Cardinal McCarrick: a Colonia il Papa ha trovato un suo modo di arrivare ai giovani

Parla l’Arcivescovo di Washington, D.C.

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COLONIA, lunedì, 29 agosto 2005(ZENIT.org).- Il Cardinale Theodore McCarrick ha affermato che Benedetto XVI ha dimostrato durante al Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia di essere “un uomo decisamente autentico” e di aver trovato “il modo di arrivare” ai giovani.

Il 75enne Arcivescovo di Washington, D.C., che ha preso parte all’ultima edizione della GMG, ha condiviso con ZENIT alcune delle sue impressioni su questo avvenimento, sostenendo che il nuovo Papa è stato “molto caloroso, molto affabile”, ed ha mostrato di possedere “uno stile diverso da quello del suo predecessore, ovviamente perché è una persona diversa e vuole essere se stesso”.

I partecipanti alla GMG, infatti, “sapevano che avrebbero vissuto un’esperienza diversa, ma è stata molto piacevole e santa”, ha commentato il porporato.

“Penso che sia stata una grande esperienza, proprio come lo è ogni GMG – ha affermato il Cardinale –. Quando Giovanni Paolo II il Grande era nostro Papa, le GMG erano un momento straordinario di gioia ed incontro per i giovani cattolici e, ovviamente, mi aspettavo che sarebbe stato lo stesso con Papa Benedetto. Sono felice di poter dire che è stato realmente così”.

“I giovani erano così entusiasti di incontrare il nuovo Papa, di vederlo ed ascoltarlo, ed hanno realizzato i loro desideri”, ha aggiunto.

“I giovani hanno trovato un uomo molto umile – ha proseguito l’Arcivescovo di Washington alludendo ancora al Pontefice –, molto allegro, saggio e brillante, un uomo la cui gioia per il fatto di essere con loro era palese mentre salutava e sorrideva”.

Il Cardinal McCarrick ha apprezzato molto il modo in cui è stato organizzato l’evento. “La musica era meravigliosa”, ha affermato, sostenendo di esserne rimasto “molto colpito” da tutto. “Alla Veglia e poi anche alla Messa domenicale, i momenti musicali mi hanno aiutato ad essere trascinato da tutta l’esperienza”, ha rivelato.

“Questo elemento, come parte di una liturgia splendida, mi ha fatto venire la tentazione di prendere un altro libretto della Messa che stava sulla mia sedia. Lo porterò con me a Washington e vedrò se possiamo imparare anche noi qualcosa da quegli inni, perché sono estremamente validi”.

Secondo il Cardinale, che guidava un gruppo di circa 300 giovani provenienti da Washington, “una delle cose più importanti per i nostri ragazzi è stata la possibilità di poter conoscere persone di altri Paesi e altre culture”.

“Potevano toccare e vedere l’universalità della Chiesa – ha spiegato –. Io stesso ho avuto spesso la possibilità di parlare e predicare in tedesco, il che mi ha ricordato gli studi compiuti in Svizzera quando ero giovane”.

Prima dell’arrivo, ha continuato il Cardinale, ai ragazzi era stato detto che avrebbero incontrato persone di ogni parte del pianeta, la vera “cattolicità della Chiesa”, ma una volta giunti a Colonia “l’hanno verificato con i propri occhi”.

“Vi erano persone che parlavano lingue diverse che non capivano – discutendo tutti i grandi misteri condivisi della nostra religione. E’ una delle cose speciali che porteranno sempre dentro di sé”, ha ricordato il Cardinale.

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ZENIT Staff

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