"Come la stella dei Magi, la fede ci guida fino a Cristo salvatore"

Messaggio di monsignor Shomali ai partecipanti della 5.a Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa

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Riportiamo di seguito il messaggio inviato da monsignor William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, ai partecipanti della Quinta Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa, che si terrà il prossimo 27 gennaio 2013.

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Cari partecipanti alla “Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa”

Caro don Francesco De Ruvo SDB
Cari amici della Terra santa,

<p>Vi Saluto cordialmente mentre siete riuniti in preghiera per la pace in Terra Santa. Vorrei parlarvi della pace in relazione all’anno della fede che tutta la chiesa sta ancora celebrando.

Il 28 di ottobre  scorso, abbiamo iniziato l’anno della fede al santuario di nostra Signora di Palestina. Erano presenti tutti gli ordinari cattolici di Terra Santa con  70 sacerdoti e 2000  fedeli. Era una festa gioiosa e indimenticabile. Scrivendo questa  lettera, non posso mancare l’occasione di incoraggiarvi a vivere la vostra fede in tutte le sue dimensioni.

La fede è luce. Ci fa vedere più profondo, più lontano e più alto che i nostri occhi umani. Come la stella dei Magi, la fede ci guida fino a Cristo salvatore. La fede è un tesoro nascosto in un campo. Il campo e noi stessi. Al momento del battesimo, il signore aveva seminato in noi un piccolo germe che dobbiamo far crescere. E il seme della fede. E talmente piccolo che Gesù l’ha paragonato a un granellino di senapa, il più piccolo dei semi. Detto questo, non dimentichiamo la Sua promessa: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”. Infatti, sarebbe una grande perdita trascurare questo tesoro e non farlo fruttificare. La preghiera e lo spazio in cui la nostra fede cresce.

Ritorniamo ora alla nostra situazione di Terra Santa e al discorso sulla pace. Umanamente parlando, non c’è speranza di una soluzione imminente al conflitto israelo-palestinese. Ma con gli occhi della fede, crediamo che il signore è il Dio dell’impossibile, il Dio che può muovere le montagne dell’odio e il peso delle rappresaglie fra i due popoli in conflitto. Il Signore si è impegnato a farlo quando ha chiesto, nel salmo 121, di pregare per la pace di Gerusalemme. Il fatto che il Signore ci chiede di pregare e di bussare alla sua porta significa che ha la chiave per aprirci.

Se tarda a rispondere, non significa che non c’è risposta. Un più lungo ritardo può significare che ci prepara una bella sorpresa, più grande delle nostre aspettative. Cerchiamo un esempio dalla storia. Chi aspettava il crollo del muro di Berlino? Abbiamo spesso pregato per questa intenzione. Mentre pensavamo che non ci sarà mai una risposta, e sorvenuta una che sorpassava tutte le nostre attese. Ciò si applica a tutte le situazioni impossibili, precedute e accompagnate da una preghiera fiduciosa.

Durante l’anno della fede, vogliamo rinvigorire la nostra preghiera. Quando la nostra supplica diventa più forte, il Signore ci aiuterà a trapiantare le montagne dell’odio, del fanatismo e dell’intolleranza, ed a apportare invece pace e riconciliazione.

Con la mia preghiera

+William Shomali
Vescovo ausiliare di Gerusalemme

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ZENIT Staff

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