Chiamati al banchetto eucaristico

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mc 2,13-17

Lettura

Gesù, chiamando Levi (Matteo) che era un odiato esattore delle tasse, considerato pubblico peccatore dai Giudei perché lavorava per conto dei pagani, mostra che il suo «potere di perdonare i peccati» sa raggiungere anche chi vive un peccato grave e infamante. La risposta del “chiamato” è immediata e radicale e a essa fa seguito una cena gioiosa alla quale partecipano «molti pubblicani e peccatori, insieme a Gesù e ai suoi discepoli». È un anticipo dell’Eucaristia che unirà nell’unica mensa Giudei e pagani. La cosa scandalizza i farisei, ai quali Gesù risponde «di non essere venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. Non sono infatti i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati».

Meditazione

Come commento del Vangelo che narra la vocazione dell’apostolo Matteo, proviamo a rileggere il brano della Lettera agli Ebrei, propostoci come prima Lettura. In esso si proclama la forza della Parola di Dio «che è viva, efficace e più tagliente di una spada a doppio taglio, capace di discernere i sentimenti e i pensieri del cuore». È quanto sperimentò Levi-Matteo che «seduto al banco delle imposte», fu raggiunto dalla parola di Gesù che gli disse: «Seguimi!», ed egli, lasciata ogni cosa, ne diventò discepolo, poi apostolo, e infine evangelista. La stessa esperienza la fece, pochi secoli dopo, il Santo che oggi onoriamo, Antonio, che, sentendo proclamare il brano evangelico del “giovane ricco”, vendette tutti i suoi averi, li diede ai poveri e seguì Gesù radicalmente, diventando l’iniziatore e il modello del monachesimo cristiano. Seguendo il racconto della vocazione-conversione di Matteo, costatiamo che chiunque si lasci afferrare dalla parola di Gesù, sente poi il bisogno di vivere quella piena comunione con lui che solo l’Eucaristia sa darti. Allora, seduto alla mensa del pane di vita, tu ti accorgi che non conta più il tuo passato, non contano più i tuoi peccati ormai perdonati, se non per glorificare Gesù, «sommo sacerdote misericordioso, che ha saputo prendere parte alle nostre debolezze, essendo stato egli stesso messo alla prova in ogni cosa, escluso il peccato». Senti come sia stupendamente vero che egli «non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Accetti, allora, con riconoscenza, l’invito espresso nella Lettera agli Ebrei e «ti accosti con piena fiducia al [trono] sacramento della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutato al momento opportuno».

Preghiera

O Padre, tu ci fai rivivere nell’Eucaristia l’esperienza gioiosa di san Matteo, che accolse come ospite il nostro Salvatore; fa’ che possiamo ricuperare le nostre energie alla mensa di colui che è venuto a chiamare a salvezza non i giusti, ma i peccatori, Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.

Agire

Mi fermerò davanti al Crocifisso e mi lascerò guardare da Lui.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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