Commemorazione dei defunti

Risponde padre Edward McNamara, L.C., professore di Teologia e direttore spirituale

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Un lettore statunitense ha rivolto la seguente domanda a padre McNamara:

La Commemorazione dei fedeli defunti, che viene celebrata il 2 novembre, è elencata nella lista delle celebrazioni liturgiche. Ma stranamente non trovo alcuna classificazione per questa celebrazione come solennità, festa, memoria, ecc.  È corretto? Se sì, sarebbe un caso unico nel calendario liturgico. — A.L., Campbell, California (USA)

Anche se quest’anno abbiamo già celebrato la ricorrenza, l’argomento vale senz’altro la pena affrontarlo.

In effetti, questa celebrazione è una categoria a sé stante. Non è una festa vera e propria, dal momento che, piuttosto che celebrare i fedeli defunti, intercede per loro. La Messa ha la precedenza liturgica sulla domenica. Tuttavia, quando la Commemorazione dei defunti cade di domenica, vengono omessi il Gloria e il Credo.

La commemorazione dei Defunti ha tre letture, anche quando cade durante la settimana. Alcuni lezionari forniscono solo una serie di letture, indicando che le letture per le altre due Messe che un sacerdote può celebrare in quel giorno sono da scegliere dal formulario delle Messe esequiali. Altri lezionari invece, fra cui quello italiano, utilmente offrono tre possibili schemi di letture, ciascuno composto da tre letture.

A differenza di una solennità o festa del Signore, la precedenza della Commemorazione dei defunti sulla Messa della domenica non si estende alla Liturgia delle Ore, la quale rimane quella della domenica. Tuttavia, può essere sostituita dall’Ufficio dei defunti se recitata pubblicamente.

E sempre a differenza di solennità o feste del Signore che cadono di domenica, per la Commemorazione dei defunti fedeli, il sabato sera non c’è la Messa vespertina alla vigilia.  Infatti, la Messa di Ognissanti (il 1° novembre) viene celebrata per l’intera giornata.

Nei paesi in cui la Messa di Ognissanti non è una festività di precetto, la Messa vespertina del sabato vale per il precetto della domenica.

Dal punto di vista storico, un giorno dedicato alla preghiera per i defunti è attestato in vari luoghi e in date diverse. I monasteri benedettini ad esempio commemoravano i membri della comunità deceduti nella settimana che seguiva la Pentecoste, e questa pratica è attestata chiaramente nella Spagna del VII secolo, vicino alla Pentecoste. 

Sembra che l’usanza di celebrare questa commemorazione dei defunti in abbinamento con una grande festa, come la Pentecoste, l’Epifania o la memoria un noto santo, era molto comune nella Chiesa. Sant’Eigil (morto nel 822), abate di Fulda (Germania), fissò ad esempio la data celebrativa al 17 dicembre, cioè l’anniversario della morte di san Sturmio, fondatore dell’abbazia benedettina.

In Germania, intorno all’anno 980 la commemorazione appare ben attestata nel giorno del 1° ottobre. Probabilmente la prima diocesi ad adottare la commemorazione  è stata quella di Liegi (la città nell’attuale Belgio faceva in quell’epoca parte del Sacro Impero Romano), prima del  1008. 

Per quanto riguarda l’Italia, è stata introdotta nella diocesi di Milano tra il 1120 e il 1125, e fissata al 16 ottobre, seguendo di un giorno la festa della Dedicazione del Duomo. Così rimase fino ai tempi di san Carlo Borromeo (morto nel 1584), quando la data celebrativa della ricorrenza fu fissata al 2 novembre.

La persona che ha maggiormente più influito sulla creazione e sulla diffusione di questa ricorrenza è stata sant’Oddone da Cluny (morto nel 1048 ), il quale ha introdotto questa pratica nella sua vasta famiglia monastica. Ha fissato la data nel 2 novembre, seguendo di un giorno la festa già consolidata di Ognissanti.

Dai monasteri cluniacensi  si è diffusa in tutti gli altri monasteri benedettini, un elemento che è stato determinante nell’estendere la commemorazione a tutta la Chiesa.

Dal fatto dell’abbinamento della Commemorazione dei defunti con celebrazioni importanti, si vede che risulta poco fondata l’ipotesi che questa ricorrenza sia stata istituita dalla Chiesa come una sorta di contrappeso o un tentativo di “cristianizzare”  una festa celtico-pagana in onore dei morti celebrata ai primi di novembre e che presumibilmente sopravvisse in qualche modo fino all’epoca medioevale. Inoltre contro l’ipotesi è il fatto che non ci sono prove scritte dell’esistenza di un tale festa nell’epoca menzionata sopra.

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo  liturgia.zenit@zenit.orgSi chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono. 

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ZENIT Staff

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