“Campanello d'allarme” per la situazione in Sudan

Tutta la regione può “sprofondare nella violenza”, avverte il Vescovo Hiiboro

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ROMA, venerdì, 1° ottobre 2010 (ZENIT.org).- Secondo il Vescovo Edward Hiiboro, della Diocesi di Tombura-Yambio, nel Sud Sudan, il suo Paese e tutta la regione rischiano di “sprofondare nella violenza”.

A pochi mesi dal referendum sull’indipendenza del Sud Sudan, previsto per gennaio, il presule ha descritto all’associazione caritativa Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) la situazione del Paese, confessando che è necessario “suonare il campanello d’allarme”.

“C’è una minaccia reale e imminente alla sicurezza del popolo del Sudan e dell’intera regione”, ha affermato tra i resoconti delle violenze compiute dai ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lord’s Resistance Army, LRA), con base in Uganda.

Il presule teme che il referendum possa provocare un disastro.

Come “garante” del Accordo Comprensivo di Pace (ACP) 2005 che ha posto fine alla guerra civile che ha insanguinato il Sudan per decenni, ha aggiunto, la comunità internazionale è tenuta a intervenire per evitare un ulteriore scoppio di violenza.

“Se andrà bene, il referendum porterà la pace a un Paese che sofferto quasi cinque decenni di brutale guerra civile, ma se non sarà così il Sudan sprofonderà nella violenza e nell’instabilità che coinvolgeranno tutta la regione”, ha osservato il Vescovo.

“I garanti dell’ACP – soprattutto Gran Bretagna, Unione Europea, Stati Uniti, Nazioni Unite e l’intera comunità internazionale – devono dimostrare una rinnovata volontà politica per aumentare il loro impegno non solo fino al referendum, ma nei prossimi mesi e anni di transizione”.

Il Vescovo Hiiboro e altri Vescovi hanno più volte avvertito della mancanza di impegno da parte dei politici sudanesi di fronte alle linee-guida pre-referendum, come la registrazione dei votanti, il coinvolgimento di varie fazioni politiche e di vari gruppi e l’aumento della consapevolezza tra le persone circa il voto e le sue implicazioni.

La paura è che, più che lavorare in vista di un accordo di pace a lungo termine, alcuni gruppi e fazioni politiche si stiano preparando al conflitto, con il rischio di tornare alla guerra civile che ha provocato più di 2,5 milioni di morti.

Il Vescovo Hiiboro teme anche che per i cristiani un Sudan ancora unito – con la direzione politica del regime islamista del Presidente Omar al Bashir – possa significare un ritorno all’intimidazione e alla persecuzione dei non musulmani.

“Siamo stati testimoni di atti di una violenza e di un disprezzo inimmaginabili per il genere umano”, ha confessato il presule.

“Come possiamo parlare di un referendum pacifico senza ricordare con preoccupazione la persistente persecuzione dei cristiani che il Sudan ha sperimentato?”.

Il Vescovo Hiiboro sarà l’ospite d’onore di un evento organizzato da Aiuto alla Chiesa che Soffre a Londra il 16 ottobre. Presiederà una Messa alle 10.30 nella Cattedrale di Westminster e pronuncerà poi un discorso nella sala della Cattedrale.

Parteciperà anche ad eventi organizzati da ACS in Scozia: nella Cattedrale di St Mary a Edimburgo il 17 ottobre (ore 17.30) e nella chiesa di St Simon a Glasgow il 18 ottobre (ore 19.00).

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ZENIT Staff

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