Cardinal Luis Antonio Tagle in Manila Cathedral

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Chiese d’Asia accolgono “Laudato Sì”: Enciclica pastorale prima che scientifica

I vescovi di India, Filippine e Sud Corea invitano fedeli, religiosi e non cristiani a studiare la lettera di Francesco. La Federazione delle Conferenze Episcopali asiatiche ha organizzato quattro seminari di sensibilizzazione

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Dalle Filippine all’India, fino alla Corea del Sud: tutta l’Asia ha accolto con gioia la pubblicazione di “Laudato Sì”, l’Enciclica di Papa Francesco “sulla cura della casa comune”. L’arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle, a nome di tutta l’arcidiocesi, ha espresso il proprio plauso per il documento magisteriale che, “indirizzato a tutti gli uomini di buona volontà, non finge di risolvere questioni scientifiche legate all’ambiente e al cambiamento climatico, ma offre piuttosto un’analisi pastorale e un appello che si nutrono della Bibbia, della Dottrina sociale della Chiesa, dei pronunciamenti dei Papi”.

Il porporato – come riferito da AsiaNews – ha invitato quindi “i fedeli, i religiosi e il clero di Manila a studiare, arricchirsi, discutere e meditare sui vari punti dell’Enciclica”, come pure “non cristiani, famiglie, educatori, politici, uomini d’affari, esperti, giornalisti, gruppo di consumatori, Ong e gruppi della società civile a studiare la lettera e le sue proposte”.

In particolare, Tagle ha chiesto alla comunità filippina di prestare attenzione a sei aspetti: “La restaurazione di una visione contemplativa del creato; l’importanza di credere nel Creatore; la riscoperta del ruolo dell’essere umano come custodi e non pseudo-proprietari della terra; il piano di Dio che i beni della terra siano condivisi da tutti; la connessione vitale tra ambiente e vita umana; una revisione coraggiosa delle politiche economiche, delle pratiche finanziarie, delle mentalità e degli stili di vita, verso i cambiamenti necessari per la cura della nostra casa comune, per elevare i poveri e dare gloria e pregare il Creatore”.

Dall’India giunge poi la voce di padre Joseph Chinnayan, portavoce e vice-segretario generale della Conferenza Episcopale (Cbci) che, a nome dei presuli, esprime l’apprezzamento per questo “messaggio forte del Santo Padre” che “vogliamo che raggiunga ogni individuo e ogni famiglia”. Proprio per questo i vescovi cattolici indiani hanno deciso di sviluppare tre programmi legati tra loro – a livello diocesano, regionale e nazionale – per diffondere e far conoscere la lettera papale. “A livello diocesano – sottolinea Chinnayan – vedremo come ogni famiglia recepirà il contenuto dell’Enciclica, affinché ciascun membro possa dare il suo contributo. A livello regionale, verranno organizzati dei programmi adeguati alla situazione ecologica dell’area. A livello nazionale, stiamo progettando un simposio sul tema del cambiamento climatico”.

L’Enciclica di Papa Francesco “spingerà la Corea del Sud a ripensare il proprio modello di sviluppo, aiutando il Paese e la popolazione a raggiungere quella conversione ecologica di cui abbiamo estremo bisogno”, ha dichiarato invece ad AsiaNews mons. Lazzaro You Heung-sik, presidente della Commissione Episcopale di Giustizia e pace e vescovo della diocesi di Daejeon.

“Posso dire con gioia che il mio Paese l’ha presa molto sul serio: ora spetta alla Chiesa locale studiarla e farla conoscere il più possibile”, ha detto il presule incontrando ieri i giornalisti dei maggiori quotidiani coreani. Soffermandosi sui contenuti, il presule ha osservato che quelli dell’Enciclica “sono temi che qui prendiamo molto sul serio”: “Abbiamo tante difficoltà relative all’ambiente – penso al ‘progetto dei quattro fiumi’, alla questione energetica, allo sviluppo del nucleare – e come Chiesa ci rendiamo sempre più conto che sono sfide che dobbiamo affrontare, che non possiamo insomma limitarci a denunciare la situazione. Nel Paese non c’è ancora una coscienza del riciclo, siamo il 12° Paese al mondo per densità di emissioni inquinanti, sprechiamo molta energia… Insomma, noi sporchiamo molto l’aria e l’acqua!”.

Secondo il vescovo coreano, dunque, è necessario “cambiare il modo di vivere la nostra vita”. Per farlo – ha detto – “basterebbe partire dalle piccole cose, quelle che ognuno di noi fa ogni giorno. Risparmiare acqua quando laviamo i denti, spegnere gli apparecchi elettronici quando non li usiamo… Sembrano minuzie ma sono cose importanti, che messe in atto da tutti possono davvero almeno in parte salvare il mondo”. Insomma, ha spiegato mons. You, “bisogna consumare meno e creare una nuova politica energetica. Questo non dipende soltanto da un governo, ma da una visione politica condivisa che ci accomuni tutti. Ritengo che la posizione del Papa sull’ecologia sia la chiave di volta per la Corea. Il rapporto fra l’uomo e Dio, il rapporto fra gli uomini, il rapporto fra uomo e natura sono tre realtà connaturate di cui, qui in Asia, dobbiamo ancora prendere coscienza”.

Da ricordare, infine che la Federazione delle Conferenze Episcopali asiatiche (Fabc) studierà la “Laudato Sì” attraverso il Climate Change Desk, di recente creazione. Quattro seminari – per il sud, il sudest, l’est e il centro dell’Asia – sono già stati organizzati per sensibilizzare le comunità sulle ragioni scientifiche e morali di proteggere la creazione di Dio. In futuro, la Fabc punta a creare un ufficio dedicato al cambiamento climatico in ciascuna Conferenza episcopale nazionale.

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ZENIT Staff

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