Chiude i battenti la mostra "Omaggio al Beato Paolo VI"

Nell’esposizione, l’artista Nemesio Svampa presenta alcuni dipinti ispirati agli scritti di Papa Montini

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Dal 23 al 31 ottobre, a Roma, in via di Propaganda 4, presso la Libreria Editrice Vaticana, è aperta al pubblico la mostra personale di Nemesio Svampa dal titolo Omaggio al Beato Paolo VI”. L’artista presenta alcuni dipinti che sono il frutto della sua esperienza contemplativa, maturata e vissuta negli anni, attraverso gli scritti di Papa Montini.

Nato nel 1961 a Montegranaro, nelle Marche, Nemesio Svampa ha frequentato, da ragazzo, il Liceo-Ginnasio “Paolo VI” di Fermo. In quell’ambiente, ha scoperto il pensiero estetico e morale del Pontefice, che, da quel momento in poi, ha portato sempre dentro di sé. Designer di professione, si dedica con intensità alla pittura dal 2009.

La sua mostra personale ci presenta un artista profondo, che in prima persona ha seguito e fatto sue le parole di Paolo VI, partecipando con vivo entusiasmo alla nuova alleanza tra Chiesa ed arte, invocata dal Papa stesso, il 7 maggio 1964, nella celebre “Messa degli artisti”. A differenza di molti artisti contemporanei, che, secondo le parole di Papa Montini, sono “andati lontani a bere ad altre fontane”, Nemesio Svampa ha indirizzato la sua ricerca al servizio della Chiesa, dimostrando che si può produrre, con validi risultati, un’arte religiosa contemporanea.

La mostra, di piccole dimensioni, è costituita da due disegni e sei oli su tela. Ogni opera è nata dalla riflessione dell’artista su specifiche frasi di Paolo VI, le quali, oltre ad essere fonte d’ispirazione, costituiscono anche i titoli dei singoli lavori. Svampa, traducendo in immagini i pensieri del Pontefice, svolge un’operazione di catechesi, che si ricollega alla secolare funzione dell’arte sacra. Il messaggio catechetico, tuttavia, non viene presentato allo spettatore come mera narrazione, ma come il risultato finale di un lungo percorso contemplativo, maturato nell’interiorità dell’artista per poi essere espresso con forme e colori.

All’ingresso dello spazio espositivo, il visitatore viene accolto dall’opera più importante della mostra: il ritratto ad olio di Papa Montini, dal titolo In aeternum Domini misericordias cantabo (la frase si trova in Alcune note per il mio testamento, di Papa Paolo VI, 30 giugno 1965). La tela è dipinta in nero su bianco, e i lineamenti del Pontefice emergono, in chiaro, come in una riproduzione a stampa.

L’artista nell’eseguire quest’opera ha fatto sua, la tecnica pittorica di Roy Lichtenstein, uno dei protagonisti indiscussi della Pop Art americana. Il volto del Papa, tratteggiato, sulla tela bianca, solo con puntini neri, ora più fitti, ora meno, affiora lentamente dal fondo, per imprimersi, in forma compiuta, sulla retina dello spettatore.

Il messaggio simbolico è chiaro: il bianco, luce e purezza, dirada l’oscurità, facendo emergere l’immagine del Beato, che ha illuminato l’artista nella sua meditazione. È molto interessante il fatto che Svampa, in questo dipinto, sia riuscito abilmente a riprendere un linguaggio figurativo contemporaneo, come quello fumettistico di Lichtenstein, per adattarlo ad una funzione completamente nuova.

Il linguaggio “Pop” di Svampa, non è più il veicolo di un messaggio consumistico, come la vignetta di un fumetto, la cui lettura, veloce e transitoria, induce a lanciare prontamente l’occhio su quella successiva; esso viene reinventato, spogliato del suo contenuto abituale, per comunicare un sincero messaggio di fede, che il pittore  desidera condividere con lo spettatore.

Ma la condivisione richiede il tempo di soffermarsi sull’opera, per ripercorrere, passo dopo passo, il pensiero dell’artista come tradotto sulla tela. Con questo dipinto, Svampa vuole dirci che la fede non è materia di consumo, ma che, al contrario, appartenendo alla spiritualità dell’uomo, deve essere nutrita e vissuta come esperienza autentica della vita, in questo caso, grazie alla meditazione sulle parole del Beato Paolo VI.

Una particolarità della mostra è costituita, a nostro avviso, dalla costante presenza del pittore, che accoglie con gentilezza i visitatori ed è sempre disponibile ad illustrare i suoi lavori e a condividere le sue riflessioni. Interessante e piacevole, la consigliamo a chiunque desideri conoscere le opere di un artista che ha saputo partecipare con impegno e zelo alla nuova alleanza tra Chiesa ed arte.

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Giovanni Argan

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