Cardinale Martino: l'economia comincia a tener conto dell'etica

Incontra i giovani industriali della provincia di Lucca

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LUCCA, lunedì, 19 maggio 2008 (ZENIT.org).- Rivolgendosi questo lunedì a un convegno del Gruppo Giovani Industriali della provincia di Lucca, il Cardinale Renato Raffaele Martino ha affermato che l’economia sta cominciando a fare i conti con l’etica.

Il porporato, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha affrontato temi come l’economia, l’impresa, l’etica e il Terzo Mondo, sottolineando che il modello dell’homo oeconomicus appare in crisi di identità e in via di superamento.

Un comunicato stampa ricevuto da ZENIT ricorda che il Cardinale ha insistito sul fatto che la ricchezza è data oggi soprattutto dal capitale umano e sociale. Come diceva Giovanni Paolo II nell’Enciclica Centesimus Annus, quindi, “la principale risorsa è l’uomo”. 

A creare ricchezza, sottolinea il comunicato, non sono infatti “tanto le risorse materiali quanto quelle immateriali, come l’intelligenza, la creatività, il lavoro disciplinato, la capacità di lavorare insieme con fiducia reciproca e disponibilità all’innovazione e al cambiamento”.

Parlando ai giovani industriali lucchesi, il porporato ha quindi rilevato la necessità di una regolazione del mercato, “perché ci sono esigenze umane importanti che sfuggono alla sua logica e beni che per loro natura non si possono e non si debbono vendere e comprare, primo fra tutti la persona umana”, e perché “esistono bisogni umani che non hanno accesso al mercato, sempre tenendo presente che prima ancora della logica dello scambio esiste qualcosa che è dovuto all’uomo perché è uomo, in forza della sua eminente dignità”. 

Secondo il Presidente di Giustizia e Pace, spiega il testo, devono guidare il mercato in primo luogo “la trasparenza, la conoscenza, la fiducia, la concorrenza lecita, la democrazia economica”, ma anche l'”etica degli imprenditori e degli operatori economici” e la “cultura” e la “tradizione di un popolo, compresa la religione”.

Per dare un’anima al mercato sono inoltre necessari “i legami sociali di solidarietà, i modelli di comportamento ereditati dal passato, i vincoli morali e religiosi che orientano la coscienza personale e professionale”. 

Un importante fenomeno regolatore del mercato, ha riconosciuto il Cardinale, è costituito oggi dall’economia non-profit e del Terzo Settore, che fa parte a pieno titolo del mercato ma agisce con criteri di efficienza ma anche di solidarietà.

Il porporato, conclude il testo, ha quindi dichiarato che un ordine economico eticamente orientato a servizio della persona nel momento attuale “non è più evitabile”.

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ZENIT Staff

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