Come se il Signore stesse per tornare

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

«Chiunque […] crede di aver capito le divine Scritture o una qualsiasi parte delle medesime, se mediante tale comprensione non riesce a innalzare l’edificio di questa duplice carità, di Dio e del prossimo, non le ha ancora capite». Così scriveva sant’Agostino, di cui oggi facciamo memoria, a proposito del corretto modo di porsi di fronte alla Bibbia (La dottrina cristiana I, c. 36,40). La Bibbia stessa ci insegna ad arrivare a tal comprensione: se siamo dei servi “vigilanti”, avremo le corrette indicazioni per praticare la carità verso Dio e il prossimo.

Meditazione

La figura escatologica del Figlio dell’Uomo, già presente negli antichi profeti biblici, viene esplicitamente ripresa da Gesù per caratterizzare l’atteggiamento del vero discepolo: uno che opera mantenendosi nello spirito dell’attesa dei tempi nuovi (spirito escatologico). Il Figlio dell’Uomo verrà, anche se nessuno adesso può immaginarne l’ora e il modo. Nel frattempo due sono i concreti suggerimenti esistenziali: vegliare, tenersi pronti e irreprensibili; cioè, mai adagiarsi nella ripetitività monotona del quotidiano; dunque, essere sempre pronti a dare ragione della speranza che è in noi. Questa, del resto, è la volontà di Dio su di noi; ci viene chiesto di metterci in atteggiamento di servizio nei confronti degli altri, come se Dio stesso, padrone del tempo e della storia, fidandosi di noi, ci avesse messo qui a coordinare le azioni degli altri servi. Ogni fratello va sollecitato, nell’amore, ad amministrare in modo corretto i beni, senza offese e sopraffazioni, nella consapevolezza che il vero “padrone” di tutti e di tutto tornerà a chiederci conto dell’edificio di carità che era da costruire. Tutti gli esseri umani, ma particolarmente coloro che, nella comunità, ricoprono ruoli di guida e di orientamento – anche pastorale e politico-amministrativo – sono stati dotati di opportuni “carismi” (doni divini di conoscenza e di comunicazione, da porre al servizio degli altri, in spirito di dedizione e di solidarietà). Bisogna essere irreprensibili, lo dicono anche Paolo e Sòstene, in attesa del “giorno del Signore”. Costruire l’edificio della carità in mezzo a tutti coloro che in ogni luogo invocano il nome del Signore: questo ribadisce sant’Agostino nella prospettiva delle “cose ultime”.

Preghiera

Signore, tu ci hai chiamati alla santità e alla vigilanza, nell’attesa della tua seconda venuta. La tua grazia e la tua pace siano anche il nostro stile di vita in mezzo ai fratelli e alle sorelle, affinché tutti ti possano benedire ogni giorno. Amen.

Agire

«Non presentarti a Dio con il cuore in disordine! Non opporre resistenza alla sua volontà, pretendendo che egli si pieghi alle tue voglie» (sant’Agostino, En. in Ps. 96,18).

 *

Meditazione del giorno a cura di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it


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ZENIT Staff

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