“Chi salva una vita salva il mondo intero”, sostiene l’organizzatore di “Cantavita”

Un concorso nazionale di musica leggera per valorizzare il rispetto della vita umana

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, giovedì, 24 febbraio 2005 (ZENIT.org).- Nonostante il prevalere di una cultura che nega il diritto alla vita dei concepiti, sono sempre di più le persone che si dedicano ad aiutare le mamme che hanno difficoltà a portare avanti le loro gravidanze, al fine di salvare il maggior numero di bambini.

Persone che dedicano tempo e denaro per la cura degli altri, che tentano di imitare il Signore nell’atto di amore per l’umanità, volontari che provano a diffondere una cultura ottimista sul futuro degli uomini e delle donne, cantando la vita.

Uno di questi è Gianni Mussini, Docente alla Scuola interuniversitaria per l’insegnamento superiore, Vice-Presidente nazionale del Movimento per la Vita e responsabile organizzativo di “Cantiamo la Vita”.

“‘Cantiamo la Vita’ è un concorso di musica leggera, che intende valorizzare il rispetto della vita, dal concepimento al termine naturale”, ha spiegato Mussini in una intervista rilasciata a ZENIT.

“Si svolge ogni anno in uno dei più bei teatri d’Italia, il Fraschini di Pavia. Siamo arrivati alla dodicesima edizione, con risultati in costante crescita: i grandi media radiotelevisivi, oltre alla stampa (nazionale e locale), ci hanno sempre dedicato spazi interessanti”.

“Benissimo anche il web, con i nostri siti www.cantiamolavita.it e www.cantare.info . Infine, il DVD della serata finale fa il giro d’Italia in associazioni giovanili, parrocchie e TV private. Abbiamo investito molto nella comunicazione, così come sulla qualità – assolutamente professionale del prodotto”, ha poi aggiunto.

Perché una manifestazione per cantare la vita?

Mussini: Per difendere la più microscopica e indifesa delle creature umane, occorre far sentire la propria voce, e poi la fiaccola del bene va posta sopra il moggio, per diventare buona notizia.

Il che vuol dire in termini pratici, che ogni anno mediamente i volontari e le volontarie del CAV (Centri di Aiuto alla Vita). aiutano 7.000 donne (col certificato d’aborto già in mano) a tenere il loro bambino: si salvano così, oltre alle vite dei bambini, anche quelle delle mamme, restituite alla loro più vera dignità; e in tanti casi si recuperano anche quei maschietti immaturi che, diventati padri, scoprono un gusto nuovo e più avventuroso, epico, della vita.

Se salvare vite umane è un miracolo allora i CAV contribuiscono a questo miracolo.

Il mondo musicale riflette in genere la cultura dominante, spesso favorevole all’aborto. Come fate a coniugare canto e vita?

Mussini: Noi non estorciamo mai ai nostri ospiti dichiarazioni o prese di posizione esplicite. Li prepariamo raccontando la nostra storia, spiegando loro come i nostri centri siano gli unici a garantire, di fatto, la “libertà di non abortire, la libertà di scegliere la vita”. Ecco, questo colpisce sempre. Poi, spesso si diventa amici e l’atteggiamento verso di noi e i nostri temi cambia.

E poi, l’annuncio di Cristo: un nome che, al solo pronunciarlo, commuove i cuori oggi più che mai. Sono convinto che la vera laicità è rispetto delle cose, delle leggi della natura, della verità; il cristianesimo non è contrario a nulla di ciò. E i grandi temi della bioetica lo dimostrano.

Non per caso hanno sempre mostrato una particolare attenzione per il concepito anche figure autorevoli del mondo laico, come Norberto Bobbio e gli stessi Magris e Vescovi oltre a Jacques Testart, padre della prima bambina in provetta d’Europa, ora molto critico verso la fecondazione artificiale. Insieme a giganti della fede come Giorgio La Pira, Madre Teresa di Calcutta e Giovanni Paolo II. E’ proprio il caso di dire che i giganti sembrano avere un debole per la vita nascente.

Nell’ultima edizione, di “Cantavita”, per esempio, molte ragazzine, e molti media, sono stati attirati dalla figura dell’emergentissimo Paolo Meneguzzi. Paolo, al contrario di quanto aveva fatto in una precedente intervista radiofonica, non ha detto – sul palco – nulla di esplicitamente pro-vita.

Ma, in una serata in cui avevano già parlato con la loro testimonianza i Ladri di Carrozzelle (straordinario gruppo di cantanti, tutti disabili), Maria Pia Manzini (una vigevanese tanto coraggiosa da avere adottato decine di bambini gravemente menomati, sino al caso di un Down sopravvissuto, dopo sei mesi di gravidanza, a un “aborto terapeutico”…), e il Prof. Angelo Vescovi (il maggiore esperto italiano di staminali, che – non credente – rifiuta in nome della ragione ogni sperimentazione sull’embrione), Meneguzzi ha parlato per la vita con la sua stessa presenza, capace di scatenare le centinaia di giovanissimi presenti.

Cosa pensa della legge 40/2004 sulle procreazione medicalmente assistita?

Mussini: La legge va difesa non solo come male minore ma anche perché mette in chiaro che il concepito è titolare di diritti. Una conquista di civiltà irrinunciabile. Ma altri punti sono interessanti: la possibilità di intervenire sull’embrione solo nel caso sia possibile giovare alla sua salute; l’incoraggiamento (anche economico) della ricerca scientifica sulla sterilità e sulle staminali adulte (più promettenti di quelle embrionali); il rifiuto del congelamento di embrioni; il rifiuto della barbara selezione pre-impianto (produrre una dozzina di embrioni, per scegliere solo i migliori, buttando via gli altri); infine il rifiuto dell’eterologa.

Ci sono naturalmente punti meno positivi (per esempio, non è passata la nostra proposta di dare in ‘adozione’ gli embrioni già congelati); ma si potrà rimediare in futuro e, in ogni caso, l’impianto è il meglio che si sia riusciti a ottenere in Parlamento.

Non dimentichiamo poi il contesto egemonico in cui ci si muove: non possiamo permetterci di fare battaglie perdenti, pena un grave arretramento culturale e un aumento di morti embrionali.

Che farà il giorno del voto referendario?

Mussini: Il giorno del voto NON ANDRO’ A VOTARE, cercando così di far fallire i referendum. Scelta ponderata e del tutto rispettosa delle nostre leggi, per cui il diritto/dovere di votare vale per le sole elezioni politiche e amministrative. Per i referendum, spetta invece a chi li chiede raggiungere il quorum.

Quel giorno, o nei giorni vicini, andrò probabilmente in pellegrinaggio in uno dei luoghi in cui l’uguaglianza tra gli esseri umani è stata difesa (per esempio il Cottolengo di Torino)

Cosa si sente di dire ai propositori dei referendum?

Mussini: Sbagliano, non vedono l’umanità dell’embrione e non si accorgono che intaccandone la sacralità ci fanno scivolare in un piano inclinato nichilistico in cui veramente tutto diventa possibile, e non c’è più né bene né male.

Dobbiamo pregare molto, e aiutarli a vedere la bellezza del concepito. Non dimentichiamo che un embrione, a occhio nudo è grande come la terra vista da Saturno: un gigantesco microcosmo.

Noi che ci battiamo per la vita siamo ottimisti perché i nostri centri, hanno aiutato a nascere oltre settanta mila bambini che erano destinati a non vedere la luce del giorno.

Ecco la nostra gloria e la nostra gioia, che nessuno potrà mai portarci via: “Chi salva una vita salva il mondo intero, dice il Talmud”. Ebbene, chi, per grazia immeritata , si è trovato a cooperare, con Dio, con la mamma…, alla nascita di un bambino in pericolo, sentirà sempre che la sua vita ha un senso, che non è stata inutile. E continuerà la sua battaglia con serenità e fierezza.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione