Cercando Gesù nell’arte

Intervista al maestro Carmelo Raco, da oltre quarant’anni artista, architetto, scultore, orafo di soggetti religiosi

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Perché anche gli artisti moderni sono affascinati dalla figura di Gesù? Cosa si prova a dipingere le vicende del Figlio di Dio? Quanto conta la fede nella storia di un artista? Ed ancora, in che modo cambia l’arte e la comunicazione della stessa con i nuovi mezzi di comunicazione di massa? Queste ed altre domande ZENIT le ha rivolte al maestro Carmelo Raco, da oltre 40 anni poliedrico artista, architetto, scultore, orafo di soggetti religiosi. In continua attività, Raco è un artista a tutto tondo, capace di spaziare in maniera universale nelle diverse forme visive, mosso da amore e passione nei confronti degli esseri umani, del cosmo, del sacro e dell’invisibile.
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Per Carmelo Raco chi è Gesù Cristo, l’uomo che diceva essere il figlio di Dio?
Sento un nodo in gola tanta è l’emozione per dire di Gesù, il figlio di Dio. Innanzi tutto devo dire che sono fortemente religioso e fin da ragazzino dato gli insegnamenti famigliari avuti, sono sempre stato attratto da questa splendida figura, per me unica e risolutiva di tutte quelle realtà che fanno parte dell’impossibile. In Gesù Cristo ho visto sempre l’essere divino magistrale, padrone della sicurezza di tutte quelle cose che appartengono al mondo materiale e spirituale. Il soprannaturale, non quello fantastico, bensì reale, ci appartiene. Per questo nel suo volto ho ricercato approfonditamente fin dagli inizi quegli stati divini che il Figlio di Dio ha cercato di trasmettere a noi fedeli mortali, soprattutto tramite il Vangelo. Non ho fatto altro che provare ad evidenziare sempre di più, dettagliatamente, con qualsiasi uso dei mezzi dell’arte visiva e della mia sensibilità di artista figurinista, l’aspetto divino di quell’uomo di nome Gesù. Oggi come ieri, lo vedo come modello di profonda ispirazione esistenziale per tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana che vanno dai più banali fino ai più geniali.
A che cosa pensa quando disegna, dipinge o scolpisce Gesù?
Secondo il tema da commentare artisticamente, come prima fase mi preoccupo di documentarmi sull’episodio stilistico narrativo d’affrontare, ricercando la verità della parola scritta sui libri sacri tramandateci. Poi, con fatica – non è semplice – cerco di captarla senza plagiarla. Dunque distribuisco, preparo la scena risolutiva con molta attenzione e accuratezza dei segni essenziali, quelli che meravigliosamente servono a far diventare palpitante e vitale il racconto evangelico. Qui mi sento molto responsabile e attento alla descrizione dell’opera perché sto eseguendo la verità in Cristo, ho quasi una sensazione di appartenenza all’episodio nel mentre la concludo e so che devo portarla definita col mio racconto grafico allo spettatore che si attende da me, artista, una lettura dell’immagine sempre più nuova, convincente e vicina alla parola di Dio.
Quali sono i sentimenti che come artista vorrebbe far emergere dai suoi ritratti del Cristo?
Soprattutto quelli d’amore, il sentimento che di più incarna e identifica in assoluto la figura di Gesù Cristo. Anche quando i temi sono di grande dolore, traspare sempre e riesce ad essere dominante. Per questo non è facile e penso che bisogna essere tanto devoti per immedesimarsi in questo sentimento puro che porta nostro Signore Gesù. Vedi la storia dell’arte in generale e conoscendo la vita degli artisti e le loro opere, come si distinguono fra loro e fanno la differenza, Michelangelo per esempio.
Tanti e bellissimi i suoi disegni di Cristo. Perché preferisce disegnarlo in Croce?
Vero, l’ho disegnato in grembo della sua nobile Madre, appena nato, fanciullo, adulto, crocifisso e risorto. Ma quello che più mi impegna nella descrizione con molta passione è la crocifissione. Ne ho disegnati, scolpiti e dipinti più di 20 e ognuno di essi racconta, giustamente, il dramma della passione, sempre con lo stesso spirito di dolore e amore di sofferenza e liberazione. Per questo mi attrae e lo considero completo come atto divino, dove si rivela di più il Dio-Gesù Cristo, diretto all’uomo.
Non conosco tutti i suoi disegni, ce n’è qualcuno di Gesù allegro, che predica alle folle, che sta con sua Madre?
Si ho realizzato anche questa scena di Gesù che predica alla folla però non allegro, le ho dato sempre quell’aspetto di uomo saggio e austero, che crede in quello che dice e trasmette all’uomo, il sorriso invece io penso è dentro di lui sempre. Riguardo la sua nobile Madre, devo dire che era assente nella scena, solamente perché nella descrizione dell’opera il vero elemento principe della scena e della parola ritenevo fosse Gesù Cristo e solo lui doveva emergere come elemento cardine dell’attenzione. La madre è un’altra figura a se nello spazio divino ha una sua identità, vivono con il Figlio avvenimenti di opere quasi separate. La Madre assume principalità o parità dell’evento solo nella natività, nella deposizione, tutto il resto è scalare. In queste scene di orazioni assumerebbe un ruolo secondario di forte contrasto che mi prospetterebbe non una buona riuscita.
Tra i grandi artisti antichi e moderni, qual è il dipinto o disegno di Gesù che ammira di più?
Michelangelo è stato fra i classici, senza dubbio un caposcuola, nel ritrarre il Cristo in tutte le sue espressioni sia di grafica, pittura e scultura. Tutti noi dobbiamo molto a quest’artista mondiale per il suo insegnamento figuristico. In lui e nelle sue opere scrutandolo scorgo un forte sentimento religioso, più di qualsiasi altro del suo tempo, specialmente osservando il Cristo giudice poderoso e dolce allo stesso tempo, affrescato nel Giudizio universale della Cappella Sistina, un’immagine di forte impatto visivo e narrativo. Mentre a indicare fra i contemporanei scelgo l’artista pittore Pietro Annigoni, anche lui un validissimo artista di arte sacra, forse l’unico dei nostri giorni che ha saputo confrontarsi con i classici e rimanere di spirito moderno. Basta guardare il Cristo deposto dalla croce nella sala dei Domenicani, a Firenze, per vedere quanta realtà e contemporaneità traspare da quell’affresco. In fondo gli artisti cambiano ma il soggetto rimane sempre quello in questo caso. Se si riesce a raccontare la verità con la gestualità dei corpi, tanto forti nella tecnica che nel significato senza distorcere il loro significato e allontanarsi dall’interesse dello spettatore, si è allora dei veri artisti.
Cosa bisogna fare per diventare un bravo artista? Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere questa attività?
La persona che vuole intraprendere la strada che porta all’arte deve sapere che questa è piena di grandi soddisfazioni sì, ma è altrettanto faticosa e dolorosa dal punto di vista mentale e fisico. Deve conoscere la storia dell’arte, in primis, classica e contemporanea, per confrontarsi. Deve saper affrontare tutte le espressioni artistiche, disegno, pittura scultura ecc. deve calarsi nella società tutti i giorni e non estraniarsi. Deve essere attivo sempre e non aspettare solo le committenze o lo stimolo. Avere piena fiducia ed autonomia di sé al massimo, dal primo giorno che prende la matita in mano. Deve essere in grado di affrontare le cose più difficili anche di temi e tecniche che non ha mai provato, riuscendone. Di capire, anche se serve molto, che il lato economico non è la cosa più importante per la buona riuscita di un’opera. Di essere molto umile e credere in quel che sta facendo attraverso l’arte. Al giovane che vuole intraprendere questa attività dò il massimo incoraggiamento, dico di farsi una testa d’ariete e sfondare tutti i muri e di non abbattersi al primo intoppo che trova, “ad majora“.
Qual è il ruolo dell’artista nel mondo moderno?
L’artista non deve estraniarsi dal mondo. In qualche modo deve sentirsi in tutti i luoghi di esso. Oggi, per fortuna, c’è la comunicazione mediatica che ci permette virtualmente di apparire e scomparire in esso traendone benefici. Solo così il mondo può entrare a far parte dell’artista che diventa produttivo, un’artista che attinge sempre di più e di continuo il suo bagaglio culturale nel mondo reale e non virtuale. Così facendo l’artista assume un ruolo di massima importanza nel mondo moderno, quello di divulgatore speciale della realtà degli eventi non con fine solo a sé stessi ma evolutivi di massa, che portano una trasformazione positiva d’interesse culturale alla società moderna, sicuramente in maniera più veloce e precisa di quella del passato.
I nuovi mezzi di comunicazione e di espressione possono favorire o penalizzare il progresso delle arti visive?
Grazie ai nuovi media la comunicazione delle arti visive oggi avviene in una maniera velocissima. Sia per l’acquisizione dei dati che per la divulgazione di questi, i nuovi media sono importantissimi per il nostro sapere. In tempo reale siamo presenti in qualsiasi parte del mondo, oggi viviamo la velocità, chi è più veloce vince e così è anche nell’arte. Sempre grazie ai nuovi media possiamo imparare da casa oggi come si dipinge o altro ancora, propagandare un’opera a distanza di chilometri ed essere soddisfatti in poche ore, avere un incarico privato o pubblico arrivato dall’altra parte del mondo ed essere presente su un catalogo virtuale che gira per tutto il globo nelle migliori gallerie d’arte contemporanee, in tempo reale. Non penso proprio che i nuovi mezzi dì comunicazione ci abbiano penalizzato riguardo al progresso, al contrario, è un dato dì fatto che ci ha molto favorito e continuano a farlo, migliorandosi giorno dopo giorno e accorciando i tempi d’informazione. Per noi artisti questo è un aiuto bello, per questo non posso che essere a favore. Se pensiamo a quei geni del rinascimento quanto gli sarebbe giovato avere questi mezzi a disposizione. Pensate che solo per andare da Firenze a Roma per firmare un contratto d’opera ci si impiegavano quindici giorni a cavallo.

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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