Brutale assassinio di un sacerdote irlandese vicino a Nairobi (Kenya)

Il vescovo di Ngong denuncia l’insicurezza della zona

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MATASIA, venerdì, 26 novembre 2004 (ZENIT.org).-Accogliendo con “profonda tristezza “la notizia del “brutale assassinio”, compiuto a mezzanotte di mercoledì, di padre John Francis Hannon, il vescovo della diocesi keniota di Ngong ha denunciato l’insicurezza della zona, situata a circa 25 chilometri dalla capitale, Nairobi.

Secondo quanto affermato dal vescovo Cornelius Schilder, una banda di 20 persone ha fatto irruzione nella residenza di padre Hannon dopo aver immobilizzato il vigilante. Apparentemente il gruppo ha iniziato a lottare con il sacerdote, che ha cercato di fuggire.

E’ stato seguito dalla casa fino alla parte anteriore del recinto ancora in costruzione nel complesso parrocchiale, dove il suo corpo mutilato è stato ritrovato nelle prime ore di giovedì.

Parroco della chiesa di San Barnaba – a Matasia, diocesi di Ngong –, padre John Hannon era nato 65 anni fa in Irlanda, a Killaloe (nella contea di Clare). Era stato ordinato sacerdote nella Società di Missioni Africane (SMA) nel suo Paese nel 1967. Aveva svolto la propria opera in Nigeria e in Kenya.

In un comunicato congiunto del vescovo di Ngong e della SMA – la cui versione originale è stata diffusa dal Servizio di informazione Cattolica per l’Africa (CISA) –, firmato dal vescovo Schilder, si denuncia l’esistenza di “una grande insicurezza nella zona”, affermando che “la gente vive quotidianamente temendo per la propria vita”.

Esprimendo una forte preoccupazione per i membri della comunità, il testo segnala la necessità che “il Governo adotti misure drastiche per aumentare la sicurezza delle persone”.

“La dichiarazione del Ministro dell’Istruzione del Kenya e membro del Parlamento, George Saitoti, conferma le mie preoccupazioni”, ha affermato il vescovo Schilder. Rivolgendo un appello alla polizia perché arresti i colpevoli ha affermato: “Questi malviventi hanno sottoposso la zona a gangsterismo giorno e notte e lo stanno facendo impunemente. Non si può permettere che accada questo in Kenya”.

Saitoti, parlamentare per la regione, si è rivolto alla stampa e alle persone che a centinaia sono arrivate alla chiesa cattolica di Matasia, dove, mentre il politico rilasciava le sue dichiarazioni, giaceva ancora il corpo di padre Hannon.

Il vescovo Willie Walsh, della diocesi irlandese di Killaloe, si è unito al dolore per il crimine, facendo giungere le proprie condoglianze ed assicurando la sua preghiera ai familiari, amici, confratelli e vicini del sacerdote assassinato in Kenya.

“Costa credere che la vita ed il ministero di questo devoto sacerdote possano essere terminati così prematuramente”, ha riconosciuto in una dichiarazione inviata a ZENIT dall’episcopato irlandese.

“La morte di padre Hannon ricorda a tutti noi lo straordinario impegno di fede di tutti i nostri missionari irlandesi nel mondo. Continuiamo a sostenerli in ogni modo possibile e a ricordarli nelle nostre preghiere”, ha concluso.

Il missionario irlandese si trovava in Kenya da dieci anni. Quattro anni fa si era trasferito a Matasia per avviare un progetto di formazione professionale in una zona abitata soprattutto da contadini. L’istruzione e la scolarizzazione erano i settori principali dei quali si era occupato nella sua comunità religiosa.

Attualmente stava portando a termine la realizzazione di un progetto per preparare il centro parrocchiale come scuola di formazione. Recentemente aveva anche lavorato con i Masai.

Con l’ultima tragedia del Kenya, dal 2001 l’Irlanda ha perso otto missionari assassinati all’estero. Nelle Filippine è morto padre Rufus Malley (Società Missionaria di St.Columba) nel 2001. Altri tre sono morti l’anno successivo: padre Declan O’Toole (Missionari di Mill Hill) in Uganda, il sacerdote salesiano Declan Collins in Sudafrica e suor Theresa Egan.

Suor Philomena Fogarty (Missioni Francescane) è stata rapita ed è morta in Georgia (Stati Uniti) nel 2003, lo stesso anno in cui hanno perso la vita in Sudafrica padre Manus Campbell (missionario francescano) e in Burundi il nunzio apostolico, l’arcivescovo Michael Courtney, il primo omicidio ai danni di un rappresentante del Papa.

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ZENIT Staff

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