Colombia: la Chiesa disposta a partecipare alla liberazione dei sequestrati

Vuole dialogare “faccia a faccia” con le FARC

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BOGOTA’, giovedì, 9 luglio 2009 (ZENIT.org).- Vari membri della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC) hanno concordato il 6 luglio sul fatto che la Chiesa cattolica è disposta a partecipare all’eventuale liberazione di persone sequestrate dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC).

Il presidente della CEC, monsignor Rubén Salazar Gómez, ha affermato che “noi siamo sempre disposti a partecipare a ciò che è possibile, a ciò che è utile. La nostra disponibilità è quindi totale”, informa il Dipartimento per la Comunicazione della CEC.

“Abbiamo sempre chiesto alle FARC e agli altri gruppi che detengono ostaggi di liberarli il prima possibile. E’ una richiesta che facciamo dal profondo del cuore: liberare tutti quanto prima e iniziare un vero processo di dialogo per raggiungere la pace”, ha osservato monsignor Salazar Gómez parlando ai giornalisti nel contesto dell’apertura dell’87ma Assemblea dell’episcopato, a Bogotà.

Dal canto suo, il Vescovo di Cúcuta, monsignor Jaime Prieto Amaya, ha affermato che le mediazioni “sono importantissime, ma al giorno d’oggi è più urgente il faccia a faccia con le FARC, con l’ELN [Esercito di Liberazione Nazionale] e con tutti i gruppi in questo conflitto che vogliamo risolvere. Non ci fermiamo alla proposizioni, vogliamo che ci siano proposte per la soluzione del conflitto armato”.

Secondo il presule, “non si può trattare solo di dialoghi iniziali per vedere se è possibile un progetto d’accordo. Ciascuno deve presentare il proprio punto di vista, e poi si arriva a quelli che possono essere accordi specifici o concreti. Ciò è fondamentale nel momento attuale perché mi sembra che il conflitto armato sia avanzato al punto che non è possibile proseguire questo bagno di sangue che sta sterminando i colombiani”.

Il Cardinale Pedro Rubiano Sáenz, Arcivescovo di Bogotà, ha ribadito che i membri della Conferenza Episcopale “sono sempre stati disposti a collaborare a tutto ciò che serve per la pace”.

“Il Paese spera nella liberazione di tutte le persone sequestrate. Questo aprirebbe una via per la pace”, ha aggiunto.

L’Arcivescovo di Tunja, monsignor Luis Augusto Castro Quiroga, ha dichiarato che è un “messaggio di fiducia alla Chiesa” l’annuncio delle FARC di non opporsi a che anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la Conferenza Episcopale siano presenti all’annunciata liberazione di due membri dell’Esercito che sono nelle loro mani.

Sul tema di questa Assemblea dell’episcopato, monsignor Castro Quiroga ha affermato che si tratta di “parlare della vita e basta, senza aggettivi perché qualsiasi aggettivo restringe ciò che è la vita”.

Questa vita, ha aggiunto, deve essere “goduta e rispettata da tutti… è un impegno non della Chiesa, ma di tutta l’umanità”. “Il tema è molto ampio ma è fondamentale, perché si tratta di ciò che in Colombia è molto debole. Il valore della vita è decaduto molto nel Paese”.

Allo stesso modo, il Nunzio Apostolico in Colombia, monsignor Aldo Cavalli, ha ribadito che ogni sequestro è un’ingiustizia e che è preoccupato per la situazione di ogni persona sequestrata in Colombia.

Circa un eventuale incontro faccia a faccia tra membri della Chiesa e delle FARC ha spiegato: “Noi siamo sempre disponibili a vie che siano utili”.

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ZENIT Staff

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