Chiamata per nome

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 20,1-2.11-18

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Lettura

Avvolge la santa, la cui memoria celebriamo oggi, un equivoco che la classifica come una prostituta, attribuzione non consona al Vangelo di Luca, secondo cui, all’inizio della predicazione di Gesù, stando questi a mensa in casa di Simone, si presentò una “peccatrice”, il cui nome non compare, che, piangendo, cominciò a bagnare di lacrime i piedi del Maestro, ungerli con profumo e asciugarli con i capelli (cfr. Lc 7,37-38). Maria è il nome della sorella di Lazzaro che, a Betania, sei giorni prima della passione di Gesù, ripete il gesto della “peccatrice”. Maria di Magdala è invece una di quelle donne, guarite da gravi infermità, che con i loro beni aiutano i discepoli e Gesù (cfr. Lc 8,1-3).

Meditazione

Giovanni inizia il racconto della risurrezione partendo da Maria di Magdala che Gesù aveva liberato da sette demoni. È la prima delle donne ad arrivare al sepolcro di buon mattino, quando “era ancora buio”; è sola e piange: hanno portato via il suo Signore. È il pianto di un amore sincero che la morte ha sottratto alla vista. La notte si fa sempre più cupa. È Giovanni che scrive, il discepolo che più di tutti amava il Signore. Per lui la notte è la rappresentazione simbolica di un mondo senza Dio, senza Amore. Poco prima, alla morte di Cristo, si era fatto buio su tutta la terra e un vento gelido aveva squarciato il velo del tempio. Il rifiuto di Dio porta solo morte e tenebra: è la tragedia dell’umanità! Lo scriverà nel Prologo del suo Vangelo. Nell’episodio c’è la forza del “nome”, quello che il Risorto pronuncia: “Maria”, che significa “luce”. Tutta la creazione è il prodigio sfolgorante della chiamata: Dio dà agli esseri la vita chiamandoli per nome. Gesù, il Risorto, richiama Maria: è riconosciuta da Gesù e la vita ritorna a risplendere in lei con tutto il suo fulgore. Anche Maria lo riconosce: è il Rabbunì! Questo dice che la vita passa solo attraverso la relazione di un amore grande: quando è per Dio diventa assoluto, totalizzante. Sconvolta dallo stupore, Maria brucia dal desiderio di gridare a tutti: il Signore è vivo! Sotto la luce piena del Sole la vita riprende. Maria corre dagli Apostoli; Pietro e Giovanni corrono al sepolcro. Tutto ricomincia. La gioia pasquale che la pervade fa di lei l’“Apostola degli Apostoli”. Così la qualifica sant’Agostino. Una donna, diventata la prima testimone della risurrezione: non ha bisogno di infiggere il suo dito nelle piaghe per credere.

Preghiera

O Signore, luce che illumina ogni uomo, penetra in me perché con i miei occhi ti possa vedere, con il mio cuore ti possa amare, con la mia voce possa proclamare a tutti che tu, il Risorto, sei la risurrezione e la vita.

Agire

Accogliere e apprezzare, senza antagonismi il ruolo che ogni persona deve svolgere nella Chiesa e nella società, senza volersi imporre o primeggiare.

Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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