"Che i giovani vivano questi momenti della GMG con Dio"

Le testimonianze del “Bote Fé” a Brasilia

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di Thacio Siqueira

BRASILIA, lunedi, 14 maggio 2012 (ZENIT.org) – A Brasilia, la tappa locale del grande evento di evangelizzazione Bote Fé si è conclusa ieri, domenica 13 maggio, con una celebrazione eucaristica presieduta dal nuovo nunzio apostolico in Brasile, mons. Giovanni D’Aniello.

La messa è stata concelebrata dall’arcivescovo di Brasilia, mons. Sérgio da Rocha, dal vescovo della diocesi di Rubiataba-Mozarlândia (venuto ad accogliere la croce e l’icona della GMG, che passano oggi per la sua diocesi), mons. Adair José Guimarães, alla presenza di tutto il clero dell’arcidiocesi di Brasilia. La Cattedrale metropolitana era gremita di seminaristi, religiosi e fedeli.

Attraverso alcune brevi interviste realizzate, ZENIT offre un breve panorama dell’evento svoltosi il 12 e 13 maggio nell’arcidiocesi capitolina.

La gioventù brasiliana

Abbiamo chiesto il parere di uno degli animatori dello spettacolo Bote Fé, il popolare sacerdote e cantautore di musica sertanejo (una sorta di musica country brasiliana), padre Alessandro Campos, su come i giovani brasiliani hanno accolto i simboli della GMG:

Padre Alessandro Campos: “Sono molto sorpreso dell’accoglienza dei giovani, perché è molto comune a Brasília che il giorno della Festa della Mamma tutti escano e che la città rimanga vuota, ma ieri eravamo nella spianata con 50.000 giovani. Questa è la prova che i giovani non hanno abbandonato la Chiesa Cattolica. Dicono: ‘Ah, la Chiesa cattolica non ha più giovani! La Chiesa è antiquata! I giovani hanno lasciato dalla Chiesa! Bisogna fare qualcosa per i giovani!’ Bugia! La più grande prova è che ieri, alla spianata, sono venuti 50.000 giovani e che molti di loro stanno collaborando e sono impegnati in questa festa che è appena iniziata e si concluderà l’anno prossimo a Rio de Janeiro con il nostro amato Papa Benedetto XVI”.

La capitale del Brasile

Pochi minuti prima dell’inizio della celebrazione eucaristica conclusiva, in sacrestia, monsignor Sérgio da Rocha, arcivescovo di Brasilia, ha offerto un resoconto di questi due giorni di pellegrinaggio dei simboli della GMG per l’arcidiocesi capitolina.

Monsignor Sérgio da Rocha: “L’accoglienza della Croce e dell’Icona della Madonna è stata straordinaria, sia da parte del popolo, che da parte dei giovani. Noi stessi siamo molto felici e grati a Dio per tanti fratelli e sorelle che stanno partecipando a questo pellegrinaggio della Croce sin dall’inizio. La croce a Brasilia ha fatto il giro delle comunità parrocchiali, dai nostri seminari, dall’Ospedale generale, dalla Piazza dei tre Poteri, dal Palazzo presidenziale di Planalto, dalla Cattedrale militare, abbiamo avuto la gioia di avere una moltitudine di giovani nel Bote Fé Brasilia e adesso stiamo per concludere in presenza del nunzio apostolico, personalità molto significativa, perché rappresenta il Santo Padre in mezzo a noi, che l’anno prossimo sarà in Brasile per partecipare alla GMG del prossimo anno. È  un momento per rendere grazie a Dio, di azione di grazie e rinnovare l’impegno per l’evangelizzazione dei giovani. Siamo molto soddisfatti di tutto il lavoro che è stato realizzato, soprattutto perché i giovani hanno accolto questo momento per evangelizzare i loro coetanei, che è quello che succede sempre più spesso nella nostra Chiesa. Per tutto questo, il nostro sentimento è di gratitudine e di speranza”.

Messaggio del rappresentante del Papa alla Gioventù Mondiale

La celebrazione nella Cattedrale metropolitana di Brasilia presieduta da mons. Giovanni D’Aniello è stata anche un’occasione per accogliere il nuovo nunzio, nominato il 10 febbraio scorso da Papa Benedetto XVI. Intervistato da ZENIT, alla fine della celebrazione, il presule, la cui missione è rappresentare il Santo Padre in Brasile, ha voluto rilasciare ai giovani di tutto il mondo che si stanno preparando alla GMG Rio 2013 il seguente messaggio: “Il messaggio più importante è che i giovani vivano questi momenti della GMG con Dio, che dà loro la forza per andare avanti nella vita e soprattutto la forza per dare testimonianza nel mondo intero”.

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ZENIT Staff

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