Candele permanenti all’ambone

Si tratta di una novità recente con praticamente nessuna giustificazione liturgica

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Nella sua rubrica settimanale di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi a un lettore negli Stati Uniti.

Durante gli incontri liturgici sono state sollevate le domande che seguono: 1) Ci dev’essere sempre una candela collocata all’ambone? 2) Se sì, va dunque omessa la processione con le due candele, il sacerdote/diacono e l’Evangeliario? 3) Se è sempre richiesta la presenza di una candela all’ambone, allora suppongo che questa candela vada tolta nel tempo che va dalla Veglia Pasquale a Pentecoste, quando il cero pasquale rimane nel presbiterio, avendo il cero pasquale precedenza sulla candela dell’ambone? — G.F., New Orleans, Louisiana (USA)

*

Ho visto questa pratica in alcuni luoghi, ma non ve ne è menzione nell’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR). Né essa fa parte di una tradizione liturgica.

Tradizionalmente le candele vengono portate all’ambone solo per la lettura del Vangelo e solitamente accompagnano la processione dell’Evangeliario dall’altare all’ambone. Sicuramente tutte le Scritture sono Parola di Dio, ma il Vangelo ha sempre ricevuto per tradizione una venerazione particolare.

Stando ad alcuni autori, le candele accese vicino all’ambone o all’altare servirebbero in particolare a ricordarci le lingue di fuoco che apparvero sul capo degli Apostoli quando lo Spirito Santo discese su di essi a Pentecoste. Così come l’Onnipotente era presente in loro, così Egli è presente nella Parola di Dio e all’altare durante la liturgia Eucaristica.

Riguardo le norme specifiche l’OGMR dice al n. 60:

“60. La lettura del Vangelo costituisce il culmine della Liturgia della Parola. La stessa Liturgia insegna che si deve dare ad essa massima venerazione, poiché la distingue dalle altre letture con particolare onore: sia da parte del ministro incaricato di proclamarla, che si prepara con la benedizione o con la preghiera; sia da parte dei fedeli, i quali con le acclamazioni riconoscono e professano che Cristo è presente e parla a loro, e ascoltano la lettura stando in piedi; sia per mezzo dei segni di venerazione che si rendono all’Evangeliario.”

E in seguito, al n.133:

“133. Poi, se l’Evangeliario è sull’altare, lo prende e, preceduto da ministri laici, che possono portare il turibolo e i ceri, si reca all’ambone, tenendo un po’ elevato l’Evangeliario. I presenti si rivolgono verso l’ambone, per manifestare una particolare riverenza al Vangelo di Cristo.”

Addirittura, nei primi secoli, la differenza tra il Vangelo e le altre letture veniva ancor più sottolineata, ad esempio riservando un ambone speciale e riccamente decorato alla sola lettura del Vangelo. Questo si può osservare ancor oggi in alcune chiese antiche, come ad esempio San Lorenzo fuori le Mura, a Roma.

La pratica di collocare candele fisse all’ambone tende ad offuscare il ruolo particolare del Vangelo e, come scrive monsignor Peter Elliott nel suo Liturgical Question Box, potrebbe anche tendere ad “enfatizzare troppo la distinzione tra la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica, al punto da separare simbolicamente le due fasi dell’unica liturgia.”

Circa l’uso delle candele in generale, l’OGMR, al n.117, specifica:

“117. L’altare sia ricoperto da almeno una tovaglia bianca. In ogni celebrazione sull’altare, o accanto ad esso, si pongano almeno due candelabri con i ceri accesi, o anche quattro o sei, specialmente se si tratta della Messa domenicale o festiva di precetto; se celebra il Vescovo della diocesi, si usino sette candelabri. Inoltre, sull’altare, o vicino ad esso, si collochi la croce con l’immagine di Cristo crocifisso. I candelabri e la croce con l’immagine di Cristo crocifisso si possono portare nella processione di ingresso. Sopra l’altare si può collocare l’Evangeliario, distinto dal libro delle altre letture, a meno che non venga portato nella Processione d’ingresso.”

Queste norme vengono sostanzialmente ripetute, seppur con alcuni ulteriori specificazioni, dalle linee guida dei vescovi statunitensi per la costruzione delle chiese, Built of Living Stones.

Innanzitutto, il documento sottolinea che l’ambone e l’altare debbano aiutarci a percepire la celebrazione come un’unica celebrazione. L’uso delle candele permanenti all’ambone potrebbe condurre a una separazione concettuale della tavola della Parola dalla tavola dell’Eucarestia. Perciò il documento dice:

“55. I principali arredi liturgici, all’interno del presbiterio, sono l’altare su cui viene offerto il sacrificio eucaristico, l’ambone dal quale viene proclamata la Parola di Dio, e la sedia del sacerdote celebrante. Questi arredi vanno costruiti con materiali robusti che esprimano dignità e sicurezza. La loro ubicazione e la loro forma fanno nuovamente capire come, anche se costituiscono entità distinte, esse siano collegate in un’unica celebrazione eucaristica.”

E riguardo l’ambone stesso dice:

“61. Il fulcro centrale dell’area in cui la Parola di Dio viene proclamata durante la liturgia è l’ambone. La forma dell’ambone e la posizione elevata riflettono la dignità e la nobiltà della parola salvatrice, e indirizzino l’attenzione dei presenti verso la proclamazione della Parola. Qui la comunità cristiana incontra il Signore che vive nella Parola di Dio, e prepara se stessa al ‘pane spezzato’ e a vivere la parola che verrà proclamata. Serve un’ampia area intorno all’ambone per accogliere la processione del Vangelo, accompagnata da tutti i ministri che portano candele e incenso. L’Introduzione al Lezionario raccomanda che la forma dell’altare e dell’ambone mostri ‘un’armoniosa e stretta relazione’ reciproca, in modo da enfatizzare la stretta vicinanza tra la parola e l’Eucaristia. Dal momento che molte persone condividono il ministero della Parola, l’ambone deve essere accessibile a chiunque, compresi coloro con disabilità fisiche.”

Conviene far notare che il testo preveda solamente le candele portate dai ministri e non faccia cenno a qualsivoglia presenza permanente.

Circa le candele aggiunge:

“92. Le candele, segno di reverenza e festività, ‘ vanno usate ad ogni servizio liturgico’. La fiamma viva delle candele, simbolo del Cristo risorto, ricorda alle persone che nel battesimo esse sono fatte uscire dall’oscurità per entrare nella meravigliosa luce di Dio. Per la celebrazione dell’Eucaristia, è appropriato portare candele nella processione d’ingresso e durante la processione dell’Evangeliario. Almeno due candele sono collocate vicino l’altare nell’area del presbiterio. Se dovesse mancare spazio, esse verranno poste sull’altare. Quattro o sei candele verranno invece usate per la celebrazione della Messa e per l’esposizione del Santissimo Sacramento. Se celebra il Vescovo della diocesi, verranno usate sette candele. Le candele in portacandele da pavimento o sull’altare dovranno essere disposte in modo da non oscurare la vista dell’azione rituale nel presbiterio, in particolare l’azione sull’altare.”

Come possiamo dedurre da questi documenti, non è richiesta alcuna candela permanente all’ambone. Infatti non c’è motivo che giustifichi l’esistenza di tale candela. In altre parole, le uniche candele vicino all’ambone prese in considerazione dalla Chiesa sono quelle che accompagnano la proclamazione del Vangelo e il cero pasquale.

Avendo chiarito questo, possiamo rispondere alle altre domande del nostro lettore. La processione con le due candele al momento del Vangelo non
va omessa. Sono le candele all’ambone che dovrebbero esserlo. Le candele all’ambone non andrebbero quindi tolte solo durante la Pasqua, ma sempre, dal momento che non fanno parte di alcuna pratica prevista dal rito romano e sono una novità recente con praticamente nessuna giustificazione liturgica. Infatti, come abbiamo visto prima, c’è persino il rischio che esse possano dare un messaggio sbagliato circa l’unità della celebrazione.

La presenza di candele vicino all’ambone fa parte di altre tradizioni liturgiche come quella bizantina. Tuttavia, in questo caso l’ambone è considerato come parte dell’altare ed è collocato esattamente di fronte le Porte Sante dell’iconostasi.

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione