Come aiutare chi è attratto da una setta (Prima parte)

Consigli ai parenti per la relazione di aiuto verso chi è a rischio di fascinazione e verso chi ha aderito a un Movimento Religioso Alternativo (MRA)

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Avvertenza: questi consigli sono stati maturati ed elaborati in base all’esperienza venticinquennale del GRIS di Roma, fatta “sul campo”, dialogando con dei Testimoni di Geova e leggendo le loro pubblicazioni. Perciò alcuni accorgimenti si riferiscono solo al loro modo di confrontarsi. Ma, poiché sette e MRA si copiano vicendevolmente le metodologie, molti di questi consigli sono utili anche per vari tipi di denominazioni.

Naturalmente sono messi giù alla buona (e perciò si perdonerà qualche ripetizione). Alcuni si possono unificare e altri esservi aggiunti. Grazie a chi collaborerà per il loro completamento o, perplesso su qualcuno di essi, chiederà ulteriori delucidazioni e/o ne farà oggetto di discussione con noi, per telefono (3206962703) per email (info@grisroma.org) o nel forum (www.grisroma.org)

1)- Pregate prima e dopo di ogni incontro affinché lo Spirito Santo ci metta il suo dito. La Bibbia dice che se non è il Signore a costruire la casa invano vi si affaticano i costruttori. Ricordatevi che voi dovete solo “dire” le cose, “convincere” è opera del Padrone dei cuori e delle menti.

2)- Trasformate la difficoltà in opportunità. Ci sono grazie di Dio che entrano in casa “rompendo i vetri”. Potrebbe essere questo il vostro caso, per riscoprire voi stessi, se occorresse, l’importanza dei valori soprannaturali della vostra fede e la bellezza di viverla con impegno.

3)- Escludete assolutamente il ricorso alla violenza: procedimenti coatti per deprogrammare, minacce, rimbrotti, taglio del finanziamento, allontanamento. Quest’ultimo funziona se lo sceglie il soggetto stesso come periodo di prova (e lontano dai nuovi “angeli custodi” occhiuti e giudicanti, sarà più propenso ad esaminare la documentazione che gli offrirete). Se invece l’allontanamento è coatto si crea maggior attaccamento e determinazione.

4)- Provvedetevi di documentazione, studiatela, e ragionateci col soggetto mostrando la vostra veduta, di persona libera da condizionamenti di fascinazione. Evidenziate le enormità, le stranezze, le falsità del movimento, ma facendole scoprire dal soggetto senza dare giudizi vostri.
Usate di preferenza le pubblicazioni che loro accettano (per i TG va bene ogni opera della WT poiché hanno solo pubblicazioni ufficiali). Inutile appigliarsi a studi esegetici. Di fronte ad un pronunciamento ufficiale del “Canale con cui Geova provvede nutrimento al suo popolo”. Meglio esaminare ciò che dice il Canale e arrivare al bivio che fa chiedere: ma quando e in cosa va seguito il Canale? Quando porta l’ordine o quando porta il contrordine? Quale è la dottrina vera: quella prima maniera o quella di adesso? E quale sarà quella di domani?

5)- Dimostrate accoglienza sincera, con parresia. Evitate l’atteggiamento di superiorità e autosufficienza, l’ironia, il ridicolizzare o peggio il sarcasmo. Non atteggiatevi a possessori della verità assoluta. Ridicolizzare il loro credo e la loro scelta è offensivo, ai loro occhi suona come rimprovero di dabbenaggine, sbadataggine, superficialità ecc… Bisogna che tale valutazione se la diano da soli. E questo “miracolo” non succede né subito né facilmente.

6)- Fate scoprire dallo stesso soggetto le incongruenze, le variazioni dottrinali etc… senza imbeccarlo.
Fate in modo che non si sentano giudicati e rimproverati. Nel caso siano mossi da retta intenzione, questo atteggiamento vi taglierebbe fuori senza rimedio perché si sentirebbero superiori a voi che magari vivete nella fede ma un po’ così così! Prediligete l’arte maieutica delle domande, così che la critica avvenga in maniera indiretta, di riflesso, e sorga dal loro stesso giudizio.

7)- Non contrapponetevi mai. Anzi mostrate (e nutrite sinceramente) immutato affetto incondizionato; si tratta dei vostri cari o no? Fate capire al vostro parente che non è abbandonato a se stesso, che non siete indifferenti (menefreghisti) circa il suo avvenire sia sociale-terreno che eterno. Quindi sottolineate ogni volta che è possibile o necessario la differenza di atteggiamento rispetto all’errore-malattia (tolleranza zero) e all’errante-malato (affetto e pazienza). E lodate la sua nuova determinazione di voler progredire nella vita spirituale.

8)- Non banalizzate il problema. Armatevi di pazienza. Rispettate i tempi di maturazione. No alla fretta. Anche se una dottrina fosse oggettivamente risibile, il fatto è che al vostro caro, affascinato come gli innamorati, non appare come tale. Soprattutto se non conosceva la bellezza e il valore della fede che aveva. Fate conoscere ciò che si lascia e fate il confronto con ciò che viene offerto. E fatevi aiutare in questo se voi stessi siete sprovveduti in conoscenza biblica e capacità catechistica.</p>

9)- Si tratta di vedere se il proprio caro si è lasciato conquidere perché è un ricercatore dell’Assoluto, del senso della vita, della spiritualità (tensione retta) o perché si è lasciato abbindolare da promesse mirabolanti di potere, guarigione, arricchimento vario a breve termine. In conclusione dovrà capire che ha scelto il surrogato al caffé che già aveva (ma mal conosciuto) mettendosi quindi a rischio di impoverimento.

10)- Disponetevi a scoprire per voi stessi l’importanza del “caffè” che si ha nella fede cattolica rispetto al surrogato offerto dalle Sètte e MRA, e a rivedere la vostra vita se lo trascuravate. Se non lo fate il parente si sentirà migliore e più fortunato di voi giacché ha scoperto qualcosa che comunque gli riempie la vita, gli offre un senso promettente, gli dà la motivazione. Anche i risultati pratici (cambiamento di condotta) confermano che lui è più IN di voi.

11)- I parenti che fossero contrari solo per paure di danno “terreno” cioè sociale e non per interesse religioso, e/o sperano di risolvere il problema rapidamente e senza fatica personale, devono persuadersi che se non si convertono ad un apprezzamento e alla pratica attiva della vita religiosa non la spunteranno; né il GRIS ha modo di aiutarli poiché noi ci muoviamo direttamente sul piano di fede e solo indirettamente (cioè stimolando le relative competenze) su quello sociale per ciò che loro compete. 

(La seconda parte segue domani, lunedì 9 settembre)

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Sandro Leoni

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