Medellin, 9 settembre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Colombia: il Papa chiede “maggiore audacia” alla Chiesa

Messa nell’aeroporto di Medellín

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“La Chiesa in Colombia è chiamata a impegnarsi con maggiore audacia nella formazione di discepoli missionari.” Lo ha spiegato papa Francesco, esortando a “crescere in audacia, in un coraggio evangelico”.
A Medellín, la penultima tappa del suo viaggio apostolico nel Paese sudamericano, il Santo Padre ha ricordato oggi, sabato 9 settembre 2017, che la sequela di Cristo suppone la presenza di tre atteggiamenti — tutti verbi — nei fedeli: “andare all’essenziale, rinnovarsi e coinvolgersi”.
Nel giorno della festa di san Pietro Claver, il gesuita spagnolo che per oltre 40 anni si dedicò al servizio degli schiavi africani, il Pontefice ha lasciato Bogotá per Medellín, per celebrare — come fece san Giovanni Paolo II nel 1986 — la Messa nell’aeroporto “Enrique Olaya Herrera”. Nonostante la pioggia, i fedeli hanno accolto papa Francesco con grande entusiasmo.
Nel corso della sua omelia, Jorge Bergoglio ha invitato i fedeli a non attaccarsi “a un certo stile, a certe pratiche che ci avvicinano più al modo di essere di alcuni farisei di allora che a quello di Gesù”.
Si tratta, così ha spiegato, di non restare “paralizzati da un’interpretazione e da una pratica rigoristica della legge”, ma di andare “all’essenziale”, di andare “in profondità, a ciò che conta e ha valore per la vita”.
Quindi, non “un freddo attaccamento a norme e leggi, né tantomeno un compiere certi atti esteriori che non portano a un cambiamento reale di vita”, come neppure “consuetudine”.
Chi vuole seguire Cristo non deve avere paura di “rinnovarsi”. “La Chiesa è ‘scossa’ dallo Spirito perché lasci le sue comodità e i suoi attaccamenti”, “è sempre in rinnovamento”, ha spiegato Francesco, che ha ricordato che essa “non si rinnova a suo capriccio, ma lo fa fondata e ferma nella fede”.
Il terzo verbo è “coinvolgersi” nei confronti di coloro “che hanno fame, fame di Dio, fame di dignità, perché sono stati spogliati.” Come cristiani, ha aggiunto Francesco, occorre “aiutarli a saziarsi di Dio; non ostacolare o proibire loro questo incontro. Non possiamo essere cristiani che alzano continuamente il cartello ‘proibito il passaggio’, né considerare che questo spazio è mia proprietà”.
Infatti, ha avvertito il Papa, “noi siamo semplici ‘servitori’ e non possiamo essere quelli che ostacolano tale incontro”, poiché “la Chiesa non è nostra, è di Dio; Lui è il padrone del tempio e della messe”.
Papa Francesco ha ripreso il tema della “fame di Dio” nel suo messaggio Twitter di oggi. “Oggi sono molti quelli che hanno fame di Dio, fame di dignità”, così il tweet, che prosegue: “E, come cristiani, dobbiamo aiutarli a saziarsi di Dio”. (pdm)
Cliccare qui per leggere il testo completo dell’omelia.

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Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

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