Che cos'e' la Quaresima?

ROMA, lunedì, 9 marzo 2009 (ZENIT.org).- Viviamo tempi in cui anche i fedeli che frequentano la Chiesa alla domenica non sanno più come rispondere ai mille problemi che la realtà quotidiana presenta. Soprattutto, tantissimi sono coloro che non conoscono le soluzioni che la Chiesa cattolica propone.

Così, per conoscere meglio la bellezza e l’importanza della risposta della fede cristiana, ZENIT ha deciso di pubblicare a scadenza settimanale le schede catechetiche ideate, scritte e pubblicate da monsignor Raffaello Martinelli, Primicerio della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo in Roma.

Le schede catechetiche che pubblichiamo si trovano anche nel sito www.sancarlo.pcn.net ed in forma già stampata all’interno della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo in Via del Corso a Roma.

* * *

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Che cos’e’ la Quaresima?

E’ un periodo speciale dell’anno liturgico, in cui il popolo cristiano si prepara a celebrare il mistero della Pasqua.

La Quaresima è tempo favorevole per sostare con Maria SS.ma e San Giovanni, il discepolo prediletto, accanto a Cristo che sulla Croce consuma per l’intera umanità il sacrificio della sua vita (cfr Gv 19,25).

«Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto» : è tempo propizio per guardare con fiducia al costato trafitto di Gesù, da cui sgorgarono «sangue e acqua» (Gv 19,34)!

«La Quaresima sia per ogni cristiano una rinnovata esperienza dell’amore di Dio donatoci in Cristo, amore che ogni giorno dobbiamo a nostra volta ridonare al prossimo, soprattutto a chi più soffre ed è nel bisogno. Solo così potremo partecipare pienamente alla gioia della Pasqua» (benedetto xvi, Messaggio per la Quaresima 2007).


Perche’ 40 giorni?

La teologia e la spiritualità della Quaresima si sono costituite in riferimento ad avvenimenti dell’Antico e Nuovo Testamento.

E’ lo stesso numero 40, che richiama:

i giorni del diluvio universale;

gli anni trascorsi da Israele nel deserto;

i giorni trascorsi da Mosè sul Sinai;

i giorni trascorsi dal profeta Elia nel deserto prima di giungere all’incontro con Dio sull’Oreb;

i giorni di penitenza degli abitanti di Ninive;

i giorni del digiuno di Gesù nel deserto, ove alla fine viene tentato dal diavolo.

Tutto ciò ha un valore didattico. La Quaresima è il tempo:

della distruzione del male, come per gli uomini del diluvio;

della prova e della grazia, come per Israele;

della preghiera che dispone all’incontro con Dio, come per Mosè ed Elia;

della penitenza e della espiazione in vista del giudizio divino, a imitazione dei 40 giorni di digiuno e di penitenza con i quali gli abitanti di Ninive placarono l’ira divina;

del digiuno, finalizzato a mangiare il vero cibo, che è fare la volontà del Padre: «non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (così ha risposto Gesù a satana, al termine dei 40 giorni passati nel deserto).


Quali sono i grandi temi quaresimali?

Tre sono in particolare i temi, che ci vengono proposti dalla liturgia quaresimale:

Il tema pasquale. Poiché la Quaresima è preparazione alle celebrazioni pasquali, il tema morte-vita assumono un’importanza primaria. Comincia fin dalla seconda domenica (la Trasfigurazione) e si fa più esplicito nelle ultime due settimane.

Il tema battesimale. La Quaresima nella sua struttura fondamentale si formò attorno al sacramento del Battesimo amministrato agli adulti durante la veglia pasquale. I cristiani prendono maggior coscienza del proprio battesimo.

Il tema penitenziale. Viene sviluppato soprattutto all’inizio della Quaresima (mercoledì delle ceneri e il vangelo delle tentazioni di Gesù della prima domenica). Nella Quaresima la Chiesa, sposa del Cristo che soffre e muore, vive più intensamente l’aspetto penitenziale.


Quali le pratiche quaresimali?

La Quaresima comporta un impegno ascetico, individuale e collettivo, le cui forma tradizionali sono:

preghiera (Messa quotidiana soprattutto e Via Crucis)

digiuno (l’insieme delle pratiche di mortificazione: cibo – parole – divertimenti): la mortificazione permette più disponibilità per il prossimo, più tempo per il volontariato e più denaro per la carità

elemosina (aiuto verso il nostro prossimo più bisognoso di noi)

In Quaresima la Chiesa ricorda che sono prescritti:

digiuno e astinenza dalle carni: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo;

astinenza dalle carni: ogni Venerdì di Quaresima.

La Chiesa raccomanda in particolare la pratica, in Quaresima, delle opere di misericordia corporali e spirituali:

Le sette opere di misericordia corporale

Dar da mangiare agli affamati.

Dar da bere agli assetati.

Vestire gli ignudi.

Alloggiare i pellegrini

Visitare gli infermi.

Visitare i carcerati.

Seppellire i morti.

Le sette opere di misericordia spirituale

Consigliare i dubbiosi.

Insegnare agli ignoranti.

Ammonire i peccatori.

Consolare gli afflitti.

Perdonare le offese.

Sopportare pazientemente le persone moleste.

Pregare Dio per i vivi e per i morti.

Queste pratiche, «esprimono la conversione in rapporto a se stessi, in rapporto a Dio e in rapporto agli altri» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1434).


Qual e’ l’importanza del digiuno?

(dal: Messaggio di benedetto xvi, per la Quaresima 2009)

Al giorno d’oggi, constata Benedetto XVI, il digiuno «pare aver perso un po’ della sua valenza spirituale», perché spesso si riduce a una «misura terapeutica per la cura del proprio corpo».

Il digiuno, invece, per il credente ha una rilevante importanza, è ricco di numerosi significati e finalità:

Dimensione personale:

Con il digiuno,infatti, il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia».

La pratica del digiuno contribuisce a «conferire unità alla persona, corpo ed anima, aiutandola ad evitare il peccato e a crescere nell’intimità con il Signore».

«Privarsi del cibo materiale che nutre il corpo facilita un’interiore disposizione ad ascoltare Cristo e a nutrirsi della sua parola di salvezza».

Con il digiuno e la preghiera, «permettiamo a Lui di venire a saziare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo: la fame e sete di Dio».

Tale pratica è «un’arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamento disordinato a noi stessi».

Allo stesso modo, «aiuta il discepolo di Cristo a controllare gli appetiti della natura indebolita dalla colpa d’origine, i cui effetti negativi investono l’intera personalità umana».

Dimensione sociale:

Il Santo Padre sottolinea anche il significato sociale del digiuno, affermando che «ci aiuta a prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli».

Quanto risparmiamo digiunando, possiamo destinarlo ad opere benefiche, caritative.

Per questo, esorta le parrocchie «ad intensificare in Quaresima la pratica del digiuno personale e comunitario, coltivando altresì l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e l’elemosina».

In definitiva, grazie al digiuno, la Quaresima è il tempo ideale «per allontanare tutto ciò che distrae lo spirito e per intensificare ciò che nutre l’anima aprendola all’amore di Dio e del prossimo».


Circa l’elemosina:

come fare l’elemosina?

Ecco alcune indicazioni:

deve essere nascosta. «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra», dice Gesù, «perché la tua elemosina resti segreta» (Mt 6, 3-4);

effettuarla:

senza offendere l’altro;

senza mettere in mostra noi stessi (vanagloria)

con gioia: più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20, 35)

nel silenzio, lontano dai riflettori della società mediatica;

non limitarsi a dare qualcosa di materiale (soldi, pane…), ma dare noi stessi: la nostra stima, il nostro rispetto, il nostro tempo, i nostri talenti (volontariato);

offrire il dono materiale, quale segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri: l’annuncio e la testimonianza di Cristo;

ciò che dà valore all’elemosina è l’amore: si veda l’obolo della vedova del Vangelo (cfr. Mc 12,42-44).

Quali le finalità dell’elemosina?

Aiutare chi è maggiormente bisognoso

condividere con gli altri quanto per bontà divina possediamo

praticare la virtù della giustizia: prima e più che un atto di carità

riconoscere nei poveri Cristo stesso

imitare Cristo, che si è fatto povero per farci ricchi

attuare un esercizio ascetico per noi:

per liberarci dall’attaccamento ai beni terreni

per purificarci interiormente

affermare il principio che noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo, donatici da Dio

agire per la gloria di Dio

praticarla non per filantropia ma per carità, amore: un gesto di comunione ecclesiale

avvicinarci a Dio, avvicinandoci agli altri: strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli.

ottenere il perdono dei peccati. San Pietro cita tra i frutti spirituali dell’elemosina il perdono dei peccati. «La carità – egli scrive – copre una moltitudine di peccati» (1 Pt 4, 8).

i frutti spirituali dell’elemosina il perdono dei peccati. «La carità – egli scrive – copre una moltitudine di peccati» (1 Pt 4, 8).

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione