Comastri: "Papa Francesco si sente un figlio aggrappato alla mamma, Maria"

Il vicario generale per la Città del Vaticano commenta l’importanza della Solennità dell’Assunzione e il legame tra Bergoglio e la Madre di Dio 

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Nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in Cielo, domani sabato 15 agosto, Papa Francesco reciterà l’Angelus alle 12 insieme ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Questa festa – spiega alla Radio Vaticana il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano – “è particolarmente attuale, anche per la nostra società e per il momento che stiamo vivendo”, dove “c’è un grande culto del corpo, una idolatria del corpo, ma purtroppo staccato dall’anima”. “È dall’anima bella che parte la bellezza del corpo!”, sottolinea il porporato, “Maria era bella dentro; Maria era bella nei suoi sentimenti, Maria era bella nella sua umiltà, Maria era bella nella sua generosità, Maria era bella nella sua dedizione totale a suo Figlio, al Salvatore, ed è quella bellezza che in qualche modo è affiorata nel corpo e ha giustificato la sua assunzione”.

Papa Francesco – afferma il cardinale – tutto ciò “lo sa e lo crede e lo vive con la semplicità di un bambino, ed è questo un fatto molto bello, dal quale possiamo trarre grandi insegnamenti. Il Papa molto spesso fa riferimento alla nonna, perché doveva essere, in casa, l’anello della tradizione di fede – gli ha insegnato a pregare – un personaggio di riferimento della sua infanzia, dalla quale ha ricevuto sicuramente anche l’amore per la Madonna”. Questa devozione, il Pontefice la esprime poi nelle formule più semplici: “Vedere il Papa che, quando torna da un viaggio, va a portare un mazzo di fiori a Santa Maria Maggiore: già questo fatto dice la sua semplicità”, osserva Comastri. Ed “essendo semplice” – aggiunge – tale gesto “parla subito al cuore, trasmette subito il messaggio e ci dice con estrema chiarezza che il Papa si sente un figlio aggrappato alla mamma, un figlio che ha bisogno di raccontare alla mamma la sua storia, i suoi viaggi, le sue fatiche, i suoi impegni. Questo è il senso di quel mazzolino di fiori che lui porta sull’altare”.

In particolare, Bergoglio ha portato a Buenos Aires e poi nel mondo la devozione alla “Madonna che scioglie i nodi”. “Chi non ha qualche nodo nella vita?”, domanda il cardinale, “chi non ha qualche nodo da sciogliere? Allora è bello immaginare Maria e immaginare la mamma come Colei che prende un groviglio e che, con pazienza, cerca di scioglierlo, di dipanarlo e di far ritornare la bellezza della vita normale, della vita che tutti vorremmo vivere. Io penso a un particolare della vita della Madonna: Maria a Cana. Un matrimonio, un nodo: viene a mancare il vino. E Maria scioglie il nodo. Ma lo fa con una delicatezza estrema. Maria si rivolge a Gesù, ma non dice: ‘Devi fare un miracolo!’, no. Lo stile di Maria è lo stile della delicatezza, lo stile dell’umiltà. Semplicemente dice: ‘Figlio, non hanno più vino’. La risposta di Gesù è una risposta che sicuramente la Madonna in quel momento non poté capire in tutta la profondità ed era una prova di fede anche per Lei: ‘Non è ancora giunta la mia ora’. Maria capì successivamente qual era l’ora di cui parlava Gesù in quel momento; ma la sua risposta è di una bellezza straordinaria. Maria non si scoraggia. Dice ai servi, semplicemente: ‘Qualunque cosa vi dirà, voi fatela’. E questo abbandono semplice, umile è il terreno in cui sboccia il miracolo, il terreno in cui si scioglie il nodo”.

Il vicario del Papa rileva infine come lo stesso Anno della Misericordia inizierà l’8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione: un modo per mettere il Giubileo sotto il manto protettore di Maria. “L’Immacolata è il progetto iniziale di Dio”, dice Comastri, “Dio ci vorrebbe tutti immacolati, puri dentro, e questa bellezza originaria che, adesso è venuta a mancare nella storia per il peccato umano, è ricominciata con Maria. Aprendo il Giubileo della Misericordia nel giorno dell’Immacolata, il Papa ci dice: ‘Questo è il sogno di Dio’, e possiamo tutti fare un passo per avvicinarci al sogno di Dio”. “Lasciamoci condurre da Maria”, è dunque l’invito del cardinale. “Lasciamoci portare da Lei: Maria ci indicherà la strada della misericordia, la strada nella quale possiamo recuperare tutti la bellezza che abbiamo perduto. Dio è pronto; la porta è aperta: entriamo!”.

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ZENIT Staff

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