Come trascorre il Papa la sua vacanza estiva

Una chiamata ad un maggior silenzio e a pregare di più

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ROMA, sabato, 28 agosto 2004 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II ha ultimamente impartito qualche consiglio su come avvicinarsi a Dio durante le vacanze. Rientrato di recente dalla sua pausa di 12 giorni trascorsa sulle Alpi italiane, nel suo messaggio per l’Angelus di domenica 18 luglio il Papa ha affidato il periodo delle vacanze a Maria, chiedendole di aiutarci ad apprezzarlo come un “tempo propizio per riscoprire il primato della vita interiore”.

La domenica precedente, nel suo commento all’Angelus, il Papa ha riflettuto sulla sua esperienza in montagna, osservando che immerso nella natura “si sperimenta facilmente quanto proficuo sia il silenzio, un bene oggi sempre più raro”. Giovanni Paolo II ha osservato che il mondo di oggi ha cosi tanto da offrire in termini di contatti personali e informazioni che le persone possono trovarsi senza alcun momento libero per riflettere o pregare.

“In realtà, solo nel silenzio l’uomo riesce ad ascoltare nell’intimo della coscienza la voce di Dio, che veramente lo rende libero”, ha affermato. “E le vacanze possono aiutare a riscoprire e coltivare questa indispensabile dimensione interiore dell’esistenza umana”.

Il Santo Padre ha richiamato l’esempio di Maria, osservando che nelle sue escursioni montane ha avuto modo di visitare diversi santuari, e le ha chiesto che “ci aiuti a cogliere nella bellezza del creato un riflesso della gloria divina, e ci incoraggi a tendere con ogni energia verso la vetta spirituale della santità”.

Esperienze umane e spirituali

Essendo stato un appassionato delle escursioni, dello sci e del nuoto fino ai suoi problemi fisici, il Papa sicuramente apprezza l’importanza delle attività sportive. Nel suo commento all’Angelus del 4 luglio, egli ha parlato di “opportune iniziative ricreative, arricchite da genuini rapporti umani”. E nell’udienza generale del 23 giugno ha detto ai giovani: “auguro a voi già in vacanza di profittare dell’estate per compiere formative esperienze umane e spirituali”.

Il Papa ha trattato questi aspetti sociali delle vacanze nel suo messaggio per la prossima Giornata Mondiale del Turismo. Queste esperienze avvengono, ha osservato, quando il rapporto fra le persone “è cordiale, rispettoso e solidale” (N. 1). Quando queste condizioni sono soddisfatte, il rapporto interpersonale “rappresenta una porta aperta alla pace e alla convivenza armoniosa”.

Il turismo, ha aggiunto il Papa, può anche essere utile a migliorare la comprensione delle culture altrui. “Di fatto, molte delle situazioni di violenza di cui l’umanità soffre ai tempi nostri hanno la loro radice nell’incomprensione e anche nel rifiuto dei valori e dell’identità delle culture altrui. Per questo tali situazioni potrebbero molte volte essere superate grazie a una migliore conoscenza reciproca” (N. 1).

Ma per ottenere questo, ha proseguito, dobbiamo basare i nostri rapporti su quello che è “il principio supremo che deve governare la convivenza umana”, ovvero “il rispetto della dignità di ciascuno, in quanto persona creata a immagine di Dio e, pertanto, fratello universale”.

Sport e virtù

Visto che il tema della Giornata Mondiale del Turismo di quest’anno è sport e turismo, il messaggio del Papa ha dedicato qualche parola di consiglio anche alle attività sportive. Egli ha auspicato che lo sport non venga rovinato dal “mercantilismo esacerbato, la competitività aggressiva, la violenza contro persone e cose, fino ad arrivare persino al degrado dell’ambiente o all’offesa della identità culturale di chi accoglie l’evento” (N. 2).

Giovanni Paolo II ha raccomandato, piuttosto, che la giusta pratica dello sport sia “accompagnata dalla temperanza e dall’educazione alla rinuncia; con molta frequenza essa richiede altresì un buono spirito di squadra, atteggiamenti di rispetto, apprezzamento delle altrui qualità, onestà nel gioco e umiltà per riconoscere i propri limiti” (N. 3).

Egli ha inoltre invitato i Cristiani a considerare le attività sportive come un’opportunità per sviluppare le virtù cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, nel partecipare alla “corsa per guadagnare la corona ‘incorruttibile’, come scrive San Paolo”.

Citando la sua omelia pronunciata nel 2000 in occasione del Giubileo mondiale per lo sport, il Papa ha esortato a promuovere “uno sport che tuteli i deboli e non escluda nessuno, che liberi i giovani dalle insidie dell’apatia e dell’indifferenza, e susciti in loro un sano agonismo”. Questo tipo di sport, prosegue l’omelia, può anche essere “fattore di emancipazione dei Paesi più poveri” ed aiutare “a cancellare l’intolleranza e a costruire un mondo più fraterno e solidale”.

Vissuto in questo spirito, lo sport può contribuire a “far amare la vita” educando “al sacrificio, al rispetto e alla responsabilità, portando alla piena valorizzazione di ogni persona umana”, ha concluso.

Orientamenti pastorali

Maggiori dettagli sulle raccomandazioni per il turismo sono contenute nel documento del 2001 intitolato “Orientamenti per la pastorale del turismo”, pubblicato dal Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti.

Il Pontificio Consiglio osserva che dobbiamo comprendere meglio il concetto delle vacanze, come riposo dalle nostre occupazioni normali. “Il senso del riposo, infatti, non è solo il necessario recupero dalla fatica del lavoro” (N. 6). Il significato più profondo insito nel concetto di riposo, spiega il documento, emerge quando dedichiamo più tempo a Dio e al servizio degli altri, e in particolare della nostra famiglia.

La lettura, gli eventi culturali, lo sport e il turismo sono alcune delle attività che possiamo intraprendere nel tempo libero. Ma il Consiglio avverte: “Vi è il pericolo che il riposo venga considerato come un dolce far niente” (N. 7). Al contrario, il concetto di riposo “consiste principalmente nel recupero di un equilibrio personale pieno, che le condizioni della vita ordinaria tendono a distruggere. A tal fine, non basta la sola interruzione di ogni occupazione, ma si devono creare anche determinate condizioni per recuperare l’equilibrio”.

Il turismo può soddisfare alcune di queste condizioni, in quanto ci consente di distaccarci dal nostro ambiente normale e di offrirci attività alternative: un contatto con la natura; una più diretta conoscenza del patrimonio artistico e monumentale; rapporti più umani con le altre persone; contatti con altre culture.

Ma nell’ambito di tutte queste attività, il Pontificio Consiglio raccomanda, nei suoi Orientamenti, che non viviamo il turismo come un tempo separato da Dio: “Il tempo dedicato al turismo non può in nessun modo essere escluso da questa storia d’amore incessante in cui Dio visita l’uomo e lo rende partecipe della sua gloria” (N. 14).

Inoltre, afferma il documento, “un’attenta percezione dei valori che possono manifestarsi nella pratica del turismo, suggerisce la possibilità di comprendere più intensamente alcuni aspetti centrali della storia della Salvezza”.

Il Consiglio raccomanda che, quando si ha l’opportunità di godere delle vacanze, ci ricordiamo di “rivivere in modo speciale l’azione di grazia per il dono del creato, in cui risplende la bellezza del Creatore, per il dono della libertà pasquale, che lo rende solidale verso tutti i suoi fratelli in Cristo Signore, e per il dono della festa con cui lo Spirito Santo lo introduce nella patria definitiva, anelito e meta del suo pellegrinare in questo mondo”.

In questo modo, si afferma negli Orientamenti, il tempo di vacanza assume una dimensione eucaristica “che deve fare del turismo un tempo di contemplazione, d’incontro e di gio
ia condivisa nel Signore ‘a lode della sua gloria’ (Ef 1,14)”.

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ZENIT Staff

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