Cardinal Bertone: evangelizzare la cultura per trasformare la società

Incontro con il mondo della cultura in Messico

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di Gilberto Hernández García

QUERÉTARO, martedì, 20 gennaio 2009 (ZENIT.org).- “Se vogliamo essere lievito di una nuova cultura, dobbiamo iniziare aprendo il cuore alla pressante azione dello Spirito di Gesù Cristo”, ha segnalato il Segretario di Stato di Sua Santità, il Cardinale Tarcisio Bertone, in un incontro inedito con intellettuali e rappresentanti del mondo della cultura messicana nella città di Querétaro.

Nell’incontro, svoltosi nel Teatro della Repubblica, luogo in cui è stata promulgata la Costituzione del 1917 – di spiccata tendenza laicista –, il Cardinal Bertone ha invitato i presenti a riflettere sula presenza della Chiesa e dei cattolici nella vita pubblica del Paese e sul loro ruolo nella configurazione della cultura messicana.

Il porporato ha affermato che la sua presenza all’incontro obbediva allo scopo di “esortare tutti coloro che si sforzano con decisione a tendere ponti tra la fede e la ragione, ad incoraggiare il dialogo franco e cordiale tra fede e scienza, a intavolare relazioni fluide e fruttuose tra la fede e la cultura”.

All’inizio del suo discorso, ha ricordato le parole di Giovanni Paolo II affermando: “Sì! Il futuro dell’uomo dipende dalla cultura. Sì! La pace del mondo dipende dal primato dello Spirito. Sì! L’avvenire pacifico dell’umanità dipende dall’amore!”.

Il Cardinale ha segnalato che per la Chiesa la cultura è una realtà vitale, urgente e necessaria, visto che “il legame del Vangelo con l’uomo crea cultura”. Quest’ultima, ha proseguito, è ciò che permette all’uomo di essere più uomo, e quindi “ogni espressione che non contribuisce alla piena umanità della persona non è autentica cultura”.

Cultura dell’essere e cultura dell’avere

Parlando della base della cultura, ha affermato che questa si situa nell’ordine dell’essere e non dell’avere. Per questo, la cultura deve essere necessariamente legata alla questione della verità.

Il Cardinale ha sottolineato il fatto che nel mondo occidentale il primato dell’essere sull’agire “è stato sempre un’evidenza pacificamente condivisa” e in cui riposa l’insieme dell’ordine sociale.

Ad ogni modo, ha riconosciuto, questo ordine è stato sconvolto dall’affermazione del primato dell’azione sull’essere, che appare con tutto il suo fascino seduttore dell’efficienza, dell’energia e dell’azione. Questa concezione, ha spiegato, ha dato luogo alle ideologie dei regimi totalitari di ispirazione marxista, così come ad alcune concezioni del mercato.

Di fronte a questa cultura dell’azione, il Cardinal Bertone ha presentato quella che Papa Benedetto XVI ha definito “la cultura della Parola”, che richiede “l’atteggiamento dell’accoglienza, la disposizione interiore all’ascolto”.

La cultura della Parola, ha sottolineato, “si nutre della Parola che Dio ha rivolto agli uomini e che a sua volta si serve della parola umana, materializzata in tutte le sue ricche e diverse espressioni, dando luogo alle meravigliose manifestazioni della cultura”, come la riflessione filosofica, la pittura, la musica, ecc.

Essendo una cultura della Parola, è allo stesso tempo cultura del Logos, della ragione, e ha come esigenza quella di “contemplare il mondo prima di volerlo trasformare”.

Per questo, ha aggiunto, questa visione cristiana della realtà “è una scommessa per un mondo che abbia senso di fronte all’assurdo di un divenire irrazionale guidato solo dalle forze della materia”.

Il Segretario di Stato di Sua Santità ha affermato che “questa paideia cristiana ha dato luogo in Messico a una nuova sintesi culturale, che ha caratterizzato la sua identità”, barocca o meticcia, come “l’apporto specifico alla cultura universale che il Messico condivide con i popoli latinoamericani”, e che comporta “la novità dell’incontro, il prodotto della trasformazione delle culture, che non sono già né pienamente europee né puramente indigene”.

Il grande divorzio tra cultura popolare e le élites

In seguito, ha segnalato che “essendo questa la grande ricchezza culturale dell’America, non può fare a meno di sorprendere ‘il grande divorzio’ tra la cultura popolare, che abbiamo definito come la grande sintesi barocca e meticcia, e la cultura delle élites e delle minoranze dirigenti. E’ paradossale la scissione tra la cultura illuminista delle élites, che vivono guardando all’Europa o al Nordamerica, e la cultura barocca del popolo”.

Il Cardinale ha avvertito del fatto che questa situazione di scissione interna delle culture americane “rappresenta un fattore di impoverimento, non solo per la Chiesa, ma per l’insieme della società latinoamericana. Un popolo privato della sua identità si vede continuamente minacciato da nuove forme di colonialismo culturale, che alla lunga sono fonte di tensioni”.

Evangelizzare la cultura

Il Cardinal Bertone ha dichiarato che l’evangelizzazione della cultura è oggi più urgente che mai: “Così come il primo annuncio del Vangelo è stato, in primo luogo, un incontro tra culture, oggi è necessario un nuovo annuncio che abbia la cultura tra le sue priorità”.

Il porporato si è detto fermamente convinto del fatto che “se non illuminiamo con il Vangelo l’anima della cultura non possiamo aspettarci la trasformazione tanto anelata dei nostri popoli”.

In questo obiettivo, ha riconosciuto, “gioca a nostro favore un fondo di religiosità popolare che l’ondata di secolarismo non è ancora riuscita a spegnere”.

Il Segretario di Stato ha concluso dicendo che “se vogliamo essere lievito di una nuova cultura dobbiamo iniziare aprendo il cuore alla pressante azione dello Spirito di Gesù Cristo che, divinizzandolo, non lo spoglia dell’aspetto umano, ma lo nobilita, purificandolo e trasformandolo”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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