“Cantiamo la vita” vuole riempire di speranza le culle vuote

Intervista al Vicepresidente del Movimento per la Vita

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ROMA, giovedì, 10 novembre 2005 (ZENIT.org).- “Cantiamo la vita” è un concorso nazionale di musica leggera, aperto a tutti, con l’intento di valorizzare in modo gentile il rispetto della vita nei suoi molteplici aspetti, dal concepimento al termine naturale.

La manifestazione, giunta ormai alla sua tredicesima edizione, è promossa dal Movimento per la Vita italiano (MpV), con la collaborazione di “Federvita Lombardia”, e dal 1996 realizzata dal Centro pavese di Accoglienza alla Vita.

A proposito di questa manifestazione, che si svolge annualmente a Pavia, il cantante Gatto Panceri ha scritto: “Cantiamo la vita non è una delle solite manifestazioni canore: qui c’è una freschezza cristallina e funziona tutto meglio che a Sanremo”.

Il festival è finalizzato alla difesa dei più deboli, dei più piccoli, dei più poveri, al fine di far rifulgere la speranza cristiana.

Per saperne di più ZENIT ha intervistato Gianni Mussini, Vicepresidente del Movimento per la Vita e Patron della manifestazione pavese.

In una Italia dove cresce il numero delle interruzioni di gravidanza, aumentano le richieste di utilizzo della pillola abortiva RU 486, ed è ormai consolidato il fenomeno delle culle vuote, come si fa a cantare la vita?

Mussini: Nota spesso il Presidente del Movimento per la vita Carlo Casini che la buona battaglia per la vita è prima di tutto questione di ‘sguardo’: per amare il concepito occorre prima di tutto riconoscerlo, ‘vederlo’. È una persona vera, non una teoria o, tanto meno , un’opinione. Mi ha sempre colpito quella frase del Piccolo Principe di Saint-Éxupery, che più o meno suona: “L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Come rendere riconoscibile questo essenziale? Non c’è evidentemente una risposta univoca. Ma credo che la via maestra sia sempre quella della carità: un Centro di aiuto alla vita o una Casa di accoglienza che funzionino suscitano nel territorio un fascino a cui è difficile rimanere indifferenti. I fatti parlano da sé.

Occorre però che la concreta attività di assistenza sia organizzata anche per farsi notizia. La vita deve comunicare vita. La fiaccola va posta sopra il moggio. Quasi tutti i grandi santi, da San Francesco a Madre Teresa di Calcutta sono stati, in un certo senso, uomini di ‘spettacolo’, capaci di trasformare in comunicazione la loro santità.

Cantiamo la vita vuole proprio fare questo: essere manifestazione, dico nel senso epifanico, della gioia e del lavoro di tante volontarie e tanti volontari pro vita; dare splendore alla ‘bellezza che non si vede’ del concepito, e voce alla sua parola silenziosa.

Ma c’è un terzo obiettivo, che viene regolarmente raggiunto dal nostro concorso musicale, e che non è meno importante dei primi due: coinvolgere centinaia di cantanti, sconosciuti e famosissimi, con i rispettivi ambienti, management, ecc. Per non parlare delle migliaia di relazioni con sponsor, giornali, media radiotelevisi. Sono convinto che la buona battaglia la si vinca lavorando come formichine in tutte le direzioni e con tanta pazienza.

Come si svolgerà la vostra iniziativa, quali gli autori ed i cantanti che saranno premiati e perchè?

Mussini: La finalissima di questa edizione (la tredicesima) di “Cantiamo la vita” si tiene al Teatro Fraschini di Pavia sabato 12 novembre 2005, alle ore 21 (Per informazioni, biglietti e supporto logistico: 333/2720971: cantiamolavita@katamail.com ).

Otto sono i concorrenti in lizza per i tre posti del podio e il premio speciale per il miglior testo (dedicato al compianto don Leo Cerabolini, fondatore della Casa di accoglienza di Belgioioso): Massimo D’Este; Giuseppe Gasparini; Daniele De Bellis; Cinzia Blangero; “The Sad Snowman”; Antonio Giovannini; “ti & mi group”; Roberto Gramolini.

Con loro, alcuni ospiti di grande risalto. A partire da Giuseppe Povia, la rivelazione di Sanremo con “I bambini fanno oh” e il protagonista canoro della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia. Insieme a lui Gatto Panceri, un grande amico della vita cui si legano alcune tra le più belle canzoni dei nostri anni, per esempio Vivo per lei. Un nome davvero straordinario è quello di uno dei più grandi soprani di oggi: Cecilia Gasdia, che interpreterà il brano Never terrorism never war (“Mai più il terrorismo, mai più la guerra”), tratto dalle famose parole di Giovanni Paolo II. La Gasdia canterà anche, in un inedito duetto con l’autore, una canzone di Gatto Panceri. Presenta la serata Luisa Moscato, da anni vicina alla nostra manifestazione, e la new entry Cosmanna Ardillo. Giullari (in senso medievale) della serata i due comici di Zelig, Carlo&Simone: se l’embrione è bellezza nascosta e la vita valore soffocato dal ‘potere reale’ che a comun danno impera, ebbene il linguaggio dell’umorismo può aiutare. Così come aiuta un po’ di salutare e santa trasgressione (alla Chesterton…)

A Cecilia Gasdia, protagonista di un nuovo femminismo fondato su saldi principi etici e coraggiosa testimone a favore dell’astensione referendaria, verrà assegnato nel corso della serata il premio “Pavia città della vita” , promosso dal Centro pavese di Accoglienza alla vita, con il Comitato Madonna di Piazza Grande e il Comune di Pavia. Ecco un’ulteriore occasione per la promozione di una nuova cultura della vita. Ricordo che in passato il premio è stato conferito al regista Pupi Avati e al genetista prof. Angelo Vescovi.

Ma nella serata ricorderemo anche Giancarlo Bertolotti, ginecologo scomparso sabato scorso in un incidente stradale, amico della vita e di tutte le mamme, studioso di metodi naturali, volontario in diversi CAV e Movimenti lombardi, ‘padre’ di centinaia di bambini che, grazie a lui (e alle loro mamme da lui persuase), sono stati aiutati a nascere, sottratti al buio dell’aborto.

Quanto è vasta e diffusa la cultura della vita nell’ambito del mondo della musica?

Mussini: C’è tutta una rete di associazioni in vario modo ispirate a una musica valorialmente ricca. Per non parlare dei tanti gruppi legati alle diverse espressioni del mondo cattolico. Ma ci sono anche dei coraggiosi ‘cani sciolti’, diventati amici della vita attraverso una ricerca personale. La coscienza lavora sempre…

Se invece la domanda riguarda il mondo della musica leggera di successo, ci si trova di tutto. Ci sono personalità molto ben strutturate sul piano etico, altre un po’ meno. Per lo più noto disinformazione, ma anche un certo interesse. Ricordo parole molto belle sulla vita pronunciate, in occasione della nostra festa, da Ron, Alexia, Davide Van de Sfroos, per citare solo tre dei nostri ospiti. Ma ricordo anche una star molto famosa che era assolutamente ignara di Movimento per la vita, aborto, ecc. Le spiegai nel camerino che, con i CAV (Centri di aiuto alla Vita), noi ci proponiamo prima di tutto di garantire la “libertà di non abortire” alle donne (arrivando così a salvare, con la vita del bambino, anche la loro vita di mamme). Ebbene questo slogan le piacque tanto che lo ripeté pari pari sul palcoscenico. Dev’essere uno slogan efficace, se è vero che lo usa spesso.

Che cosa manca alla vostra manifestazione per incidere maggiormente nel contesto culturale ancora influenzato da ideologie contrarie alla vita e alla famiglia?

Mussini: Siamo abituati a fare le nozze con i fichi secchi… Eppure, nel panorama delle molte manifestazioni consimili che si svolgono in Italia, la nostra – anche come risposta mediatica – è tra le più affermate. Il format è già consolidato, così pure l’organizzazione. Per migliorare ci vorrebbe qualche fico… meno secco, cioè qualche investimento ulteriore, magari uno sponsor coi fiocchi. Per il resto, è normale che – come lei dice – il contesto sia ‘infl
uenzato da ideologie contrarie alla vita e alla famiglia’. Cristo non ci ha promesso altro che questo: “agnelli tra i lupi”. Ma se un agnello sa mostrare un cuore da… leone, è capace di miracoli. Pensiamo ai fratelli Scholl, i martiri anti-nazisti della Rosa Bianca, o al grande Vescovo Von Galen, recentemente beatificato, non per caso detto il ‘leone di Münster’, che strenuamente si oppose a Hitler.

In gran parte del mondo cresce il fenomeno della “christian musi”. Non avete mai pensato a fare di “Cantiamo la vita” una manifestazione internazionale con il sostegno dei cantati della “christian music”?

Mussini: Mai dire mai. È senz’altro possibile un lavoro in sinergia con le diverse realtà della christian music. Sono già in rapporti collaborativi con Paola Maschio e suo marito Roberto Bignoli, di “Informusic”, oltre che con i “Papaboys”, don Matteo Zambuto e i Cantautori di Dio, Paola Russo di “Teleradiopadrepio” e Paolo Sorbi di “Radio Maria” (ma dimentico senz’altro qualcuno). È vero che l’obiettivo di “Cantiamo la vita” non è, in prima istanza, l’evangelizzazione e che la vita è valore naturale, intimamente ‘laico’ (se a questa parola si attribuisce il suo significato più vero e nobile). Ma certo vale anche, se non soprattutto, per il concepito la parola terribile di Cristo: “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15, 5). Dunque, una manifestazione Gospel internazionale a favore della vita: perché no?

[Per maggiori informazioni: http://www.cantare.info/ ]

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ZENIT Staff

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