Chiusa la Consultazione Pubblica sulla "Dichiarazione dei diritti in Internet"

Gli interventi disponibili sul sito della Camera dei Deputati

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Si è conclusa il 31 marzo la Consultazione Pubblica tramite la Piattaforma Civi.ci alla Dichiarazione dei diritti in Internet, accessibile dal sito della Camera dei Deputati (www.camera.it).

Aperta il 27 ottobre 2014 e prolungata da fine febbraio a fine marzo 2015 (1), sono disponibili circa seicento contributi mentre, nel corso delle tre audizioni parlamentari tenute dalla Commissione a novembre, gennaio e febbraio, sono stati ascoltati circa una trentina di soggetti  (2)  i cui resoconti con la relativa documentazione presentata sono sempre accessibili sul sito della Camera.

Si confermano, tra gli articoli della bozza della Dichiarazione che hanno ricevuto più opinioni, il nove e il dieci, cioè quelli sull’anonimato e sul diritto all’oblio con un numero importante di pareri non concordi rispetto alla formulazione della Commissione.

Si segnalano, inoltre, i contributi degli studenti del corso di Diritto dei Media Digitali della Laurea Magistrale in Comunicazione pubblica, digitale e d’impresa della Università di Perugia, docente Benedetto Ponti. Questi studenti, come prova di esame, hanno formulato le loro osservazioni alla bozza di Dichiarazione, disponibili al link http://dirittininternet.blogspot.it/2015/02/.

Tra le altre proposte di approfondimento inserite autonomamente da associazioni e cittadini, ne evidenziamo tre, riconducibili tutti alla dignità e integrità della persona.

Sulla questione dei Diritti umani in Internet, così chiude la sua proposta Cristina Mancigotti: “E’ importante che i diritti umani di internet vengano rispettati fino al momento in cui non ledano altri diritti umani: ciò vale ad esempio per stabilire la linea fra libertà d’espressione e istigazione all’odio online e crimini d’odio (es. fascismo, omofobia, xenofobia, etc)”.

Sulla questione dell’Accesso alle persone disabili, Giorgio Pernigotti ha evidenziato: “Quale disabile visivo, sensibile quindi alle difficoltà di accesso e, per contro, alle potenzialità della rete come ausilio, suggerisco al legislatore fiscale agevolazioni sui costi di connessione. Oggi esistono deroghe per l’acquisto di strumenti informatici e digitali, ma non sui costi per poterli collegare al mondo del web. In concreto, la rete non è una sorta di – protesi – ?”.

Infine, il Forum Progressista sul tema della Salute in Rete, hacosì declinato la sua proposta:” È necessario, a fine di prevenzione, promuovere la consapevolezza dei rischi per la salute e delle patologie correlate all’uso di internet, tra cui abuso e dipendenza, gambling, cyberbullismo, cybersex e cybercondria. Ciò deve avvenire in accordo con l’evoluzione del sapere medico-scientifico”.

Ora la parola passa nuovamente alla Commissione per la stesura finale della Dichiarazione.

*

NOTE                                                         

1) Per approfondimenti si possono consultare le edizioni di Zenit del 25 ottobre 2014 con un articolo intitolato La Dichiarazione dei diritti in Internet; del 21 dicembre 2014 su La nostra salute, internet e le nuove tecnologie e quella del 21 febbraio 2015 Sull’Anonimato nella “Dichiarazione dei diritti in Internet”

2) 3 Italia, Agesci, Agorà Digitale, Associazione Italiana Internet Provider, Articolo 21, Associazione degli Stati Generali dell’Innovazione, Assoprovider, Garante della Privacy, Antitrust, Agcom, Circolo dei Giuristi Telematici, Clusit, Confindustria Digitale, Euroispa, Federazione Italiana Editori Giornali, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Fondazione Astrid, Fondazione Robert Kennedy, Infratel, International Web Association, Metroweb Italia, Open Media Coalition, Open Polis, Ordine dei Giornalisti, Telecom Italia, Tiscali, Vodafone, Wind.

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Antonio D'Angiò

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