Colombia: campagne della Chiesa per le donne incinte

Lo scopo è far sì che affrontino “in modo più positivo la gravidanza”

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BOGOTÁ, martedì, 29 gennaio 2008 (ZENIT.org).- La Conferenza Episcopale della Colombia (CEC) ha ribadito che le campagne del Ministero della Protezione Sociale devono essere volte ad aiutare le donne “ad affrontare in modo più positivo la gravidanza, senza sacrificare la nuova vita che si genera nel loro grembo”.

Il Presidente della CEC, monsignor Luis Augusto Castro Quiroga, ha precisato che la vita è “un valore non negoziabile, un valore che riguarda anche i bambini concepiti ma ancora non nati”.

Monsignor Castro Quiroga ha affermato che bisogna riaffermare il valore della vita “di fronte all’ambigua campagna promossa dal Ministero della Protezione Sociale e da varie ONG che si mostrano molto solleciti nei confronti del benessere della donna, il che è importante, ma sono del tutto indifferenti alla sorte che corre il bambino che dovrà nascere, e questo non è un bene”.

“Le migliori campagne del Ministero della Protezione Sociale dovrebbero essere volte ad aiutare le donne ad affrontare in modo più positivo la gravidanza, senza sacrificare la nuova vita che si genera nel loro grembo. E’ vero che ci sono risposte apparentemente facili ed efficaci, ma, pur essendo legali perché sono state approvate dalla Corte costituzionale, sono eticamente condannabili perché si attenta contro la vita di esseri umani innocenti”.

“Questo tentativo di confondere il senso etico della donna, di incidere, attraverso i media, sul cambiamento della sua coscienza promuovendo un atteggiamento più indulgente per la necessità di ottenere e mostrare migliori risultati in relazione agli aborti ci sembra semplicemente assurdo, ancor di più se porta a risvegliare il desiderio di legalizzare ogni tipo di aborto”, ha aggiunto.

L’Arcivescovo di Tunja ha affermato che la vita nel grembo materno “è il test di ogni democrazia, è la sua prova del fuoco. Una persona democratica deve essere il maggiore e più entusiasta difensore di quanti non possono difendere se stessi, delle persone più deboli, sia che si tratti della donna vittima di abusi che del bambino non nato, ma non dell’una contro l’altro”.

“Ci sorprendono le decisioni amministrative così schiaccianti su certi temi collegati con la salute sessuale e riproduttiva, come ad esempio l’inclusione della pillola del giorno dopo e dei preservativi gratuiti nel Piano Obbligatorio della Salute – ha aggiunto il presule –. Sorprende questa ‘agilità’ quando siamo testimoni della gravità della problematica della salute nel nostro Paese”.

L’annuncio è stato fatto a Bogotá nella sessione inaugurale della LXXXIV assemblea dei Vescovi e degli Arcivescovi cattolici della Colombia, in svolgimento fino al 1° febbraio sul tema “La missione della donna nella Chiesa e nella società”. Convoca circa 90 presuli, in rappresentanza delle 76 giurisdizioni ecclesiastiche del Paese.

Monsignor Castro Quiroga ha affermato che “è un fatto che la partecipazione della donna alla pastorale è enorme e merita la migliore delle Assemblee come segno di gratitudine, apprezzamento e stimolo per portare avanti la sua vita ministeriale nella Chiesa, come discepola e missionaria di Gesù Cristo perché in Lui i nostri popoli abbiano la vita”.

Il presule spera che “continui a mostrare la creatività di costruttrice di pace e di giustizia per aiutare a far sì che la donna esca dalla situazione precaria attuale, che non ha frontiere. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce che il 70% dei 1.200 milioni di persone che vivono nella povertà – quegli esseri umani la cui esistenza dipende da meno di un dollaro al giorno – è costituito da donne”.

“Le donne guidano tra l’80 e il 90% delle famiglie povere del mondo; donne che tra l’altro sono proprietarie solo dell’1% della terra e rappresentano i due terzi della popolazione analfabeta della società internazionale. Tutto questo si chiama femminilizzazione della povertà”, ha indicato.

“Come Vescovi veniamo in questa Assemblea per ascoltare la donna cristiana, le sue gioie e le sue speranze, le sue frustrazioni e i suoi desideri; per captare meglio i profondi cambiamenti che sono avvenuti nella donna di oggi e per essere solidali con tutte le risposte che dal Vangelo e da Aparecida possano essere disegnate in fraterna collaborazione a beneficio della donna colombiana che vive e si spende a favore della vita, della Chiesa e della società”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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