Celebrare in latino o in italiano?

La risposta in un nuovo messalino

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 17 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Da tempo se ne sentiva il bisogno, e ora – a 50 anni dal Concilio Vatiticano II – è arrivato in libreria, fresco di stampa. Si tratta del messalino latino-italiano, edito dalla LAS (Libreria Ateneo Salesiano), a cura del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis dell’Università Salesiana di Roma. I tre volumi molto agevoli nel formato (e contenuti nel prezzo) vengono ad arricchire il patrimonio di strumenti che possono essere di aiuto ad una partecipazione più consapevole alla divina liturgia.

Per la qualità, l’importanza della pubblicazione e il ruolo che essa può svolgere, abbiamo rivolto alcune domande al professor Manlio Sodi, preside dell’Institutum o Facoltà di Lettere cristiane e classiche, e Direttore di “Rivista Liturgica”.

Il recente Motu proprio Latina lingua di Benedetto XVI ha avuto una grande eco sulla stampa a livello mondiale; torniamo finalmente ad accostare il patrimonio culturale trasmesso con la lingua latina?

Il Motu proprio di Benedetto XVI è apparso in una data quanto mai simbolica, il 10 novembre scorso, memoria di san Leone Magno. Con esso il Papa istituisce una nuova Accademia pontificia destinata ad incrementare la conoscenza e l’uso della lingua latina. Il documento ha avuto un’eco mondiale di notevole spessore perché l’interesse per il latino in questi anni è andato crescendo e si constata un aumento vertiginoso di coloro che desiderano conoscere meglio la lingua e cultura latina. Chi si accosta al sito www.latinitas.unisal.it può osservare alcuni aspetti di tale interesse a livello mondiale. E questo per rispondere anche al bisogno di cogliere più in profondità le radici di una cultura che abbraccia quasi tre millenni e che si è espressa fondamentalmente in latino.

È vero che il latino sta tornando di moda? Quali sono i segni e gli ambiti che ne possono facilitare l’accostamento e l’uso?

Di per sé il latino non è mai passato di moda; la Chiesa lo ha sempre usato anche quando Istituzioni civili con una certa miopia hanno cercato di accantonarlo nei programmi formativi con motivazioni che nulla avevano a che fare con la cultura. Il latino sta tornando di moda in numerose nazioni non solo europee. Al di là delle Istituzioni accademiche c’è però un contesto in cui il latino è più vivo che mai e questo è costituito dalla liturgia. Tutti i libri liturgici ufficiali della Chiesa di rito romano sono infatti in latino, affidati poi alle singole Conferenze episcopali per la traduzione e l’adattamento nelle lingue vive.

Preside, bisognava attendere 50 anni per vedere di nuovo un messalino latino-italiano?

L’occasione del 50° del Vaticano II costituisce una concomitanza interessante. La pubblicazione del messalino viene a coronare un’attesa e un’urgenza sentita da molte parti e Istituzioni. Ci voleva solo il coraggio di una Editrice e di un paziente redattore per mettere insieme 5519 pagine! Il materiale è tanto e, per quanto possibile, si è cercato di essere completi, in modo che a partire dal testo latino, posto sempre nella pagina di sinistra, il testo in lingua viva scorra accanto nella pagina di destra. Tutto questo facilita al massimo la risposta al motivo per cui uno intende usare questo strumento.

Come si presenta questo prezioso sussidio? E dove è possibile trovarlo con facilità?

Le oltre 5 mila pagine sono distribuite in tre volumi, molto agili ed “economici”. Il primo racchiude tutto ciò che fa parte della liturgia domenicale e festiva. Il secondo e il terzo contengono tutti i testi per i giorni feriali e il santorale, così distribuiti: a) Avvento – Natale – Quaresima – Pasqua – Tempo ordinario 1-10 e santorale dicembre-giugno; b) Tempo ordinario 11-34, e santorale giugno-novembre.

Dopo una Presentazione in cui si dà il significato del sussidio e soprattutto se ne presenta il valore come risposta a numerose attese, il messalino festivo offre tutti i testi del Proprio del tempo, del Rito della Messa e delle solennità e feste. In questo modo il sussidio intende rispondere sia al bisogno per celebrazioni sia alla possibilità di verificare la ricchezza del linguaggio liturgico nella traduzione e nell’originale. Per completezza è riportata anche l’Appendice al Messale italiano. Opportuni Indici delle letture bibliche, dei salmi responsoriali e dei cantici completano l’opera.

L’opera completa in 3 volumi costituisce pertanto un unicum che può rispondere a varie attese. Al di là delle librerie cattoliche, diretto può essere il contatto con http://las.unisal.it sia per ulteriori informazioni che per l’acquisto on line.

Lei è anche Direttore della “Rivista Liturgica”. Quale interesse viene sottolineato dal periodico in ordine alla traditio e quindi in ordine al patrimonio liturgico che è fondamentalmente in latino?

Con il 2013 la “Rivista Liturgica” (www.rivistaliturgica.it) entra nel 100° anno di vita. Nel suo lungo percorso ha sempre cercato di coniugare traditio e progressio nella forma che la stessa tradizione ci ha trasmesso. Conoscere i tesori della liturgia della Chiesa, anzi delle Chiese, è sempre stato motivo di studio e di approfondimento incoraggiando la conoscenza e lo studio delle fonti per comprendere meglio la ricchezza della liturgia odierna che mette a disposizione il meglio di ciò che le antiche fonti hanno trasmesso. Il fascicolo n. 6 del 2012 – che conclude il 99° anno di pubblicazioni – ha proprio i due termini nel titolo per ricordare il programma di un servizio ma soprattutto per evidenziare ciò che ha operato il Vaticano II.

Come può essere usato il messalino latino-italiano nelle Istituzioni formative o dal fedele che ha studiato il latino?

Per chi ha studiato il latino l’uso del messalino può costituire un’occasione per valorizzare il frutto di competenze acquisite nel confronto con tanti autori ma forse non con testi stupendi come sono quelli delle orazioni e dei prefazi per esempio.

Altrettanto utile il messalino può risultare per i giovani che si preparano al servizio ministeriale e che almeno una volta alla settimana partecipano ad una celebrazione in lingua latina (magari con le letture in lingua viva…). È in questo modo che si entra nei dinamismi di un linguaggio e in contatto con una terminologia il cui accostamento – in altro contesto da quello cultuale – permette di far vedere il rapporto che intercorre tra molti termini e la teologia liturgica che da essi rifluisce.

Ma l’edizione è anche un invito a saper valorizzare quelle parti dell’ordinario della Messa in lingua latina, costituite dal Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei… come pure le splendide sequenze (Victimae paschali, Veni sancte Spiritus, Lauda Sion…): testi legati al canto, spesso ben conosciuti, che possono ancora oggi essere eseguiti soprattutto come segno di comunione in contesti di fedeli con provenienza multiculturale, o per mantenere un esplicito rapporto con i tesori della Tradizione di Rito romano.

Per i cultori del latino questa è un’opportunità preziosa per cogliere e approfondire la ricchezza della teologia liturgica racchiusa nelle espressioni codificate nell’eucologia. La verifica della traduzione predisposta quasi trent’anni fa dalla CEI lascia intravedere le attese che saranno colmate quando apparirà la rinnovata edizione del Messale per la Chiesa in Italia.

Prospettive ulteriori quindi anche per l’Institutum Altioris Latinitatis?

L’Institutum ha una
sua propria missio orientata a formare persone competenti nella conoscenza del latino e del greco. In questo orizzonte anche la latinitas liturgica come quella canonica ed ecclesiastica hanno il loro spazio per facilitare la conoscenza delle diverse modalità con cui il latino viene valorizzato oggi nella Chiesa.

L’auspicio che ha spinto all’edizione del messalino si colloca in un contesto di attualità in cui il ritorno al latino sembra costituire un’attesa sollecitata da più parti. Il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, istituito da Paolo VI nel 1964, ha patrocinato quest’opera, sicuro di colmare un’attesa lunga quasi cinquant’anni. Ed è nella stessa prospettiva che sta curando edizioni di prestigio nelle sue due collane “Veterum et Coaevorum Sapientia” (in cui sono apparsi finora 7 volumi) e “Flumina ex Fontibus” che ospiterà vari volumi già a cominciare dal 2013.

La sfida dunque continua; noi l’abbiamo raccolta e cerchiamo di rispondervi!

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ZENIT Staff

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