Card. Marx: non dobbiamo smettere di lottare per la pace

di Chiara Santomiero

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ROMA, domenica, 11 settembre 2011 (ZENIT.org).- “Dieci anni fa gli attentati che colpirono New York e gli Stati Uniti ci commossero e ci commuovono ancora oggi, così come continuano ad avere delle conseguenze ancora oggi”.

Non poteva che partire dal ricordo di un avvenimento così decisivo per la storia degli ultimi anni e così legato al confronto tra religioni, politica e convivenza civile l’omelia del Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di Monaco e Frisinga, nella celebrazione eucaristica che ha segnato l’inizio, questa domenica a Monaco di Baviera (Germania), del convegno “Bound to live together. Religioni e culture in dialogo”, organizzato dalla Diocesi tedesca e dalla Comunità di Sant’Egidio.

“Questa memoria – ha proseguito il Cardinale Marx – ci spinge ulteriormente a non smettere di lottare per la pace”. “Noi sappiamo che i conflitti accompagnano la storia dell’uomo, ma non devono scoraggiarci e non devono spingerci a smettere di costruire la pace”.

Non si tratta, ha aggiunto, di un di più nella vita dei credenti, di un “aspetto accessorio”, ma di “un impegno centrale nell’esperienza di fede”.

“La Bibbia – ha sottolineato il porporato – presenta anche tante vicende di guerra perché racconta una storia che è anche vicenda di uomini”, ma se letta in profondità “lascia emergere il filo rosso della lotta del Signore per la pace e la sua continua contestazione dell’odio”.

“La forza grande del perdono espresso da Gesù nella lettura di questa domenica – ha affermato – è la chiave del cammino di Dio con il suo popolo nella storia”.

“Dio ama la diversità e vuole la diversità – ha insistito il Cardinale Marx –. Nella diversità siamo chiamati a vivere gli uni per gli altri e a praticare il perdono vicendevole”.

“Nella consapevolezza della paternità di Dio possiamo incontrare uomini di altri fedi e trovare assieme le vie comuni per costruire la pace”.

A salutare i partecipanti al meeting di Sant’Egidio anche le parole del metropolita ortodosso Filaret, rappresentante del Patriarcato di Mosca, a conclusione della liturgia: “Siamo coscienti dell’unità del genere umano, e ci impegniamo a osservare il comandamento di Dio sull’unità e sull’amore reciproco”.

“Con cuore grato esprimo la certezza che il nostro incontro di oggi è un passo avanti verso l’unità comandata dal Creatore”.

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ZENIT Staff

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