Celebrata quest'oggi la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 8 settembre 2004 (ZENIT.org).- Su iniziativa dell’Unesco, l’8 settembre si è celebrata in tutto il pianeta la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione (International Literacy Day).

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Mentre sono evidenti gli enormi progressi compiuti nel campo dell’alfabetizzazione e scolarizzazione, pochi sembrano considerare quante persone non siano ancora in grado di leggere e scrivere.

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, (Unesco), oggi ci sono oltre 900 milioni di analfabeti, circa il 17% della popolazione mondiale; di questi oltre 110 milioni sono bambini, di cui il 60% bambine.

E l’analfabetismo è una delle cause prime della povertà.

Don Aldo Martini, presidente dell’Opam, l’Opera di promozione dell’alfabetizzazione nel mondo, fondata 32 anni fa da don Carlo Muratore, ha spiegato alla “Radio Vaticana” (8 settembre 2004) che “senza istruzione e senza cultura, l’uomo è un essere dimezzato”.

“Una persona che non è in grado di leggere e scrivere, – ha sostenuto Martini – è una persona che non può conoscere i propri diritti e doveri né sa farseli rispettare. Si tratta di una persona destinata per forza ad essere emarginata”.

In merito al legame tra analfabetismo e povertà, il presidente dell’Opam ha raccontato che: “Una famiglia che non ha la possibilità di dare il minimo di istruzione ai figli non può trasmettere un sapere e questi figli quando crescono e, a loro volta, avranno altri figli che vanno ad ingrossare le file dell’analfabetismo, della povertà e dello sfruttamento”.

“Noi puntiamo, ad esempio, molto sulla formazione e l’istruzione della donna: se la donna, che è la chiave e l’anello portante di tutta la catena della solidarietà umana, è un anello fragile e debole, allora tutto il resto della catena viene a mancare”, ha affermato Martini.

Il presidente dell’Opam ha commentato che “i Paesi che sono più colpiti dalla piaga dell’analfabetismo sono anche i Paesi più poveri ed anche i più destabilizzati e in guerra”. Esemplare il caso di “tutta la zona dell’Africa sub-sahariana”, ha aggiunto.

In merito agli sforzi della comunità internazionale per abbattere questa piaga, Martini ha constatato che: “Sulla carta ci sono molte buone intenzioni e molti proclami; l’ONU e l’UNESCO hanno fatto degli sforzi ed anche degli sforzi, questo si deve dire, intelligenti”.

“Non sempre però c’è la rispondenza da parte di molti Paesi!, ha precisato Martini. “Il caso tipo è l’Uganda, dove l’accesso alla scuola è aperto a tutti ed è stato liberalizzato, ma dove poi, mancando i maestri, vengono promossi insegnanti sul campo ragazzi che hanno fatto fino alla terza media e magari con risultati assolutamente inaccettabili”.

“Oppure – ha concluso il presidente dell’Opam – perché i soldi dati per questi nobili scopi e nobile cause, vengono poi dirottati per altre strade e vengono impiegati magari per armamenti ed altro”.

L’ Opam è un’Associazione di ispirazione cristiana che ha come obiettivo primario la promozione umana mediante l’alfabetizzazione, considerata il presupposto stesso dello sviluppo.

Attraverso il sostegno economico di benefattori l’Opam crea centri scolastici, agrari e artigiani soprattutto in America Latina, in Asia e in Africa.

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ZENIT Staff

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