Centro Volontari della Sofferenza: un'associazione accanto a chi soffre e che fa del dolore una strada di santità

ROMA, venerdì, 30 settembre 2005 (ZENIT.org).- “La sofferenza ed il dolore hanno un senso salvifico, al punto che i sofferenti possono diventare testimoni attivi dell’evangelizzazione”. Forti di questa convinzione si è tenuta a Roma dal 15 al 20 settembre la prima Assemblea della Confederazione Internazionale del Centro Volontari della Sofferenza ( CVS ), organismo di Diritto Pontificio che opera in circa venti nazioni nel mondo.

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Il motto dei CVS è: “Un’associazione di persone che camminano accanto a ogni uomo che soffre e che fanno del dolore umano una strada di santità”, e il suo obiettivo è quello di fare in modo che l’ammalato sviluppi un proprio cammino verso la fede adulta.

Proprio in questo senso, nel corso dell’Assemblea si è detto che l’ammalato non deve essere un problema per gli operatori pastorali, ma deve essere visto come un soggetto attivo nella catechesi, anzi come un promotore di fede per gli altri.

A conclusione di questo avvenimento, don Armando Aufiero, che è stato eletto Presidente della Confederazione Internazionale del CVS, ha indicato delle direttive di intervento sia sotto il profilo pastorale che organizzativo.

Prendendo spunto dagli insegnamenti del Servo di Dio monsignor Luigi Novarese, fondatore del CVS, don Armando ha spiegato: “Vorremmo che all’interno della Chiesa venisse accolto il nostro slogan: mettere il Vangelo dentro il dolore”.

“Nella Salvifici Doloris si dice che la via della Chiesa è l’uomo sofferente perché attraverso l’esperienza del dolore l’uomo rischia di allontanarsi da Dio – ha aggiunto –, vivendo il dolore stesso come un problema, non riuscendo, dunque, a visualizzare la vita – in particolare la sua vita – come un mistero, sì, ma anche come un dono di Dio”.

Il neo Presidente della Confederazione Internazionale del Centro Volontari della Sofferenza ha precisato che “la testimonianza della comprensione del valore della vita, l’impegno reale nell’aiutare gli altri a trovare il proprio posto nel progetto di Dio e nella società, condivisi e vissuti con chi sembra non poter fare altro che ricevere aiuti dagli altri, è stato ed è ancora uno degli aspetti salienti del nostro apostolato, insostituibile e irrinunciabile”.

“Ci rendiamo conto – ha commentato Aufiero – che tutto ciò potrebbe diventare un obiettivo irraggiungibile se non ci poniamo una domanda. Quale deve essere la metodologia di avvicinamento prima e di affiancamento poi della persona sofferente?”.

Una domanda a cui ha risposto don Luciano Ruga in veste di vice responsabile dei Silenziosi Operai della Croce (associazione, questa, che coordina la Confederazione internazionale), affermando che “La Confederazione Internazionale del CVS ha deciso di intervenire proprio in questo settore (lo farà contattando tutte le Conferenze Episcopali) proponendo la propria dinamica apostolica, che non prevede solo l’individuazione delle persone malate che hanno bisogno di crescere spiritualmente, ma insegna ad affiancarsi loro, insegna all’ascolto, alla scoperta del calore della Parola di Dio ed alla gioia della frazione del pane comunitaria”.

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ZENIT Staff

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