Cardinal Gualtiero Bassetti

Cardinal Gualtiero Bassetti - Foto Copyright Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve

Card. Bassetti: “Prima il Vangelo!”

Prolusione del nuovo presidente della CEI all’apertura dei lavori del Consiglio Permanente dell’organismo

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“Prima il Vangelo!” Questo il fulcro della prima prolusione, con la quale il nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, ha aperto oggi, lunedì 25 settembre 2017, i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, riunito a Roma fino a mercoledì 27 settembre.
Un mondo profondamente cambiato
Nel suo discorso — “dal taglio eminentemente pastorale”, così scrive “L’Osservatore Romano” nella sua edizione di martedì 26 settembre — il porporato è partito dalla constatazione che oggi viviamo in un mondo profondamente cambiato, in cui “quasi nulla è più come prima”, con “nuove sfide e nuove domande a cui bisogna fornire, senza paura e con coraggio, delle risposte altrettanto nuove”.
Viviamo in una società caratterizzata da “una tristezza individualista” — così ha detto Bassetti, citando l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di papa Francesco — e da un “uomo moderno” troppo spesso “spaesato, confuso e smarrito”, un “uomo ferito”, che “si aggrappa a tutto e a chiunque sia in grado di fornire un significato alla vita”.
Tre bussole di orientamento
Mentre rende omaggio al “messaggio profetico di Papa Francesco, che mette al centro di tutto il Vangelo di Gesù”, Bassetti propone “alcune preziose bussole di orientamento”, ad iniziare dallo “spirito missionario”. “Siamo chiamati, innanzitutto, ad essere Chiesa al servizio di un’umanità ferita”, proclamando l’annuncio “gioioso” del Vangelo “nella sua stupenda, radicale e rivoluzionaria semplicità”, ha detto.
La secondo “bussola” è “la spiritualità dell’unità”. “In questo tempo di particolarismi e allentamento dei legami ci può essere la tentazione di andare ciascuno per la propria strada”, ha avvertito Bassetti, anche all’interno della stessa Chiesa.
Invece, “siamo chiamati a dare vita non ad una Chiesa uniforme, ma ad una Chiesa solidale e unita nella sua complessa pluralità”, così ha spiegato il cardinale, che ha evocato “un’autentica vocazione alla collegialità – tra i vescovi e tutto il corpo della Chiesa – e al dialogo”. “Chi dialoga non è un debole ma è, all’opposto, una persona che non ha paura di confrontarsi con l’altro.”
La terza ed ultima “bussola” è poi “la cultura della carità”, la quale è “la cultura dell’incontro e della vita, che si contrappone alla cultura della paura, dello scarto e della divisione” ed “è anche sinonimo della cultura di una vita, che va difesa sempre”, ha spiegato il presidente della CEI.
Quattro ambiti “da non disertare”
Il card. Bassetti ha continuato la sua prolusione osservando che ci sono quattro ambiti “da non disertare” e su cui la Chiesa è chiamata a fare “un serio discernimento”, ossia il lavoro, i giovani, la famiglia e infine le migrazioni.
“Il lavoro è sempre al servizio dell’uomo e non il contrario”, anzi “dal lavoro passa la dignità di una persona”,  ha detto il porporato, riprendendo una tematica cara a papa Francesco.
“Oggi il lavoro è senza dubbio la priorità più importante per il Paese e la disoccupazione giovanile è la grande emergenza”, ha continuato il successore del cardinale Angelo Bagnasco alla guida della CEI.
“Non posso non essere preoccupato di fronte agli 8 milioni di poveri descritti dall’Istat, la metà dei quali non ha di cosa vivere. Sono giovani, sono donne, sono coppie e sono cinquantenni che hanno perso il lavoro e che sono stati scartati dal sistema economico”, così ha affermato Bassetti, mentre ha sottolineato la necessità di “provare a discernere proposte e vie percorribili”.
Per quanto riguarda i giovani, il porporato ha ricordato che proprio “sui giovani si gioca la parte più importante della missione della Chiesa”. Nonostante i fenomeni della “cultura del frammento” e di una “forte relativismo pratico”, che allontanano le giovani generazioni da Cristo, il tempo attuale è “propizio per fermare il vortice quotidiano della società consumistica e per dare una parola autentica di incoraggiamento e un senso a quella straordinaria sete d’infinito che caratterizza i giovani di ogni generazione”. “Hanno — così ha osservato — molto più talento di noi vecchi e molta più capacità di pensare e immaginare un mondo nuovo.”
Soffermandosi poi sulla famiglia, sono “almeno tre le sfide che la famiglia deve affrontare nel mondo contemporaneo”, da iniziare dalla prima sfida, che “è di tipo esistenziale e risiede nelle difficoltà di formare ed essere una famiglia”.
La seconda sfida invece è “di tipo sociale e consiste nel riuscire a rendere più a misura di famiglia la nostra società, sempre più complessa e logorante”.
La terza ed ultima sfida è quella che Bassetti ha definito “una sfida culturale e spirituale di grandissima portata”. “Si riferisce alla questione antropologica e alla difesa e alla valorizzazione della famiglia tra uomo e donna, aperta ai figli”, ha detto l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve.
L’ultimo ambito “da non disertare” sono poi le migrazioni. Qui il porporato ha ricordato che “la Chiesa cattolica si è sempre occupata dell’ospitalità del forestiero e del migrante”, e questo “non certo per un’idea politica o sociale, ma per amore di ogni persona”. “È il cuore della nostra fede: di un Dio che si è fatto uomo”, ha sottolineato Bassetti.
“Lo sguardo profetico di Papa Francesco ha il merito storico di aver tolto i migranti da quella cappa di omertà in cui erano stati confinati dalla «globalizzazione dell’indifferenza» e di averli messi al centro della nostra attività pastorale”, ha affermato il presidente della CEI.
“Il primato dell’apertura del cuore al migrante ci fa guardare oltre le frontiere italiane”, ha ricordato il cardinale, che ha sottolineato l’importanza dell’accogliere come “primo gesto” ma evocato anche quella “responsabilità ulteriore, prolungata nel tempo” costituita dal “processo di integrazione”. Esso richiede innanzitutto “di fronteggiare, da un punto di vista pastorale e culturale, la diffusione di una «cultura della paura» e il riemergere drammatico della xenofobia”.  
L’Italia
L’ultimo punto sviluppato dal presidente della CEI nella sua prolusione è l’Italia. “A noi interessa che l’Italia diventi un Paese migliore”, ha sottolineato Bassetti, che ha parlato di “un Paese bellissimo, straordinariamente ricco di umanità e paesaggi, ma estremamente fragile”, “sia nel territorio che nei rapporti socio-politici”.
I cattolici — ha affermato il cardinale — hanno “una responsabilità altissima” verso il Paese. Devono “essere capaci di unire l’Italia e non certo di dividerla”. Bisogna “difendere e valorizzare il sistema-Paese con carità e responsabilità” e “rammendare il tessuto sociale dell’Italia con prudenza, pazienza e generosità”, ha esortato il porporato, che ha ricordato le parole del fu sindaco di Firenze e Servo di Dio Giorgio La Pira (1904-1977): “La politica non è una cosa brutta, ma una missione: è un impegno di umanità e santità”.
Il testo completo della prolusione si può scaricare dal sito della CEI.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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