Cardinale Lozano: una tecnologia senza etica è come “una Ferrari senza volante”

Intervista al Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute

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ROMA, giovedì, 4 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Una tecnologia senza etica, per quanto sviluppata, è sempre neutra, senza una finalità, spiega il Cardinale Javier Lozano Barragán, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute

Così ha detto il porporato in una intervista concessa a ZENIT al margine del Convegno internazionale di un giorno, organizzato il 28 settembre scorso dall’Istituto Acton, con il Patrocinio del Dicastero vatico per la pastorale della salute, presso la Pontificia Università Gregoriana, sul tema “Salute, Tecnologia e Bene Comune”.

Eminenza, oggi si fa molta confusione sul concetto di salute. Quale sarebbe, secondo lei, la definizione giusta?

Card. Lozano Barragán: La Dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria afferma che la salute consiste in uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattia o infermità. Tuttavia, questo stato di perfetto benessere è utopico. Si fonda su fondamenti che non esistono.

Giovanni Paolo II, nel Messaggio giubilare per la Giornata Mondiale del Malato del 2000, al numero 13, afferma, invece, che la salute è una tensione verso l’armonia, non soltanto fisica, mentale e sociale, ma anche psichica e spirituale; è quindi ciò che permette a una persona di adempiere la missione che il Signore gli ha affidato, secondo la fase della vita che sta vivendo.

Una persona è veramente sana quando è armonica. Una società è sana quando è armonica. Questo è un aspetto molto importante da sviluppare e sul quale si trova la salute eterna. Perché la salute temporale non è distinta in quel senso da quella eterna.

Quali sono le opportunità e le sfide create dal rapido sviluppo delle tecnologie nel campo della promozione della salute?

Card. Lozano Barragán: Le sfide per le nuove tecnologie stanno nel fatto di non essere finalizzate alla vera promozione della salute. Proprio questa è la distruzione della salute! E lo vediamo in tutte le tecniche biogenetiche che vengono tante volte dirette all’uccisione della persona umana.

Mettono fine alla vita con l’eutanasia e anche con l’uccisione degli embrioni che loro chiamano pre-embrioni, che è soltanto un modo per cammuffare l’uccisione delle persone umane.

Questi sono i frutti della mentalità malthusiana che camuffa con diversi nomi lo stesso ammazzare. Giovanni Paolo II – e Benedetto XVI lo conferma – parlava a questo proposito di “cultura della morte”.

La cultura attuale definisce la salute come uno stato di perfetto benessere ma paradossalmente combatte la vita in se stessa, dall’aborto all’eutanasia. Quali sono le condizioni vere che promuovono il completo benessere della persona umana, ovvero il bene comune?

Card. Barragán: Il perfetto benessere non esiste su questa Terra perché il Signore ci ha promesso la felicità, non il benessere. Dunque, l’errore fondamentale di questo tipo di concezione postmoderna è la confusione fra benessere e felicità. La persona può non avere benessere ma essere felice o avere molto benessere ma essere molto infelice, come provano i tanti suicidi nelle società più sviluppate.

Quali sono le conseguenze di questo atteggiamento della “cultura della morte” che l’umanità di oggi non vuole vedere e riconoscere?

Card. Lozano Barragán: L’invecchiamento dei Paesi, del mondo, cioè la morte. Per esempio, l’Italia è il Paese più vecchio del mondo perché ci sono poche nascite.

Che legame esiste tra la promozione della salute, lo sviluppo delle tecnologie e la promozione del bene comune?

Card. Lozano Barragán: Dovrebbe esistere un collegamento intimo, nel senso che le tecnologie dovrebbero essere sostenute dall’etica: la tecnologia come tale ha, infatti, come legge la possibilità, mentre l’etica ha la finalità. Se lasciamo la tecnologia soltanto come possibilità è neutra. Può distruggere o può costruire. Chi gli dà la direzione è l’etica. Dunque, una tecnologia sviluppatissima senza etica è come una Ferrari senza volante.

Quali sono le priorità nel lavoro del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute in questo contesto?

Card. Lozano Barragán: Le priorità stanno nel donare al mondo, come portavoci del Magistero pontificio, il senso della sofferenza, il senso del dolore e il senso della morte nella Resurrezione del Signore.

In che modo il suo Pontificio Consiglio cerca di combattere queste tendenze negative della odierna cultura globalizzata?

Card. Lozano Barragán: Organizzando conferenze, attraverso le pubblicazioni e anche agendo in modo da orientare la carità dei fedeli alla beneficenza verso i Paesi meno sviluppati e alle Istituzioni della salute che soffrono di carenza di mezzi.

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ZENIT Staff

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