Pope Francis opens first Holy Door of the Jubilee of mercy

CTV

Card. Filoni: “Anche i musulmani aprano la loro Porta Santa e gettino via le loro armi”

Il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli spiega il significato dell’apertura anticipata del Giubileo in Centrafrica

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Una “gioia straordinaria” è quanto si è riscontrato durante l’intero arco della recente visita pastorale di papa Francesco, tuttavia “forse l’entusiasmo nella Repubblica Centrafricana ha colpito di più, perché il Paese attraversa una fase ancora politicamente, socialmente, civilmente e religiosamente instabile”.

Lo ha dichiarato in un’intervista alla Radio Vaticana, il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, soffermandosi in modo particolare sul ruolo dei rapporti ecumenici ed interreligiosi, in relazione all’apertura della Porta Santa a Bangui.

Secondo il porporato, il “modo gioioso” con cui anche i musulmani hanno accolto il Papa è “una pagina straordinaria che aprirà un nuovo capitolo”. Anche la visita agli evangelici è stata “significativa sotto tanti aspetti”.

In linea con il pensiero del Pontefice, Filoni preferisce non parlare di “tolleranza”, quanto, piuttosto, di un “diritto alla pace” e di un “diritto alla convivenza, che non deve essere interessata dagli elementi di maggioranza, di minoranza, religiosi o non religiosi”, poiché “siamo tutti figli di Dio”.

Inoltre, “sia i cristiani che i musulmani possono dare la loro testimonianza di fede” e sarebbe opportuno, aggiunge il cardinale, che venga incentivata l’offerta delle scuole cristiane anche ad allievi di altre religioni, come già avviene in molti luoghi del Medio Oriente e del Nord Africa, dove i leader musulmani, con un pizzico di orgoglio, sovente affermano: “Noi siamo ex alunni di scuole cristiane”.

L’apertura della porta Santa a Bangui è stata giudicata dal Prefetto vaticano come un “gesto straordinario, anche dal punto di vista teologico ed ecclesiale”.

In altre parole, era importante aprire la Porta Santa in un luogo dove “fino a ieri ancora c’erano difficoltà e scontri” e dove “la riconciliazione e il perdono hanno bisogno di essere nuovamente generati”, poiché “il cuore del cristianesimo è la misericordia”.

Anche nel cuore dell’Islam, tuttavia, c’è un “Dio misericordioso” ed una misericordia, alla quale “a volte vengono tagliate le ali”. Eppure, ha osservato il cardinale, ‘misericordioso’ è proprio “uno dei 99 nomi con cui Dio, Allah, viene nominato” dai musulmani.

In un paese segnato da conflitti, in cui vi sono anche “aspetti religiosi, almeno in una visione fondamentalista”, i cristiani hanno aperto “una Porta Santa che è quella della misericordia”, pertanto ora, ha affermato in conclusione Filoni, c’è da aspettarsi che anche i musulmani aprano la loro Porta Santa misericordiosa, “buttando via le armi e magari facendo un bel falò per bruciarle e finirla con esse”.

 

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ZENIT Staff

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