Buona Pasqua a tutti con Cristo il Risorto!

L’incontro con il Risorto ci invita ad essere sempre uomini nuovi, senza avere mai timore di quanto si possa schiudere dinnanzi al nostro cuore e alla nostra mente

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Mi auguro che per la Pasqua del Signore ogni credente, mutuando un pensiero del mio maestro spirituale, assuma nella sua vita un comportamento che sia più necessario dell’acqua e del pane: “Come Maria di Màgdala cerchi non una verità astratta, ma Cristo. Non creda nella resurrezione fine a se stessa, creda nel Cristo Risorto”. Troppo facilmente, anche nello stesso ambiente cattolico, ci dimentichiamo che è Lui, il Risorto, la via per andare agli uomini e anche al vero Dio, che è il Padre del Risorto, crocifisso per sua piena volontà. Il credente deve dare una svolta alla sua vita. Non può rimanere seduto soltanto sulla sua scienza avanzata; sui suoi libri ben curati e i programmi televisivi professionalmente strutturati o sopra ogni articolo preferito, pur fosse quello appena letto. Non continui a dipendere in modo esclusivo da informazioni personali, anche se ricercate e attestate. Non dovrà sempre girare attorno alle proprie certezze passate e presenti. Certo le fonti del sapere cristiano, nelle loro forme classiche o innovative, come ogni altra forma di conoscenza, vanno sempre consultate, custodite, verificate e ampliate, ma ciò non basta! Esse sono poca cosa se viene a mancare la “sana” inquietudine del cuore che cerca di continuo il Signore e trovatolo esce in mezzo agli altri, senza arrossire, per offrirlo a chi ancora è fuori dalla Sua grazia. Così mons. Di Bruno: “È vana la proclamazione del Risorto nella liturgia, se la stessa confessione non viene fatta nelle piazze e in ogni altro luogo religioso e profano di questo mondo, comprese le scuole e le università, la casa della scienza e della politica, dell’economia e della finanza, nel mondo dell’abbondanza e in quello della povertà”. Mi domando allora! Ma Cristo è veramente nelle piazze? È nella politica che conosciamo? Lo troviamo nelle strategie dei mercati? C’è negli ambienti ricchi, come in quelli che sono ai margini della società? Si sente il suo profumo in qualsiasi spazio religioso o profano che ci circonda?

Ognuno risponda secondo la sua coscienza. Io so solo che spesso l’uomo si ferma alle sue verità acquisite, qualunque sia la sua connotazione sociale o la rilevanza oggettiva  del suo ruolo. Un modello esistenziale che rimane nella sua essenza primaria, perfino in ogni cammino di fede. Si crede. Si ascolta il vangelo la domenica. Si osservano i precetti. Ci si scambia il segno di pace. Poi si parla d’altro. Si osserva il male politico, comunitario, familiare, soggettivo e si fa finta di nulla. Lo sguardo si posa altrove. Gli equilibri non vanno toccati. Le opportune relazioni umane devono essere comunque mantenute. Gli amici si possono quindi tradire; così le mogli, i mariti, i fratelli, il sacerdote, la Chiesa, Cristo stesso. È il caos! Ma non finisce qui. Non è infatti una sorpresa constatare in alcuni, pur nella consapevolezza di questo gioco al massacro, quanto sia facile dimostrare la naturalezza delle azioni compiute. Si potrebbe “sentenziare” che il mondo ormai è proiettato verso una  consolidata filosofia esistenziale, nella quale non c’è nessun posto per un richiamo alla buona ragione. Una staticità di azione che affiora spesso in chi vive con mille  paure o fa fatica a mettersi in discussione, per non rischiare di perdere le vecchie abitudini, comprese le proprie verità. Perché allora cambiare? Non è forse meglio puntare su ciò che si conosce, fosse anche mal sopportato, rispetto ad ogni cosa che spinge necessariamente a rivedere il proprio modo di essere? La Pasqua del Signore ci insegna altro. Ci invita ad essere sempre uomini nuovi, senza avere mai timore di quanto si possa schiudere dinnanzi al nostro cuore e alla nostra mente. Saremo tutelati da ogni male se dentro di noi Cristo guiderà il desiderio del cuore, l’anelito dello spirito, l’aspirazione dell’anima; se sapremo vederlo, toccarlo, sentirlo, svelandogli costantemente il nostro amore.

Maria di Màgdala, posta nel vangelo di Giovanni al centro del mistero della resurrezione di Cristo Gesù, sia in questa Pasqua la nostra stella polare, per uscire da uno status quo che non ci fa più emozionare, impedendo di tuffarci liberi nell’amore e convertire il prossimo con gioia. Giunge per ognuno il momento in cui la sola fede professata non sia più sufficiente a traghettare l’uomo dalle sue tante verità a Cristo Nostro Signore, centro assoluto dell’Universo. Non basta fermarsi alla realtà della fede, come fanno Giovanni e Pietro dinanzi al sepolcro vuoto, ma bisogna andare oltre, come la stessa Maria di Màgdala, superando le certezze della stessa Scrittura. I due apostoli prendono infatti atto del contenuto dei libri sacri e di quello che aveva detto il Messia: “Dopo tre giorni risusciterò”. Vedono il monumento funebre vuoto. Analizzano la scena con occhi lucidi, senza alcun preconcetto. Vedono l’ordine che regnava in esso. Escludono il furto. Deducono che Gesù è veramente risorto. Dopo l’esperienza della Maddalena che invece continua a cercare il Signore, senza fermarsi al semplice riscontro dei fatti, cambia la stessa evangelizzazione. Non si annunzia più la verità della resurrezione, ma del Cristo Risorto. Si diffonde la pace del cuore per aver visto e incontrato il Signore. Entrare in questa grazia significa per il credente poter ogni giorno vedere, toccare lo stesso Risorto, che a Sua volta gli parlerà, gli chiederà, dialogherà con lui, lo comanderà, sarà parte attiva della vita di chi lo ha posto al centro di una vera missione cristiana. Il mondo si riprenda Cristo, non si vergogni di esporlo nelle aule scolastiche, nei luoghi di lavoro, nei tribunali, nelle case e soprattutto nel proprio cuore. Quante oscenità storiche e meno storiche si affiggono sui muri ogni giorno! Non si rimanga titubanti a far entrare il Figlio dell’Uomo in televisione, su internet, nei ristoranti, all’Expo 2015, nelle leggi dello Stato, nei comportamenti professionali, ricreativi, religiosi, familiari, comunitari. Buona Pasqua di cuore a tutti voi; ai vostri cari. Le radici universali di questo augurio speciale per ogni uomo della terra, possano impiantare e trattenere per sempre dentro di noi la luce mai spenta e la novità perenne di Cristo il Risorto!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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