"Che ladri questi cariocas! Mi hanno rubato il cuore…."

Papa Francesco riceve i membri del Comitato organizzatore della GMG di Rio de Janeiro e li ringrazia perché con la loro presenza “uccidono” la sua nostalgia del Brasile

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A tutti i pellegrini che si preparavano l’estate scorsa a partire in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù veniva fatta spesso una raccomandazione: “Attenzione a portare oggetti preziosi, a Rio de Janeiro ci sono parecchi ladri…”. Nelle cronache locali e internazionali, fino a prova contraria, non è stato riportato alcun caso di furto durante l’evento di luglio, ma comunque i brasiliani si confermano dei “ladri”.

Ladri perché hanno rubato il cuore dei tre milioni e mezzo di pellegrini presenti e soprattutto quello di Papa Francesco. A dirlo è stato lo stesso Pontefice nell’udienza di questa mattina ai membri del Comitato organizzatore della GMG di Rio. “I cariocas sono dei ‘ladri’!”, ha esordito il Pontefice con simpatia, “sì, ‘ladri’, perché hanno rubato il mio cuore. Approfitto della vostra presenza qui oggi per ringraziarli di quel ‘furto’”.

Ma si potrebbe rigirare la stessa accusa al Pontefice, visto che il Brasile gli ha consegnato l’anima e il cuore. Lo ha confermato anche il neo cardinale Orani João Tempesta, ringraziando il Papa a nome dei presenti e raccontando che dopo l’evento non si contano i frutti spirituali maturati in tutto il Paese, anzi in tutto il continente latinoamericano.

“Nove mesi dopo il mio indimenticabile viaggio in Brasile, dove sono stato accolto a braccia aperte dal popolo carioca, provo una gioia particolare nel ricevere oggi questo gruppo”, ha affermato poi Papa Bergoglio. E in virtù di quest’atmosfera cordiale, si è lasciato andare a ricordi e confidenze, ringraziando i membri del Comitato perché con la presenza di oggi in Vaticano “mi aiutate a ‘uccidere’ la nostalgia del Brasile”.

La delegazione brasiliana è giunta a Roma per partecipare nei prossimi giorni all’incontro internazionale promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici (10-13 aprile a Sassone di Ciampino), e al simbolico passaggio di consegne, la domenica delle Palme, con i coetanei di Cracovia, sede della prossima Giornata Mondiale, nel 2016.

Il Papa non ha dimenticato di ringraziare inoltre i 60 laici, religiosi, sacerdoti e vescovi che compongono il Comitato, per il “generoso contributo” offerto durante la Giornata. “So che non è stato facile organizzare un evento di quelle dimensioni – ha osservato -. Immagino che, a volte, ci sia stato qualcuno che ha pensato che non potesse andare bene”. Proprio per questo, però, è ancor più “bello” guardare indietro e “vedere che le ore di lavoro, i sacrifici, persino le mancanze passeggere, sono stati poca cosa se paragonati alla grandiosità dell’azione di Dio sulle nostre povere risorse umane”.

“È la dinamica della moltiplicazione dei pani”, ha affermato il Papa: “Quando Gesù chiese agli apostoli di dare da mangiare alla folla, loro sapevano che era impossibile. Ma furono generosi. Diedero al Signore tutto quello che avevano. E Gesù moltiplicò i loro sforzi. Non è stato così anche nella Giornata Mondiale della Gioventù?”.

In ogni caso, non bisogna guardare solo indietro: “Dobbiamo innanzitutto guardare al futuro – ha esortato il Santo Padre – rafforzati dalla certezza che Dio moltiplicherà sempre i nostri sforzi”. Il “miracolo” vissuto nella Giornata della Gioventù di luglio deve allora ripetersi ogni giorno, “in ogni parrocchia, in ogni comunità, nell’apostolato personale di ognuno!”.

In tal senso, il Vescovo di Roma ha suggerito “tre idee” su cui riflettere, per riassumere l’intero messaggio dell’evento giovanile: “Andate, senza paura, per servire”. “Dobbiamo essere una ‘Chiesa in uscita’ – ha ribadito Bergoglio – come discepoli missionari che non hanno paura delle difficoltà, poiché abbiamo già visto che il Signore moltiplica i nostri sforzi, e perciò siamo sempre più motivati a servire, donandoci senza riserve, pieni della gioia del Vangelo”. 

L’icona da cui prendere esempio in questo cammino è José de Anchieta, l’Apostolo del Brasile, recentemente canonizzato. “Con la sua intercessione – ha concluso il Papa – vi animo ad andare avanti, con gioia e coraggio, nella bella missione di mantenere viva nel cuore dei brasiliani la fiamma d’amore per Cristo e per la sua Chiesa”. 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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