Coro Elikya

Cantare la speranza in dodici lingue ed in tutte le fedi

Raymond Bahati, racconta Elikya, che in congolese significa speranza, un coro, un laboratorio e un’amicizia in cui ci sono cattolici, musulmani, evangelici ed anche atei.

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Una delle ventuno storie raccontate nel catalogo della mostra ‘Migranti, la sfida dell’incontro’ – ha raccontato Giorgio Paolucci nel corso dell’ultimo Meeting di Rimini– è quella di Raymond Bahati, proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo.
In Italia da quindici anni, ha realizzato il sogno di laurearsi in Psicologia alla Cattolica di Milano e di creare il coro multietnico Elikya che, appunto, canta la speranza in dodici lingue”.
“La sollecitazione a venire in Italia e ad iscrivermi a Psicologia – ha raccontato Raymond Bahati – mi è venuta da don Francesco Pedretti, che ho conosciuto in Africa. Io non volevo venire in Italia e la mamma, che comanda nelle società matriarcali, diceva che lo studio della psicologia, che non esiste in Congo, non serve a niente”.
Dopo la laurea, è nato il desiderio di coltivare la passione per il canto e la musica.
Elikya, che in congolese significa speranza, è un coro, un laboratorio e un’amicizia in cui ci sono cattolici, musulmani, evangelici ed anche atei. “Cantiamo alle messe e fuori dalle messe, ai matrimoni, in concerti ed anche alla ‘Festa del vino’, perché bisogna uscire dai confini ecclesiastici.
Tre anni fa – ha detto direttore del coro – siamo diventati un’associazione: nello statuto si dice che la nostra esperienza nasce da una base cristiana, ma questo non ha impedito a non cristiani di far parte del coro e di sentirsi in famiglia”. Non scegliamo le persone del coro, ha proseguito Bahati, ma le accogliamo e “se c’è chi sa cucire, ma non sa cantare, facciamo un concerto sfilata. Ogni componente si sente accettato così com’è”.
L’incontro col direttore di Elikya si è avolto al Meeting di Rimini presso la mostra “Migranti” ed è andato avanti sollecitato dalle domande di Paolucci, giornalista e curatore della esposizione, e poi da quelle del pubblico. È stato anche proposto un video di un’esibizione del coro davanti a Papa Benedetto, in occasione del Convegno sulla famiglia tenutosi a Milano nel giugno 2012.
Il coro multietnico si è esibito anche davanti a Papa Francesco che, ascoltato un arrangiamento africano di “Ubi caritas”, ha apprezzato il risultato e ha incoraggiato il percorso: “Non abbiate paura delle contaminazioni”.
L’affermazione di Francesco è stata sottolineata, in chiusura da Paolucci, insieme ad un altro guadagno del dialogo col direttore di Elikya: “Ogni incontro produce qualcosa”.
Bahati, infine, ha coinvolto i presenti nell’esecuzione di un canto africano – “una canzone di speranza” – con l’aggiunta di movimenti di danza e di animazione.
 

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ZENIT Staff

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