesa della vita abbiamo posizioni differenti.

Non perché non difendiamo la vita nascente, ma perché secondo la teologia ebraica l’inizio della vita è regolata secondo cicli differenti da quelli conclamati dalla Chiesa cattolica, con tutto il rispetto per quanto la Chiesa afferma. E quindi le posizioni dottrinarie non sono perfettamente allineate. Sui diritti umani e della persona siamo per il massimo rispetto.

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ZENIT Staff

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